lunedì 30 ottobre 2017

E’ ancora troppo facile morire nei vicoli di Napoli

 di Gian Marco Sbordone

Un momento dell'incendio
Il drammatico evento del 15 ottobre scorso, al vicolo Giustiniani, nel cuore del borgo di Sant’Antonio Abate, che ha visto la tragica morte di una donna caduta dal balcone della propria casa avvolta dalle fiamme, è una delle classiche tragedie annunciate. Si chiamava Marina, questa donna, aveva 57 anni ed era ucraina. A Napoli era venuta per curarsi, dopo una vita trascorsa da militare nell’ esercito del suo Paese. E invece vi ha trovato la morte.

La scena raccontata dai testimoni, sul posto in quella terribile notte del 15 ottobre, è davvero raccapricciante, sembra tratta da un film, ma non era un film. Marina era aggrappata alla ringhiera, forse sperava nell’arrivo dei soccorsi, forse aveva ipotizzato, in quelle concitate fasi, di poter raggiungere il balcone sottostante. Non ce l’ha fatta e si è schiantata sull’asfalto sotto lo sguardo atterrito dei presenti.

Da quanto è emerso, mentre la volante della polizia era riuscita a raggiungere velocemente il posto, per i mezzi dei vigili del fuoco è stato molto più complicato districarsi tra i vicoli.

L’ incendio, probabilmente provocato da un cortocircuito, ha causato significative lesioni all’edificio in cui abitava Marina, unitamente ad alcune sue connazionali, e anche al palazzo adiacente. Quattro solai sono crollati, complessivamente diciotto famiglie hanno dovuto lasciare le loro abitazioni, un dramma nel dramma. Di quella povera donna sono andati distrutti anche i documenti di identità. I vicini la conoscevano per nome e parlano di lei come di una persona gentile e disponibile.

Disponibile lo era stata anche con una sua connazionale e coinquilina, presente al momento dell’incendio, che è riuscita a salvarsi affrontando il fuoco coperta da asciugamani bagnati e guadagnando, così, l’ uscita. Marina, invece, il fuoco non ha avuto il coraggio di affrontarlo. Presa dal panico ha tentato la salvezza dal balcone e ha trovato la morte. Adesso l’ amica non si dà pace. Racconta che Marina aveva accudito i suoi quattro bambini quando lei si era trasferita in Italia, qualche anno prima.

Che dire della questione sicurezza nei vicoli di Napoli? È uno dei problemi triti e ritriti, si ripropone ad ogni tragedia e poi si mette da parte. La questione interessa numerose zone popolari, a cominciare dai Quartieri spagnoli, ove più di una volta i mezzi di soccorso si sono dovuti arrendere nel dedalo di stradine ostruite da veicoli e da paletti più o meno abusivi.

Bisogna finalmente affrontare la questione e risolverla. Qui non ci troviamo di fronte a calamità naturali ma all’inciviltà, al degrado e all’abusivismo che provocano vittime. Un assurdo. Insomma in una metropoli come Napoli, nell’ anno 2017, tutte le persone dovrebbero abitare in posti raggiungibili da un’ autoambulanza, da un mezzo dei vigili del fuoco o della polizia, altrimenti quelle case dovrebbero essere giudicate non abitabili.



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