di Antonio Ianuale
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Eduardo De Filippo |
Eduardo De Filippo è stato oggetto di innumerevoli ricerche e studi, ne è stata indagata la vita privata come quella sul palcoscenico. Sembrava davvero impossibile scovarvi delle novità, eppure forse, a distanza di trentatré anni dalla sua morte, sembra concretizzarsi una scoperta incredibile: il ritrovamento di un manoscritto inedito, firmato dal grande commediografo napoletano.
Il susseguente dibattito tra i maggiori studiosi ed esperti di drammaturgia napoletana ha preso immediatamente piede, con il vivo interesse anche delle istituzioni napoletane, come il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione cultura, che ha mostrato il suo entusiasmo: “Se fosse davvero un inedito di Eduardo la cultura napoletana e mondiale avrebbero avuto un bellissimo regalo di fine estate”.
Ma andiamo per ordine: verso la fine di agosto, durante i lavori di catalogazione dell’archivio personale di Enzo Cannavale, l’attore Giulio Adinolfi ha scovato un manoscritto di una quindicina di pagine ingiallite, che sul frontespizio riporta la firma di Eduardo De Filippo. Il testo riporta inoltre il titolo “Dduie ..paciune”, e un sottotitolo: commedia brillante in un atto.
Lo stesso Adinolfi, insieme ai fratelli Cannavale, sono intenti con l’aiuto di fondazioni, associazioni e istituzioni culturali, ad accertare la paternità dello scritto che ha destato subito grande curiosità tra gli accademici come tra i semplici appassionati di teatro. Il titolo, "Dduie... Paciune!", che può essere tradotto in italiano come "due ottimisti”, non risulta in nessuna bibliografia ufficiale della produzione eduardiana, mentre invece è espressione ritrovata nel testo Pentamerone dello scrittore barocco Gian Battista Basile.
Tra i maggiori studiosi del teatro di Eduardo, il professore di storia della lingua italiana, Nicola de Blasi non si sbilancia, ma evidenzia come possa trattarsi di un testo conosciuto con un altro titolo «Non amo la caccia agli inediti quando ci sono ancora gli editi di cui occuparsi. Detto ciò, da così scarne informazioni è impossibile avanzare un’ipotesi. Dalla foto, deduco che si tratta di una copia o per un attore - sarebbe la cosa più probabile essendo stato trovato nell’archivio Cannavale - o per un suggeritore, di un atto unico che magari già conosciamo ma con un titolo differente. Questa, del resto, era una modalità consueta in Eduardo che spesso nei manoscritti fornisce varie possibilità. Faccio l’esempio di Natale in casa Cupiello che in un autografo compare così: “Natale in casa Cupiello/Sto bene con l’elmo?/Mezaparola!/Quadro napoletano”».
Lo stesso De Blasi ipotizza come potrebbe trattarsi di uno sketch scritto per una rivista, ma evidenzia la necessità di un’analisi approfondita del testo. Sulla stessa lunghezza d’onda, Paola Quarenghi, docente in Discipline dello Spettacolo alla Sapienza di Roma, che invoca prudenza «Gli elementi a disposizione sono troppo pochi per poter dare un giudizio e dire se si tratta di un testo di De Filippo» . Anche l’accademica riprende l’idea di De Blasi sulla possibilità che non si tratti di un testo inedito: «Il titolo - continua - è certamente sconosciuto, ma non è detto che lo sia la commedia. Potrebbe trattarsi di un testo noto che qui risulta con un’altra dizione. Avremmo bisogno di sapere almeno quali sono i personaggi che vi compaiono. Questo è un dato fondamentale per l’attribuzione. Non escludo nessuna possibilità, vediamo prima il testo completo». Intanto la pubblicazione del copione su Facebook da parte del figlio di Enzo Cannavale, Alessandro ha suscitato grande interesse ed entusiasmo tra il popolo del web che è pronto a dare il proprio contributo per svelare il mistero.
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