lunedì 30 ottobre 2017

Teatro San Carlo di Napoli: la storia del più antico teatro d'Europa

di Danilo D'Aponte


Quando nella tv generalista, in prima serata, dominata da ogni sponsor di sorta, ci arriva un'opera lirica interpretata da un'orchestra "in trasferta", e lo scenario non è banale (Duomo di Milano), allora ci si rende conto che i performer devono essere quanto meno straordinari. Ebbene, stiamo parlando della Nona di Beethoven eseguita, come detto, al Duomo di Milano, ma dall'Orchestra del Teatro San Carlo di Napoli.

Un pubblico profano potrebbe domandarsi come mai sia stata chiamata un'orchestra non locale, ma il teatro San Carlo non è un teatro normale. Esso è infatti, come detto nel titolo, il teatro più antico d'Europa e serviva quindi un maestro di cerimonia d'eccezione per celebrare un incontro tra realtà culturali differenti (Napoli e Milano), voluto già ad EXPO 2015, quando un'azienda di Nola aveva realizzato una Madonnina che accoglieva i visitatori.

Il Teatro San Carlo, già noto come Real Teatro di San Carlo, costruito su progetto di Giovanni Antonio Medrano (nel 1737, durante il regno di Carlo di Borbone, che lo volle fortemente), con pianta a ferro di cavallo (modello d'ispirazione per altri grandi teatri d'Europa successivi, come ad esempio La Scala di Milano) fu in seguito restaurato per la prima volta in solo 9 mesi, su progetto dell'architetto Antonio Niccolini, e molte altre volte nel corso degli ultimi due secoli e mezzo, contando attualmente 1386 posti a sedere (ridotti per norme di sicurezza vigenti, rispetto ai precedenti 3285).

Sede, non solo di opere liriche (e spettacoli teatrali in genere), ma anche della più antica scuola di danza d'Italia, fondata nel 1812, ospitando tra gli altri Carla Fracci, Rudol'f Nureev, e in epoca contemporanea Roberto Bolle e l'attuale etoile dell'Opera di Parigi, Eleonora Abbagnato.

Acusticamente è considerato, sin dai suoi esordi, pressoché perfetto (ancora di più da quando nel 2009 è stato restituito alla città a seguito di uno dei numerosi interventi di restauro). Forse anche per questo la sua fama crebbe enormemente, tanto da ospitare non solo in pianta stabile il grande compositore Domenico Cimarosa, ma essere anche scenario di tante anteprime di opere d'artisti celebri (tra cui Bach e Händel). Celebri anche alcuni tra i suoi direttori d'orchestra, come Gioacchino Rossini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi. Sotto queste direzioni divenne un tale punto di riferimento da lasciare stupefatto anche Stendhal, che nel 1817 (quando il teatro era sotto la direzione di Rossini) disse: "Gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita [...] non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea".

E non è un caso che, nel '900, dopo i conflitti bellici, fu il primo teatro a riaprire. Dal 2011 il teatro è anche sede di un museo, che ripercorre tutta la storia del San Carlo. L'accesso al museo avviene dai giardini dell'adiacente residenza reale ed il percorso interno, voluto da Carlo di Borbone per accedere al teatro senza scendere in strada, permette anche di visitare storici ambienti del palazzo.

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