di Massimiliano Pennone
Un esperimento scenico che ha proposto un modo differente di conoscere l’antica città di Pompei, rivivendo le storie del passato. Octavia, l’unica tragedia romana pervenutaci integralmente e attribuita a Seneca (appositamente tradotta e adattata da Pina Catanzariti) è stata portata in scena, per la prima volta a Pompei, sabato 11 e domenica 12 novembre dal Teatro Mobile - Memoria e immaginario di Roma, un progetto di Marcello Cava, che ha visto protagonista Galatea Ranzi, attrice storica del teatro italiano, assieme a Nicola D’Eramo, Pietro Faiella, Liliana Massari, Galliano Mariani, Paolo Musio, con la partecipazione straordinaria di Ludovica Modugno.
La tragedia narra di Ottavia, la sposa che Nerone abbandona per Poppea, condannandola all’esilio e alla morte. I visitatori-spettatori muniti di audiocuffia hanno potuto ascoltare la partitura testuale, sonora e musicale del dramma in un percorso che, partendo dalla Basilica, attraverso il Foro, la via dell'Abbondanza, le Terme Stabiane e il teatro piccolo si è concluso al teatro grande. Nella tappe di questo "viaggio nel tempo" gli spettatori hanno potuto incontrare Octavia, “Chorus", e poi Seneca e Nerone, la voce del fantasma di Agrippina e Poppea in un esperimento che ha associato i luoghi, le parole e le persone alla ricerca della "memoria dell'antico".
Spazi attraversati e visioni spettacolari si sono alternati ad azioni dal vivo create per i luoghi, una messinscena che si è allontanata dalla tradizione, sperimentando l'efficacia di un dispositivo scenico che ha il connotato della leggerezza e della mobilità.
Il teatro mobile fa parte del progetto “MEMORIA E IMMAGINARIO DI ROMA” che è arrivato a Pompei dopo il successo delle anteprime nell’Estate Romana 2016, grazie al contributo diretto del Ministro per i beni, le attività culturali e il turismo e all’ospitalità del Parco archeologico di Pompei.
A Octavia si sono affiancati altri eventi collaterali in questo primo tentativo di dar vita e voce alla memoria di Roma Antica nel luogo che ne è l’emblema: venerdì 10 è stato celebrato il Bimillenario di Ovidio nell’ambito di un progetto che ha già toccato Roma, Sulmona a Costanza (i luoghi di nascita, vita e morte di Ovidio) con l’ascolto in cuffia, di Pietro Faiella e Liliana Massari che leggeranno brani da L’arte di Amare di Ovidio.
La produzione degli eventi è stata possibile grazie ai sistemi audioriceventi di MUSOUND, azienda leader nel noleggio di sistemi e apparecchiature audio per luoghi culturali e musei. L’iniziativa è inoltre si è mossa a sostegno delle aziende estrattive e di lavorazione del travertino romano per raccogliere contributi e adesioni per i suoi sviluppi futuri.
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