giovedì 30 novembre 2017

Cresce il divario tra Nord e Sud: nel Meridione, rischio povertà

di Teresa Uomo

L’Italia: uno Stato dai mille volti, ma spaccata in due. Un’Italia segnata dalla povertà. Il divario economico e sociale tra il Nord e il Sud continua ad aumentare. È ciò che emerso dagli ultimi studi dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Cgia di Mestre circa il differenziale economico tra il Nord e il Sud della nostra Bella Italia. 

In questi ultimi anni di crisi, il divario economico e sociale tra il Nord e il Sud del Paese è aumentato. Quattro i fattori presi in considerazione: il Pil pro-capite; il tasso di occupazione; il tasso di disoccupazione; il rischio povertà o esclusione sociale. 

Rispetto ai dati del 2007, ovvero prima che la crisi economica prendesse il sopravvento sul mondo intero, la situazione è peggiorata praticamente per tutti, ma è al Sud che si riscontrano maggiori preoccupazioni, come in Sardegna, in Sicilia, in Campania, in Calabria e in Molise.

Secondo gli studi della Cgia, la divaricazione più importante emerge dai dati relativi al tasso di disoccupazione e all’esclusione sociale. La situazione nel Mezzogiorno costituisce “un’emergenza”. 

Monsignor Filippo Santoro - presidente della commissione Cei per la pastorale sociale e del lavoro - sottolinea che al Sud un cittadino su due è a rischio povertà: se nel 2007 la percentuale di popolazione a rischio povertà nel Sud era al 42,7%, nel 2015 (ultimo dato disponibile a livello regionale) è salita al 46,4%. In pratica quasi un meridionale su due si trova in gravi difficoltà economiche. Al Nord, invece, la soglia di povertà è passata dal 16 al 17,4%. 

Paolo Zabeo – coordinatore dell’Ufficio Studi della Cgia – afferma che il Mezzogiorno ha delle potenzialità straordinarie ed è in grado di contribuire al rilancio dell’intera economia del Paese. Bisogna però tornare ad investire per rinnovare questa parte del Paese che, purtroppo, presenta ancora oggi forti disagi sociali e degrado ambientale.

La Campania, tuttavia, è la regione italiana, e non solo meridionale, che ha registrato nel 2016 il più alto indice di sviluppo. Sono questi i dati più rilevanti emersi nelle anticipazioni del rapporto Svimez – Associazione per lo Sviluppo dell’Industria del Mezzogiorno – che nel 2017 ha lanciato un allarme per il Sud: «Oltre un terzo dei meridionali è a rischio povertà».

Il Vicedirettore di Svimez, Giuseppe Provenzano, illustrando le anticipazioni del rapporto 2017, ha evidenziato che nel 2016 circa 10 meridionali su 100 erano in condizione di povertà assoluta, rispetto a poco più di 6 nel Centro-Nord. 

Anche i dati ISTAT sulla povertà continuano ad indicare che la disparità fra Mezzogiorno e Centro-Nord costituisce un fattore determinante per la disuguaglianza italiana complessiva.



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