giovedì 21 dicembre 2017

I pizzaioli napoletani sono Patrimonio Unesco

di Gian Marco Sbordone


Che cos’ è la pizza per Napoli? E' tradizione, ma non solo. La pizza è arte culinaria nel vero senso del termine. Ed è storia di un popolo. La pizza è amore per le cose semplici, è socialità. E la pizza è anche necessità, perché si tratta di un alimento povero, i cui elementi essenziali, alla fine, sono la farina, l'acqua, il sale, il lievito, il pomodoro ed un filo d'olio.

Esaltata da cantanti, attori e scrittori, la pizza è diventata Patrimonio Unesco. O meglio, tale riconoscimento, è stato conferito al lavoro di chi la fa. A Napoli quest’ arte si tramanda da generazioni: c’è il pizzaiolo, ma anche l’ aiutante, che di solito è il ragazzo, “O’ guaglione”, che sarebbe poi l’ apprendista. “O’ guaglione” aiutando guarda, cerca di carpire i segreti di quegli schiaffi sull'impasto che servono a dare la forma alla pizza e anche a delinearne il bordo: il cornicione.

Il 7 dicembre, dopo una giornata frenetica, dalla Corea del Sud è arrivata la notizia tanto attesa: con voto unanime il Consiglio dell’ Unesco ha deliberato l’ inserimento dell’ arte dei pizzaioli napoletani nella lista del “Patrimonio Immateriale dell'Umanità”. E’ molto importante che, per la prima volta, non è stato riconosciuto il valore di una pietanza o di un ingrediente ma il lavoro, quello, appunto, dei pizzaioli napoletani che è stato evidentemente messo sullo stesso piano di quello di un artista.

Grande soddisfazione è stata espressa da Luigi Petrillo, curatore del dossier relativo alla candidatura, che ha raccontato come la storia di questo ambito riconoscimento era iniziata 8 anni fa. Ci sono stati lunghi negoziati ma alla fine 182 Paesi hanno espresso il loro si alla scelta. Come detto, per una volta, non si è pensato di preservare la qualità di un prodotto ma di una pratica tradizionale che è anche gestualità, canto, espressioni gergali e, alla fine, esibizione. Infatti le fasi della preparazione della pizza costituiscono una rappresentazione teatrale vera e propria.

L’ Unesco ha parlato di “indiscutibile patrimonio culturale, nato nei quartieri poveri di Napoli e profondamente radicato nella vita quotidiana della comunità”. E’ stato aggiunto che “per molti giovani praticanti diventare pizzaioli rappresenta anche un modo per evitare la marginalità”. La gioia a Napoli è esplosa, da parte di tutti gli addetti al settore, ma anche da parte di tutti i napoletani che si sono sentiti gratificati ed orgogliosi per quanto accaduto.

Gino Sorbillo, Enzo Coccia, Antonio Starita e Ciro Oliva, gli ambasciatori della pizza napoletana, si sono riuniti per festeggiare nello storico locale di Sorbillo, in via dei Tribunali e, nell'occasione, sono state offerte margherite ai passanti. Coccia, intervistato al riguardo, ha parlato di genialità dei napoletani che intuirono l'importanza di aggiungere il pomodoro alla pasta del pane ottenendo, in modo così semplice, un risultato gastronomico e nutritivo straordinario. Molto orgoglioso Gino Sorbillo, che ha tenuto a rivendicare come oggi, finalmente, i pizzaioli non debbano più sentirsi ristoratori di serie B perché la pizza non sfigura nemmeno nelle cucine più prestigiose.

Il risultato arriva, come accennato, dopo un percorso iniziato nel 2009 e ci è voluto tanto impegno anche per superare il pregiudizio di alcuni Paesi, che sostenevano che alla fine quello del pizzaiolo era un fenomeno di tipo esclusivamente commerciale.

Un sostegno importante per il conseguimento del risultato è giunto dalla Coldiretti e dalla fondazione Univerde, presieduta dall'ex Ministro Alfonso Pecoraro Scanio. Poi, finalmente, l'annuncio con cui il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina ha comunicato la vittoria. Ora vengono in mente tante immagini ma, la più bella, resta quella di Sophia Loren, la bella e conturbante pizzaiola del film “L’ oro di Napoli”, di Vittorio De Sica, del 1954, che resta una pietra miliare, per la cinematografia e per l’ immagine di Napoli.

                          

Raccolta differenziata: “Comuni ricicloni” premia la Campania

di Gian Marco Sbordone


La tredicesima edizione dell’ iniziativa “Comuni Ricicloni Campania” ha decretato un discreto successo per la nostra Regione. Infatti, i Comuni che superano il 65% di raccolta differenziata dei rifiuti sono saliti a 227, con un aumento del 15% rispetto allo scorso anno. La Campania si conferma, dunque, la prima Regione dell’ intero Mezzogiorno sul fronte della raccolta differenziata e questo è una dato molto importante, soprattutto se confrontato con la drammatica situazione che, negli anni scorsi, si registrava in Regione per quanto riguarda il ciclo e lo smaltimento dei rifiuti.

Nell’ ambito di tale risultato, sicuramente soddisfacente, si evidenzia tuttavia che la soglia del 65% non è stata superata da nessuno dei Capoluoghi di Provincia. Tra questi, infatti, il primo posto spetta a Benevento che si ferma sulla soglia del 62%. Continuando con qualche numero, occorre dire che tra le Province al primo posto si attesta quella di Salerno, dove le amministrazioni che hanno raggiunto il 65% sono ben 86. Seguono Benevento e Avellino, mentre chiudono la classifica Caserta con 25 e la Provincia di Napoli con soli 18 Comuni.

Come ha giustamente messo in evidenza Michele Buonomo, Presidente di Legambiente Campania, occorre continuare su questa strada puntando soprattutto sulla prevenzione. E, nell'ambito del sistema dei rifiuti, la prevenzione si fa combattendo i pregiudizi che purtroppo ancora incombono sui rifiuti circa la loro nocività. Non si tratta solo di pregiudizi ovviamente, ma si deve sapere che le criticità si possono superare quando tutto il ciclo viene gestito nel modo corretto da parte di amministratori ed aziende all'altezza delle situazioni.

Naturalmente occorre anche l'impegno dei cittadini che devono sempre più assumere coscienza di partecipare, collaborando in maniera più diffusa e corretta alla raccolta differenziata, ad un ciclo virtuoso sia da un punto di vista economico che di salvaguardia dell’ ambiente. Tuttavia, come si accennava, possiamo essere soddisfatti, perché la Campania si lascia definitivamente alle spalle la situazione emergenziale degli anni passati e, se questo è stato possibile, bisogna riconoscere che anche i cittadini hanno avuto un atteggiamento positivo dimostrando un attenzione sui temi ambientali indubbiamente cresciuta molto negli ultimi anni. Ma, più in generale, è l'Italia che sta facendo passi avanti, mostrando grande impegno nell'applicazione delle disposizioni dell'Unione Europea per quanto concerne l'abolizione totale delle discariche, l'attivazione degli inceneritori, la riduzione della produzione di rifiuti ed il loro riuso.

Si citano, infine, alcuni riconoscimenti speciali che, come sempre, sono stati assegnati ai comuni che si sono meglio evidenziati in uno specifico settore nell'ambito della raccolta differenziata. E così il Comune di Marcianise (CE), si è assicurato un premio speciale per la raccolta di carta e cartoni. Per gli imballaggi, analogo riconoscimento è stato assegnato ad Acerno (SA), Campolattaro (BN), Chianche (AV) ed anche ad Acerra (NA). In realtà anche altri Comuni della provincia di Napoli hanno avuto premi speciali come Casalnuovo, Pomigliano d'Arco, Saviano e Portici che, insieme a Casagiove (CE), si sono assicurati il riconoscimento per i centri di raccolta.

Risultati soddisfacenti dunque, ma è evidente che Napoli e la sua Provincia devono fare molto di più. Per il Capoluogo, in particolare, la raccolta differenziata è ancora assolutamente insoddisfacente e le iniziative messe in campo negli ultimi anni per incrementarla si sono rivelate sostanzialmente un flop. Particolarmente deficitaria la situazione nelle periferie ove i livelli sono veramente negativi e per questo, nel futuro, gli interventi di prevenzione, sollecitazione ed educazione dovranno essere molto più incisivi.
                                                          

Ludopatia: una malattia dei tempi moderni

di Gian Marco Sbordone


Per alcuni anni, con la progressiva liberalizzazione del gioco d'azzardo e delle scommesse, si è assistito ad un proliferare di sale giochi e ricevitorie. Per alcuni, spesso compagnie internazionali attive nel settore, un incredibile business, per molti una vera e propria malattia.

A Napoli e in Campania da sempre c'è una particolare attrattiva per il gioco e sappiamo quanta importanza ha il lotto nella cultura popolare partenopea. Oggi la nostra Regione è tra quelle a maggiore diffusione di sale scommesse e soprattutto di slot machine, ma in questo tipo di gioco non si intravede nulla di romantico o di rilievo culturale.

Sempre più giovani e giovanissimi si avvicinano al mondo del gioco d'azzardo e la situazione negli ultimi tempi è davvero degenerata, tanto da determinare la coniazione di un termine nuovo: “ludopatia”. E’ tra le nuove dipendenze ed è molto pericolosa. In Campania sono moltissimi ad essere in cura da psicologi essendo diventati vittime del gioco d'azzardo patologico. Da uno studio emerge che vi sono pazienti giovanissimi: dieci hanno tra i 14 e i 18 anni; 74 tra i 19 e i 25 anni; 286 tra i 26 e i 45 anni.

Emerge anche che la maggior parte dei giocatori sono persone che percepiscono un reddito basso o nessun reddito. Risulta, inoltre, che la malattia è più diffusa tra coloro che hanno un titolo di studio più basso. 

Le conseguenze della patologia del gioco sono devastanti. Come avviene per le altre dipendenze la vita delle persone coinvolte ne viene completamente stravolta. Ne risentono le relazioni, la serenità coniugale, la capacità di concentrazione. Ci sono poi le conseguenze dei debiti contratti dai giocatori. Molti sono costretti a vendere beni familiari, a volte addirittura immobili. Altri fanno ricorso a prestiti illegali e talvolta rimangono strozzati dagli usurai. E poi ci sono quelli che si danno ai furti o alla commissione di altri reati.

Insomma una vera piaga alla quale nell'ultimo periodo si sta provando a porre rimedio stabilendo una serie di limitazioni all'apertura di nuove sale gioco ed anzi alla chiusura di parte di quelle esistenti. In Campania, nel rispetto di un accordo Stato- Regioni, si vuole arrivare a dimezzare le sale e a ridurre di un terzo le postazione installate.

Le slot da rottamare in Campania entro il prossimo anno dovranno essere 11.000. Le associazioni che si battono contro la ludopatia sono soddisfatte e ci si augura che questo “pugno di ferro”, che prevede anche il rispetto di determinate distanze dalle sale slot da alcuni luoghi sensibili, a cominciare dalle scuole, possa dare in breve risultati positivi.

Anche i Comuni stanno facendo la loro parte. Avellino si è dotata di un “regolamento per il gioco d'azzardo”; ad Acerra sono state poste forti limitazioni all'esercizio delle sale slot. Anche a Napoli si stanno studiando misure per contrastare la diffusione del gioco prevedendo forti restrizioni, soprattutto per quanto riguarda gli orari di apertura. Il problema è molto serio e non bisogna abbassare la guardia.


Solidarietà nel solco della tradizione: il giocattolo sospeso

di Gian Marco Sbordone

Quello del “caffè sospeso” è un'usanza tradizionale napoletana molto conosciuta, anche grazie a vari riferimenti nella letteratura e nella cinematografia, ma sulla quale occorrerebbe riflettere. Molto si è scritto, infatti, sul valore del dono, sull'importanza del dare ed il “caffè sospeso” è tutto questo, ma è anche di più. Intanto perché si dona ad uno sconosciuto, ad un passante, ad una persona che non si incontrerà probabilmente mai nella vita. Poi, per ciò che si dona: il caffè, che a Napoli è il simbolo della convivialità, dell'amicizia. Offrire il caffè accorcia le distanze, rompe i dissapori, può avviare un rapporto di amicizia o qualcosa di più.

Il Comune di Napoli ha ideato, attraverso l' Assessorato Ai Giovani, il “Giocattolo Sospeso”. L'iniziativa ha evidentemente le stesse finalità, ma è rivolta ai più piccoli. In un mondo in cui le differenze sociali si allargano sempre di più e accanto ai bambini più fortunati, che di giocattoli ne hanno anche troppi, cresce il numero di quelli che non possono averne e questa è una cosa veramente intollerabile e lo è ancora di più a Natale, la festa per eccellenza, allorquando nelle case si depongono i doni sotto l'albero, in attesa di scartarli.

E allora, grazie a questa iniziativa, ciascuno può acquistare un giocattolo da lasciare al negozio e permettere a chi ne ha bisogno di ritirarlo. L'idea è stata lanciata lo scorso anno ed ha avuto un grande successo, permettendo la raccolta di mille “giocattoli sospesi”, che sono stati distribuiti nel periodo natalizio grazie anche alla collaborazione di associazioni che da anni svolgono la loro attività a favore di bambini su tutto il territorio cittadino.

Si tratta, quindi, di un gesto di solidarietà straordinario che può far felici tanti piccoli meno fortunati, ma farà felici anche coloro che acquistano i doni per loro. L’ acquirente ritira lo scontrino fiscale al momento dell’ acquisto e il negoziante annota il suo nominativo in un registro insieme alla data dell’ acquisto e al modello del giocattolo acquistato.

Anche le persone che ritirano il dono dovranno lasciare il proprio nominativo, insieme alla copia di un documento di identità ed il negoziante rilascerà uno scontrino fiscale riportante la dicitura “corrispettivo non pagato” e conserverà copie di documenti per eventuali successivi riscontri.

Alcune regole sono necessarie per garantire la correttezza e la trasparenza dell’ operazione su cui vigilerà la Polizia Municipale. Occorre promuovere la diffusione di iniziative come questa, che avvicinano le persone diffondendo la pratica delle “azioni buone”.

Quest' iniziativa, come quella del “caffè sospeso”, doveva necessariamente nascere a Napoli, dove il gran cuore delle persone, che non è un luogo comune, ha difficoltà ad essere portato in evidenza. Le cose negative di Napoli e dei napoletani, infatti, continuano ad essere purtroppo quelle più conosciute e propagandate, tanto da determinare l’ identificazione della nostra gente con bruttissimi stereotipi.

Un plauso quindi all'Amministrazione Comunale, che sta facendo molto proprio per ristabilire la giusta rappresentazione di Napoli e della napoletanità, nazionale ed internazionale. Ciascuno tuttavia, su questo terreno, è chiamato a fare la propria parte.


Circumvesuviana: il disastro e la speranza

di Gian Marco Sbordone

Secondo Legambiente, che ha pubblicato i dati della sua campagna “Pendolaria”, la Circumvesuviana è tra le dieci peggiori linee del trasporto ferroviario nazionale. Per i viaggiatori campani la notizia non ha suscitato sorprese poiché, effettivamente, il servizio reso da quella azienda appare veramente disastroso. Continui ritardi, soppressioni di treni, convogli e stazioni sporche e insicure determinano una situazione davvero difficile per quanti devono necessariamente servirsi di quel mezzo di trasporto.

Dal rapporto di Legambiente emerge che tra i treni in circolazione, 35 sono stati costruiti nei primi anni Novanta e 85 addirittura negli anni Settanta. Ma il dato veramente raccapricciante è proprio quello relativo alla soppressione dei treni: ben 4.252 in un anno solare.

C'è poi il capitolo sicurezza che offre uno scenario veramente desolante: scippi, aggressioni e danneggiamenti sono all’ ordine del giorno. Non si contano le denunce dei controllori impegnati su quei convogli che, nell'esercizio delle loro funzioni, rischiano quotidianamente la propria incolumità.

Legambiente, accomunando in questo scenario disastroso tutto il trasporto pubblico locale campano, afferma che la Circumvesuviana in realtà rappresenta solo il caso più eclatante. Le cose, infatti, non sembrano andare meglio per la Cumana e la Circumflegrea. Dice Antonio Gallozzi, Direttore Legambiente Campania: “la Campania ogni anno perde viaggiatori mentre ha bisogno di aumentare il numero dei passeggeri che viaggiano in metro ed in treno se vuole migliorare la qualità dell’ aria e ridurre le emissioni di CO2.”

Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca tuttavia, ha annunciato importanti investimenti: 450 milioni di euro per l ’EAV, la società che gestisce, oltre la Circumvesuviana, anche la Cumana e la Circumflegrea. E’ previsto l’ acquisto di 44 nuovi treni, nonché la riqualificazione delle stazioni che saranno dotate tutte di impianti di videosorveglianza.

Secondo il Governatore, la Circumvesuviana diventerà una delle più importanti realtà pubbliche nell'ambito del trasporto locale. Il rilancio dell'azienda passerà anche attraverso l'assunzione di centinaia di giovani grazie a una norma sui prepensionamenti che sarà finanziata con dieci milioni di euro.

Naturalmente le dichiarazioni del Presidente De Luca non hanno né convinto né rassicurato tutti. Ed è comprensibile perché i cittadini sono veramente stanchi di un servizio tanto deficitario da rendere qualsiasi spostamento un percorso di lotta e di rischio. Sono stanchi di subire le conseguenze e i ritardi che incidono sul lavoro, sulle attività scolastiche e sullo svago.

Sul fronte politico le maggiori critiche a De Luca sono venute dal Movimento 5 Stelle che giudica grave il fatto che la Giunta Regionale non abbia mai proceduto ad una seria analisi delle responsabilità di chi ha ridotto l'azienda nello stato in cui si trova attualmente, peraltro con una massa debitoria che ammonta a 590 milioni di euro.

Auguriamoci che l’ inversione promessa dal Governatore si realizzi ed in tempi brevi. E’ una questione addirittura di dignità da salvaguardare per i cittadini campani. Ma è da considerare che è anche l’ immagine stessa della città di Napoli e della Regione ad essere gravemente macchiata da un servizio di trasporto pubblico che attualmente non appare degno di un Paese civile.


Campania Experience: a Napoli va in scena la tradizione

di Gian Marco Sbordone


A Napoli si è svolta  un’iniziativa davvero speciale. Tra Piazza Municipio ed il Maschio Angioino ha avuto luogo, infatti, “Campania Experience: emozioni di altri mondi”. In una società che appare sempre più proiettata da un lato verso la tecnica e la tecnologia e dall'altro verso il divertimento effimero, dobbiamo salutare con grande soddisfazione, questo progetto, ideato ed organizzato dall'associazione Campania Experience, che ha effettuato un vero e proprio viaggio attraverso la riproposizione di alcune esperienze molto suggestive, diffuse nel periodo borbonico, come ad esempio l'antica soppressata nella cera. Sono state poi esposti agli spettatori alcuni prodotti artigianali risalenti alla medesima epoca come la chitarra battente.

Nel settore dell’ artigianato e dell’ agricoltura, vi sono stati due appuntamenti quotidiani molto interessanti: “State mman all’ art” e “Storie della terra”. Nel primo, due artigiani hanno raccontato la loro arte, nel secondo, sono stati gli agricoltori ad esporre vicende legate alle coltivazioni. L'obiettivo dell’ evento è stato proprio quello di valorizzare le antiche produzioni, soprattutto di epoca borbonica.

In tutte le serate anche molti studenti si sono impegnati nell'illustrazione delle eccellenze della nostra terra, nonché delle più corrette abitudini alimentari. Nel progetto sono state impegnate ben 45 aziende della gastronomia e dell'artigianato nonché le aziende agricole della Campania specializzate in antiche coltivazioni.

Molto interessanti anche gli eventi collaterali realizzati tra il Comune e il Municipio, come la rassegna delle auto storiche ed un grande show mentre, nel giorno della chiusura, si è svolta una serata di beneficenza presso la Chiesa di San Potito con l’ esibizione del coro diretto dal Maestro Morelli.

Insomma si è trattato di una occasione straordinaria per mettere in scena qualcosa di veramente nuovo basato sull'antico, sulle nostre tradizioni e le nostre radici. E il successo dell’ iniziativa ha messo in luce come progetti di questo tipo possano riuscire, sollecitando emozioni e riflessioni anche molto profonde.

Il periodo natalizio ha garantito un’ ottima cornice di pubblico. Ci si deve augurare, quindi, che l'evento possa ripetersi con la partecipazione anche di altre realtà e aziende della nostra città e della nostra Regione.

Vale la pena di menzionare gli enti che hanno patrocinato l’ evento: Comune Di Napoli, Fondazione Grande Lucana Onlus, Banco del Cilento di Sassano e Vallo di Diano e Lucania, G.A.L. Casacastra, Legambiente e F.I.E. Numerosissime, infine, le associazioni e le cooperative che hanno offerto la loro preziosa collaborazione.
                                                                               

Salvini, la Lega e il ruolo della politica

 di Gian Marco Sbordone

Gianluca Cantalamessa, Coordinatore Regionale di “Noi Con Salvini”, è soddisfatto. Tra sabato e domenica, il 2 e 3 dicembre scorso, presso i gazebo allestiti in vari centri della Campania (47 per la precisione), sono state raccolte quattromilacinquecento firme a favore di alcune delle più rilevanti proposte politiche e legislative del partito del leader lombardo.

Il punto principale del programma leghista, attualmente, appare il no convinto allo Ius Soli. Ma i cittadini campani hanno firmato anche per chiedere una minore pressione fiscale e a favore di politiche che, in generale, tengano conto delle esigenze degli italiani prima di quelle degli immigrati.

La raccolta delle firme segue un importante iniziativa tenuta da Matteo Salvini a Castelvolturno alcuni giorni prima. Vi hanno preso parte 90 amministratori. E’ stata l’ occasione, ha detto Cantalamessa, per trovare conferme circa la validità della struttura del partito, che appare funzionale ed adeguata, “ con un Coordinamento regionale che guida i Coordinamenti provinciali e cittadini”.

Cantalamessa ha anche annunciato che da metà dicembre una folta delegazione del partito campano è a Roma per sostenere la campagna elettorale ed ha voluto ringraziare gli attivisti e tutti i campani: “centinaia di militanti, al freddo intenso, hanno risposto con il calore della partecipazione e della disponibilità. La gente ha capito ed ha apprezzato lo sforzo che, come movimento politico, stiamo portando avanti nei territori”. Il partito di Salvini sarebbe dunque in crescita anche da noi e probabilmente c’è del vero nelle parole espresse da Cantalamessa al netto di una certa enfasi.

In realtà i temi posti dalla Lega continuano ad essere quelli maggiormente sentiti dalla popolazione, anche perché le risposte fornite ad oggi sulla questione immigrazione e su quella della pressione fiscale non sono apparse, in genere, convincenti. In ogni caso appare evidente che su queste questioni si giocherà, in larga misura, la campagna elettorale che in pratica è già iniziata. Il tema dell'immigrazione si intreccia con quello della sicurezza ed entrambi appaiono nervi scoperti per le nostre comunità.

C’ è un clima di grande incertezza e confusione perché, se è evidente che non esistono ricette miracolose per una soluzione delle problematiche sul fronte dell’ immigrazione e della sicurezza, i cittadini attendono, in qualche modo, di essere rassicurati.

Occorre puntare su politiche dell'immigrazione credibili e sostenibili che dovrebbero basarsi da un lato sull'esigenza imprescindibile di salvare quanto più vite umane possibile ma, dall’ altro, di avviare gli immigrati in un percorso di inserimento sociale e culturale. E, infine, occorre essere in grado di colpire chi, arrivato nelle nostre città e nei nostri comuni, mostra di non adattarsi alle regole del nostro vivere civile e delle nostre leggi. Non è facile, ovviamente, perché su queste tematiche insistono difficoltà di vario genere, a cominciare da quelle economiche. E tuttavia, la discussione sullo Ius Soli è inevitabilmente condizionata proprio da queste problematiche. La politica, quella con la P maiuscola, è chiamata dunque a fare delle scelte, anche coraggiose e impopolari.


venerdì 15 dicembre 2017

Affitti: nel 2017 tornano a crescere i canoni in Italia

di Massimiliano Pennone

Dopo lo stallo del 2016, i canoni di locazione in Italia sono tornati a crescere. E’ quanto emerge dal Rapporto sulle locazioni 2017 di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione con circa 300 agenzie, elaborato con il supporto scientifico di Nomisma. “Nel 2017 – afferma Silvia Spronelli, presidente di Solo Affittiil mercato delle locazioni ritorna più vivace e dinamico, con canoni in crescita soprattutto per monolocali, trilocali e quadrilocali (+2,8 ciascuno), anche se non in egual misura in tutte le città.Sotto il profilo fiscale, ormai oltre il 90% dei proprietari opta per la cedolare secca, prevalentemente associata (nel 64,5% dei casi) ai contratti a canone concordato”.

In linea anche con la ripresa economica, a Milano i canoni di locazione sono cresciuti dello 0,8%, ma l’incremento arriva anche al +8% per le abitazioni arredate. Secondo le rilevazioni di Solo Affitti, di segno opposto risulta l’andamento dei valori dei canoni a Roma; il segno meno è più marcato per gli immobili arredati (-5,5%). Segno – fanno notare da Solo Affitti – che molti romani, non riuscendo più a sostenere canoni elevati, sono costretti a ripiegare o su case maggiormente periferiche o su metrature più piccole.

Il Rapporto sulle locazioni evidenzia un allargamento della forbice dei canoni medi tra Roma (789 euro) e Milano (938 euro), che quest’anno arriva a 149 euro (era 108 euro nel 2016). Tra i capoluoghi con i canoni più elevati ci sono anche Firenze (652 euro), Venezia (631 euro), Trento (591 euro), Bologna (589 euro) e Napoli (572 euro).

I prezzi più bassi sono a Catanzaro (327 euro), seguita da Perugia (356 euro), Potenza (367 euro), Campobasso (391 euro) e Palermo (393 euro). Sempre più lavoratori, studenti e turisti scelgono dunque l’affitto. Secondo il Rapporto, scende invece dal 55,9% del 2016 al 47,5% di quest’anno la quota di inquilini che sceglie la casa in affitto come “abitazione principale”. Cresce, al contrario, la quota di lavoratori in trasferta (dal 27% al 30,3%) e degli studenti (dal 16,2% al 20,1%), che cercano appartamenti di grandi dimensioni per vivere in condivisione, determinando un incremento dei prezzi dei trilocali.

Quasi triplicata infine la quota di chi sceglie gli affitti brevi (dallo 0,8% al 2,1%), per turismo, trasferte occasionali o per assistere familiari ricoverati in ospedali di città diverse da quelle di residenza. "Quello degli affitti brevi – spiega Silvia Spronelli – è un trend destinato a crescere non solo perché viene promosso sempre più spesso dagli agenti immobiliari ma anche perché i proprietari, alla luce delle norme introdotte quest’estate, preferiscono affidarsi a dei professionisti per la gestione delle pratiche burocratiche e fiscali". Secondo il Rapporto, nei prossimi mesi il numero dei contratti di affitto dovrebbe crescere nella maggior parte dei capoluoghi, con un andamento più dinamico nelle aree urbane centrali.


Napoli: al Bellini "Questi Fantasmi" di De Filippo

di Antonio Ianuale


Con l’anno nuovo in arrivo, torna sul palcoscenico il genio di Eduardo con la pièce “Questi Fantasmi” in scena al Teatro Bellini dal 9 al 21 gennaio dopo aver fatto tappa a Foggia, Firenze e Torino. La regia è affidata a Marco Tullio Giordana, regista di titoli apprezzati come “I cento passi”, “La Meglio gioventù” e “Romanzo di una strage”, il protagonista Pasquale Lojacono è affidato all’attore Gianfelice Imparato, nato artisticamente sotto la guida di Luca De Filippo, che si divide molto abilmente tra teatro, cinema e televisione. 

L'intramontabile testo è portato in scena da Elledieffe, la Compagnia di Luca De Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi con un cast che unisce accanto ad attori più esperti e navigati un nutrito gruppo di giovanissimi, il tutto sotto la sapiente regia di Giordana: “Ho deciso di affidare il testo – ha dichiarato Carolina Rosi – alla preziosa ed attenta regia di Marco Tullio Giordana, sicura che ne avrebbe esaltato i valori ed i contenuti, che avrebbe abbracciato la compagnia e diretto la messinscena con lo stesso amore con il quale cura ogni fotogramma”. Il testo è uno dei più conosciuti dell’immensa produzione eduardiana, portato due volte al cinema con Renato Rascel prima e con la coppia Gassman-Loren successivamente, riportato in televisione da Massimo Ranieri proprio pochi anni fa. 

Scritta nel 1945, fu una delle prime opere di Eduardo portate all’estero, nel 1955 a Parigi, al Théâtre de la Ville con Sarah Bernhardt. La trama è fin troppo conosciuta: Pasquale Lojacono è un borghese in cerca della svolta, per lasciarsi alle spalle le miserie della guerra e ricostruire il suo rapporto con la moglie. A tal fine va ad abitare in un palazzo seicentesco che si crede infestato dai fantasmi, e per questo affittato a un prezzo molto modesto. Pasquale all’inizio si mostra sicuro nel non credere ad alcun fantasma, ma presto dovrà fare i conti con strane sparizioni e apparizioni inspiegabili che fanno vacillare la sua ferma convinzione. Tra il meschino guardaporta Raffaele e il professore Santanna, “l’anima utile” che non si vede ma fa da spalla ai monologhi del personaggio, il povero Lojacono si dovrà districare tra la moglie, l’amante della stessa e altri personaggi che renderanno il progetto iniziale più complicato del previsto. 

Questi fantasmi è un testo che, come tutto il teatro di De Filippo, analizza con senso critico, condito da un po’ di amarezza, la società italiana ancora sconvolta dalla guerra, e ne mostra tutte le sue più infime contraddizioni, fino all’identificazioni dei fantasmi con gli stessi uomini: “Niente, professore… non è niente, i fantasmi non esistono, li abbiamo inventati noi; siamo noi i fantasmi!”. 

De Filippo stesso ha sentenziato l’essenza di questo testo drammatico che sembra non lasciare spazio ad alcuna possibilità di redenzione per gli uomini: “ho dichiarato sempre che si tratta di una tragedia moderna perché c'è la capitolazione di tutti i sentimenti, la distruzione di tutti i poteri morali di questa nostra, tra virgolette, civiltà. Insomma, è il momento di sbandamento del dopoguerra che ha rivoluzionato poi tutto. I fantasmi, chi sono? … Io dico che i fantasmi siamo noi, lo siamo quando non vogliamo credere che una realtà ci annienta, anzi ci schiaccia, ne consegue che per salvare la faccia crediamo in tutto quello che può illudere”. Un testo che conserva una sua precisa attualità in un universo dove i punti di riferimento sono sempre più instabili, e dove gli uomini, come direbbe Pirandello, sono ormai sempre più personaggi che persone.


Arte: inaugurata a Napoli la mostra "Museo della Follia"

di Massimiliano Pennone

Da questo mese è possibile visitare a Napoli la mostra “Museo della Follia”, curata da Vittorio Sgarbi e allestita presso la Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta a Napoli fino al 27 maggio del prossimo anno. La mostra itinerante – a cura di Vittorio Sgarbi, realizzata da Cesare Inzerillo, Giovanni Lettini, Stefano Morelli e Sara Pallavicini - si snoda in un percorso eterogeneo di oltre 200 opere tra dipinti, fotografie, sculture, oggetti e installazioni multimediali sul tema della follia.

La mostra si articola in diverse sezioni: il percorso apre con i dipinti e le sculture di grandi maestri della storia dell’arte internazionale come Francisco Goya, Francis Bacon, Adolfo Wildt e nazionale – come Telemaco Signorini, Fausto Pirandello, Antonio Ligabue – la cui mente, attraversata dal turbamento, ha dato forma a un’arte allucinata e visionaria. Prosegue poi con gli Stereoscopi: supporti magici attraverso i quali il visitatore viene trasportato in un'altra dimensione, precisamente nell’ex ospedale psichiatrico di Mombello, luogo dove ha trascorso diversi anni della sua vita l'artista Gino Sandri, al quale è dedicata questa sezione, e le cui opere si alternano in un corridoio di emozioni.

Tra le novità di questa edizione ci sono due imponenti sculture che portano la firma di Cesare Inzerillo. La prima, omaggio alla città di Napoli e alla sua tradizione scaramantica, è un Corno Reale di oltre 3 metri; l’altra è un colossale Apribocca – realizzato su modello del vero presente in mostra – posto in relazione al celebre dipinto "L’adolescente" di Silvestro Lega.

In questa edizione allestita a Napoli, la vera grande novità, da cui ha origine il sottotitolo, è l’ingresso del mondo del calcio in quello dell’arte: il Museo della Follia include qui, tra le vite di pittori, scultori e poeti, la presenza di Diego Armando Maradona.

Non esiste un capolavoro indiscusso come non esiste un genio indiscusso”, ha dichiarato in occasione dell’inaugurazione della mostra Sgarbi, “fino a Caravaggio la vita di artisti anche immensi come Leonardo o Michelangelo è inferiore all'opera. Con lui la vita diventa arte. Come in Maradona. In entrambi l'esistenza passa per un abisso che non santifica. Non è una forzatura. I volti di Caravaggio sono i ragazzi di vita, delle strade, delle periferie dell'umanità. Le sue opere mostrano al contempo dolore e divino, luce e buio, peccato e redenzione. Maradona è il Caravaggio del Novecento. E io lo porto in un museo”.

Un repertorio, senza proclami, senza manifesti, senza denunce”, ha concluso il curatore. “Uomini e donne come noi, sfortunati, umiliati, isolati. E ancora vivi nella incredula disperazione dei loro sguardi. Condannati senza colpa, incriminati senza reati per il solo destino di essere diversi, cioè individui. Nella storia dell'arte, anche prima dei casi clamorosi di Van Gogh e di Ligabue, molti sono gli artisti la cui mente è attraversata dal turbamento, che si esprimono in una lingua visionaria e allucinata. Ognuno di loro ha una storia, una dimensione che non si misura con la realtà, ma con il sogno”.



Ercolano ricorda Amedei Maiuri: una giornata dedicata all'archeologo che rivalutò gli scavi

di Massimiliano Pennone

Amedeo Maiuri
Il 1 dicembre scorso si è tenuta presso il Parco Archeologico di Ercolano la Giornata Studi sull’impresa archeologica di Amedeo Maiuri, che ha raccolto prestigiosi interventi da parte di studiosi di fama internazionale, focalizzati sulla centralità della figura dell’archeologo che quasi un secolo fa si dedicò al recupero dell’importantissimo sito archeologico di Ercolano. “Chiunque si confronti con Ercolano oggigiorno e nel futuro deve guardare alla figura di Maiuri - ha dichiarato il Direttore del Parco Francesco Sirano -, questo il motivo dell’intera giornata dedicata alla figura di Amedeo Maiuri. Non va trascurato e dimenticato che l’immagine consolidata della Ercolano di oggi è il risultato del lavoro di Amedeo Maiuri; la sua capacità di aver saputo valorizzare il sito alla maniera moderna con il suggerimento delle ricostruzioni degli interni, la dimostrazione della presenza di più piani nelle abitazioni, tutti abitati, sono aspetti particolarmente innovativi se si pensa soprattutto che sono stati elaborati negli anni 30”.

Alla presenza del Sottosegretario Antimo Cesaro e del Comune di Ercolano, e con la partecipazione del Prof. Andrew Wallace Hadrill, uno dei principali ispiratori del progetto Packard ad Ercolano, si è svolta poi nel pomeriggio l’inaugurazione dell’ulteriore tappa della Mostra-percorso “Maiuri pop-up: Scavare”, ideali finestre che si aprono nel sito archeologico realizzate dal Parco Archeologico con l’Herculaneum Conservation Project.

Interventi ispirati al lavoro di Maiuri, di cui quest’anno ricorre il 90° anniversario. I Pop Up sviluppano due tematiche: da un lato le ricerche e gli studi sugli aspetti storico archeologici, conservativi e museografici; dall’altro originali proposte di lettura dal mondo contemporaneo che sviluppano un ideale dialogo con l’impresa di Maiuri, grazie all’apporto di artisti come oggi avvenuto con Michele Iodice

Dal Direttore i ringraziamenti a tutto il personale per la partecipazione corale e per la buona riuscita del duplice evento, che ha di fatto riaperto il cantiere di Ercolano declinata al futuro,”il Parco oggi ha dimostrato capacità di sostenere un progetto culturale innovativo e di ricevere grandi eventi rivolti ad una platea composta da un pubblico potenzialmente molto più ampio di quanto non sia stato fatto nel passato accrescendo nel contempo la qualità al mondo culturale e di ampliamento della fruizione del sito”. Ringraziamenti rivolti anche al MAV (Museo Archeologico Virtuale) per il supporto multimediale e all'Istituto Tilgher che, nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro, ha egregiamente collaborato all’ospitalità con le classi di sala, accoglienza turistica e cucina.


La Napoli dei bulli

di Noemi Colicchio

Scuola media, ragazzino di 13 anni colto in classe dagli insegnanti con un coltello multiuso dotato di lama da 6 cm. Gli agenti della Polizia municipale della sezione Chiaia intervengono tempestivamente nel quartiere, destando l’allerta di tutti: genitori, giornali, dirigenti scolastici. La madre del giovane ha dichiarato di non essere a conoscenza che il figlio fosse in possesso dell’arma. Allertata anche la Procura dei minori per vigilare quindi sul contesto familiare. Questo l’ultimo episodio di un filone di eventi di notevole portata, che sembrano ingigantirsi ogni giorno di più per gravità e frequenza. Dagli accoltellamenti alle sparatorie in pieno giorno o serata, i protagonisti sembrano essere sempre gli stessi: che siano della Napoli bene o della periferia, restano pur sempre ragazzini intorno ai 15 anni

Nell’ anno scolastico 2016 – 2017 sono stati 616 i casi di bullismo accertato nelle scuole campane. A dircelo è la ricerca «L'incidenza del bullismo nelle scuole della Campania», voluta dal Garante regionale dell'Infanzia e dell'adolescenza, probabilmente allertato dall’andazzo della situazione. I picchi più alti si registrano nelle province di Napoli e Caserta: la prima conta una media di tre casi per scuola, eccezione fatta per un solo Istituto Comprensivo dove le azioni dei bulli sono arrivate addirittura a sfiorare la settantina; il casertano sfiora il triste podio con una media del 2,5 di casi per scuola. 

Vettore di ricerca interessante è l’incidenza di questi casi sul rendimento scolastico, che a volte sembra essere esente da questo genere di problematiche ma in realtà ne risente per primo. Secondo il 60% dei docenti, il bullismo porta l’asticella qualitativa della carriera scolastica di tutti i ragazzi coinvolti nel contesto ad abbassarsi di “molto”. La parte restante del campione ritiene invece che l’avverbio giusto sia “abbastanza” o addirittura “poco”. Di questi stessi docenti, il 28% solamente ritiene di non essere in grado di gestire autonomamente il problema. Il 38% in provincia. Il resto del campione, ritiene, invece, che «poco» o «abbastanza». Ma siamo sicuri che la restante parte sappia davvero come gestire una situazione simile? 

«Purtroppo abbiamo un dato davvero negativo che ci fa preoccupare e che indica come questo fenomeno sia in aumento» commenta Rosa D'Amelio, Presidente del Consiglio regionale della Campania, in merito ai dati della ricerca. «Siamo stati i primi in Italia ad approvare una legge sul bullismo e cyberbullismo - ha affermato – e ogni anno ospitiamo circa 3mila studenti». «Da loro, già prima dell'approvazione della legge regionale - ha sottolineato - sono arrivate proposte elaborate proprio su questi fenomeni. Segno che i ragazzi avvertono il problema». «Noi abbiamo finanziato la legge con 200mila euro - ha aggiunto la D'Amelio - dobbiamo lavorare in direzione dell'educazione dei ragazzi, ma anche con le nuove tecnologie perché oggi, molti di questi casi avvengono nell'ambito scolastico, ma purtroppo anche attraverso la Rete». «Dobbiamo formare anche le famiglie affinché percepiscano i segnali che arrivano dei loro ragazzi - ha concluso - perché spesso il ragazzo si vergogna di dirlo alla famiglia e si interviene quando si è già parecchio in ritardo».


"Intolleranza" nei Tribunali: i casi in Campania

di Antonio Cimminiello


Di episodi di intolleranza, si sa, ne è piena purtroppo la vita quotidiana. Ma è possibile che gli stessi accadano...in un Tribunale? Due recenti casi del genere sembrano proprio confermare ciò. "Teatri" delle vicende sono stati il Giudice di Pace di Torre Annunziata ed il Tribunale di Salerno

Nel primo è stata coinvolta un'avvocatessa in avanzato stato di gravidanza. Nella giornata del 2 Novembre scorso la celebrazione delle diverse cause dinanzi al Giudice oplontino va per le lunghe, e la donna, in virtù anche della necessità di dover andare in bagno, si rivolge così al giudice due volte affinchè la sua causa potesse essere trattata con priorità; la risposta è sorprendente, dato che oltre al diniego la donna viene invitata a prendersi nel frattempo un caffè. L'avvocatessa sarà così costretta a lasciare il tribunale ben 6 ore e mezzo dopo l'inizio dell'udienza

L'altro episodio coinvolge invece un avvocato affetto da sclerosi multipla progressiva, il quale avanzava richiesta al Presidente del Tribunale di Salerno affinchè gli fosse consentito di raggiungere con l'automobile i parcheggi sottostanti la nuova cittadella giudiziaria, date le difficoltà di movimento provocate dalla sua malattia. La richiesta era motivata dall'impossibilità di trovare una adeguata soluzione alternativa per raggiungere il Tribunale, in virtù pure dello stato dei luoghi (sarebbe stato necessario percorrere infatti un tratto di circa un chilometro, fatto di scalinate e spiazzi da attraversare e superare, con inevitabile difficoltà) che impone la presenza continua di un accompagnatore. Anche in questo caso però la risposta si risolve in un rifiuto, o meglio nella sola concessione della possibilità di attraversare con l'auto- ma senza poter parcheggiarla- un tratto di via normalmente riservato, il che ovviamente non risolve il problema esposto. 

Le vicende hanno avuto uno strascico, come prevedibile, tanto che oltre all'attivazione dei Consigli degli Ordini Forensi di appartenenza ci sono state ad esempio anche le scuse del Presidente del Tribunale e dei Giudici d Pace di Torre Annunziata nei confronti dell'avvocatessa in dolce attesa. 

Che cosa resta di tutto ciò? Le necessità che senza dubbio sorgono in ordine alla trattazione adeguata ed ordinata di un numero di cause che spesso è davvero esorbitante (e la Campania purtroppo annovera diversi esempi di elevati numeri di procedimenti ancora pendenti) non giustificano una disattenzione o superficialità nell'affrontare esigenze materiali, ma ugualmente importanti. Tra l'altro i casi descritti non riguardano incrinature nel rapporto tra chi ugualmente lavora con la legge, seppur in "postazioni" diverse, ma una più grave negazione, voluta o meno, di diritti – qual è la tutela della salute- che spettano in quanto persona e quindi a prescindere dalla toga. 

Forse una "comprensione" effettiva al di là di regole puramente formali potrebbe essere anch'essa d'aiuto nella difficile e quotidiana convivenza con le ormai note difficoltà organizzative e lavorative dei tribunali campani.





Il nuovo Piano Ospedaliero del Governatore De Luca

di Luigi Rinaldi

Da tanto forse troppo tempo si discute su come risolvere i problemi del Sistema Sanitario della nostra Regione. Nel corso degli anni sono state fatte promesse da tutti i fronti della politica, ci sono state fasi di commissariamento, ma i risultati conseguiti sono stati sempre modesti. Le aspettative di tanti assistiti sono ora rivolte al nuovo Piano Ospedaliero presentato dal Governatore Vincenzo De Luca, che ha recentemente incassato anche il via libera dal Governo, con il contestuale sblocco di 290 milioni di premialità del 2014, finora bloccati al palo. 

Secondo il Governatore della Campania il nuovo Piano di programmazione sarà in grado di rivoluzionare la sanità della nostra Regione, fotografando il fabbisogno assistenziale e disegnando una nuova organizzazione del sistema ospedaliero. Innanzitutto il piano punta ad un considerevole aumento dei posti letto. L’obiettivo è quello di raggiungere 19 mila 841 posti letto (pari a 3,6 posti letto per 1.000 abitanti), con l’attivazione di nuovi 1.637 posti letto aggiuntivi. Il perseguimento di tale obiettivo andrà di pari passo con la messa in sicurezza di numerosi ospedali dal San Paolo al San Giovanni Bosco, dal Loreto Nuovo al Pellegrini, dagli Incurabili al San Gennaro, senza trascurare il Capilupi, il Santobono-Pausilipon, il Pascale, il Policlinico Federico II e il Cardarelli

Novità significative riguarderanno l’ingresso della Azienda dei Colli (Monaldi, Cotugno e Cto) nella rete dell’emergenza che diventa un Dea di II livello (tramite il Cto a sua volta pronto soccorso attivo h 24 a partire dal prossimo febbraio). A Napoli si concentrano alcune delle più rilevanti novità del piano ospedaliero con l’ingresso delle due Università nella rete dell’emergenza (tramite il 118), la valorizzazione dell’infettivologia pediatrica al Cotugno (che diventa Centro regionale anche per tale disciplina), l’innovativo centro per patologie fetali del Monaldi (dove all’unità per patologie cardiache viene affiancato un percorso ostetrico dedicato per i bimbi cardiopatici da assistere dopo la nascita con immediata e tempestiva assistenza grazie alla Terapia intensiva neonatale), il potenziamento dello Sten (trasporto neonatale). 

Nell’ambito della Napoli 2 la novità di maggior rilievo è quella che riguarda l’ospedale di Procida, che conserverà l’attuale assetto con 9 posti di cui 2 di Medicina, 2 di Chirurgia e 2 di Ostetricia e 3 di Pronto soccorso, diventando stabilimento del presidio di Ischia. L’ospedale di Procida funzionerà in raccordo con l’ospedale di Pozzuoli (da cui proviene il personale di turno), così da assicurare assistenza anche in condizioni meteo avverse. A regime la ASL Na2 Nord riceverà un incremento di 215 posti letto. Cambierà poco, invece, nell’assetto della rete della Asl Na 3 Sud che, tuttavia, sarà incrementata di 388 posti letto. 

Nella provincia di Salerno sono previsti 3.722 posti letto (pari a 3,37 posti letto per mille abitanti), in leggero incremento rispetto a quelli esistenti che sono pari a 3.665. Qui la novità più significativa è quella dell’ospedale di Agropoli, già Centro ambulatoriale ad indirizzo oncologico, che diventerà ospedale con pronto soccorso e con 20 posti letto. Esso viene aggregato come stabilimento a Vallo della Lucania

Per quanto riguarda l’area di Benevento ed Avellino, risulta un eccesso di offerta di posti letto, per cui, in questo caso, il piano tenderà a riequilibrare la situazione. Nel casertano, invece, a fronte di un attuale disponibilità di 2.263 posti letto (2,61/1000 abitanti) ne vengono programmati 2.766 onde raggiungere la quota 3,19/1000 abitanti. Molto dipenderà, però, dalla realizzazione del Policlinico in costruzione da quasi venti anni. Per quanto riguarda il servizio 118 la principale novità è la bocciatura dell'Agenzia unica regionale per l’emergenza e il ritorno alla gestione delle Asl. Le centrali operative (una per ogni Asl) lavoreranno in rete con l’obiettivo di migliorare l’organizzazione e ridurre i costi. La regia farà capo direttamente alla Regione. 

Tra le altre novità il piano prevede anche il riassetto delle Case di Cura private accreditate che dovranno rispondere a una mission funzionale al fabbisogno delle Asl e rispettare il parametro di almeno 60 posti letto. Le strutture sotto questo standard dovranno diventare monospecialistiche o procedere ad aggregazioni, riconversioni, trasferimenti o chiusure.



Immigrazione: tra cinquant’anni Italia “invasa” da stranieri

di Teresa Uomo

Viaggiando da Nord a Sud la nostra bella Italia si sta riempiendo sempre più di 'nuovi italiani', trasformandosi da Paese-corridoio per raggiungere il Nord Europa, in un Paese-destinazione: da un lato, milioni di migranti diretti verso l’Italia, dall’altro, la stragrande maggioranza di residenti stranieri con permesso di lungo soggiorno. Queste alcune novità contenute nel Dossier Statistico Immigrazione 2017, a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS ed il Centro Studi Confronti

Il Dossier calcola la presenza di stranieri regolari, ossia, immigrati residenti con permesso di soggiorno: 5.359.000 persone. Tra il 2007 e il 2016 la popolazione di stranieri residenti in Italia è aumentata di 2.023.317 persone. A tal proposito, tenendo conto del gran numero di giovani stranieri nati in Italia, i curatori del Dossier affermano che rinviare ancora una volta la riforma della legge sulla cittadinanza potrebbe risultare ingiustificabile. 

Secondo l’Istat, nel 2065 potrebbero esserci 14,1 milioni di residenti stranieri e 7,6 milioni di cittadini italiani di origine straniera: dunque, più di un terzo della popolazione. Diversi sono i migranti che scelgono il nostro Paese, e migrano a causa delle cattive condizioni socio-economiche e socio-politiche dei Paesi di provenienza. 

Il Prefetto Angelo Malandrino del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno afferma che l’Italia – a causa del suo crescente flusso migratorio – è uno dei Paesi privilegiati. L’immigrazione deve essere per l’Italia un’opportunità e non un problema. A seguire vi è una buona fetta di minori che arriva nel nostro Paese per motivi psico-sociali: si tratta soprattutto di giovani provenienti dal Nord Africa

Secondo i dati UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che da oltre 65 anni tutela i diritti e il benessere dei rifugiati in tutto il mondo, tra il 1 gennaio e il 30 novembre 2017 sono sbarcate in Italia 116.076 persone. I paesi di provenienza più rappresentati nel 2017 sono: Nigeria, Guinea, Bangladesh, Costa d’Avorio, Mali, Sudan, Senegal, Eritrea, Gambia. 

La maggior parte di quelli che arrivano in Italia sono soprattutto uomini (il 74%), con una consistente parte di minori non accompagnati (il 14,5% degli arrivi). Gli sbarchi avvengono soprattutto in Sicilia e in Calabria, seguite da Campania, Puglia e Sardegna.



Università Federico II: dall’olio fritto alle valvole cardiache

di Noemi Colicchio

Quanto olio viene usato per friggere pietanze nell’arco di un anno in Italia? Forse troppo grande come ambito di ricerca. Riduciamo. Quanto a Napoli, in un anno o anche in un mese? Quasi impossibile determinarlo con numeri certi, se non attraverso una apposita ricerca sul territorio, eppure sicuramente non saremmo in grado di calcolarlo con precisione. Basti pensare a tutte le attività di ristorazione, in particolare allo junk food, il famoso cibo da strada tanto nocivo quando irresistibile per un peccato di gola a concessione settimanale. Non solo, la stessa tradizione partenopea non disdegna la frittura degli ingredienti: basti pensare alla famosa parmigiana di melanzane, al cuoppo celebre in tutto il mondo. Insomma, forse è proprio perché i ragazzi napoletani sono sovra-esposti a questo genere di cucina, per tradizione e cultura, che sono stati i primi ad impegnarsi per riciclare l’olio già usato, detto in gergo “esausto”. 

Dall’Università Federico II, un gruppo di chimici e biotecnologi pare aver fatto una scoperta che può realmente cambiare la storia della bioeconomia: l’olio esausto scartato dai ristoranti potrà essere utilizzato per la realizzazione di protesi e valvole cardiache. Sembra assurdo, ma l’idea è tanto credibile –testata scientificamente in laboratorio- da indurre i ragazzi a parlare di un vero e proprio progetto industriale, attraverso una startup

Il biochimico Marco Vastano, membro del gruppo, spiega così «Dopo i risultati molto promettenti ottenuti in laboratorio, ora stiamo cercando finanziamenti». In cosa consiste la ricerca? «In pratica l’olio di frittura esausto scartato dai ristoranti si può trasformare in una plastica biodegradabile e biocompatibile ideale per la produzione di imballaggi alimentari e perfino di protesi, valvole cardiache e adesivi per suture», aggiungendo poi: «Dopo i risultati molto promettenti ottenuti in laboratorio, stiamo cercando finanziamenti per validare il nostro processo in ambito industriale. L’obiettivo è dare valore a quell’olio alimentare esausto che non viene riutilizzato per la produzione di biodiesel a causa dell’elevato contenuto di acidi grassi, difficili e costosi da eliminare». Per superare questo ostacolo, i ricercatori dunque hanno pensato di sfruttare la fermentazione operata da alcuni batteri del suolo, «che consente di eliminare gli acidi grassi dando olio pulito (utile per la produzione di biodiesel) e una bioplastica biodegradabile e biocompatibile utilizzabile per il packaging e anche per produrre dispositivi biomedicali», inducendo così un processo « a basso costo e modulabile, in modo da ottenere prodotti con caratteristiche personalizzate in base alle richieste del cliente».

Un lavoro in cui credere, presentato a Milano in occasione del Circular Bieconomy Arena Meeting,Spring con Assobiotec e Gruppo Intesa Sanpaolo, con l’intento di mettere in contatto giovani talentuosi dalle buone idee e corporate di tutto il mondo.
un workshop per promuovere e rendere finalmente possibile l’incontro e la discussione tra coloro che fanno ricerca e sviluppano applicazioni nel campo delle biotecnologie industriali. L’iniziativa milanese è stata promossa dal cluster nazionale della chimica verde

Trovare un Business Angel e poi un Venture Capitalist, sappiamo ormai quanto possa essere complesso ma al contempo fondamentale per chiunque voglia fare impresa ma non abbia i mezzi per avviare l’attività. Serve qualcuno che ci scommetta. E in questo caso, la bioeconomia, si lavora su un terreno già fertile di suo. Secondo una recente indagine, stiamo parlando di un mercato che solo in Italia viaggia sui 251 miliardi di euro e dà lavoro a circa 1,7 milioni di persone. 

Se poi diamo uno sguardo all’Europa, i numeri diventano impressionanti: 19 milioni di posti di lavoro per un’economia che vale intorno ai 2,2 trilioni di euro. «Per consentire alla bioeconomia di crescere – ha detto Giulia Gregori, segretario generale del Cluster Spring e componente del Comitato di presidenza di Assobiotecè fondamentale rafforzare e accelerare lo sviluppo su scala industriale delle tecnologie mediante un supporto finanziario adeguato» per poi concludere «questo significa diversificare strategicamente il rischio connesso al cosiddetto scale-up, con adeguate misure tanto a livello europeo quanto a livello italiano. Inoltre, è necessario un meccanismo di incentivazione per le grandi società che vedono nella collaborazione con le startup che portano nuove tecnologie sul mercato una leva per l’espansione della bioeconomia».



Restart Scampia: Vele saranno abbattute ma urge una visione nuova

di Antonio Ianuale 

Il progetto dell’abbattimento delle Vele di Scampia sembra finalmente pronto all’avvio. Risale allo scorso marzo la convenzione Restart Scampia, firmata tra il sindaco Luigi de Magistris e il governo nazionale che prevedeva la demolizione delle Vele A, C e D, meglio conosciute come le vele Rossa, Gialla e Verde e la riqualificazione della Vela B (Celeste). 

Il Comune ha stanziato 9 milioni di euro per il progetto, mentre la Presidenza del Consiglio 18. Dopo alcuni ritardi che hanno posticipato l’avvio dei lavori, adesso finalmente sembra essere tutto pronto. 

La Giunta Municipale ha infatti approvato il progetto esecutivo dell’abbattimento delle tre Vele di Scampia e quello di riqualificazione della Vela Celeste. Il costo è quello stimato a marzo, con circa ventisette milioni stanziati in parte dal governo e in parte dal Comune. Il Ministro De Vincenti ha fissato l’inizio dei lavori tra Natale e l’inizio del nuovo anno, dopo un incontro avvenuto a Roma con il sindaco De Magistris. 

Partito anche il bando che affiderà i lavori di demolizione che avverranno con la tecnica della demolizione meccanica, mediante escavatori, non più con l’utilizzo del tritolo come era stato programmato in un primo momento. Non può certo essere trascurata l’emergenza abitativa, tanto che sono stati programmati interventi di riqualifica della quarta vela che dovrà ospitare provvisoriamente le famiglie che vivevano nelle vele destinate alla demolizione. 

Oltre agli interventi previsti per migliorare la qualità abitativa, sono previsti interventi sulla aree circostanti: necessaria una bonifica del complesso, nuove finiture durevoli e funzionali, una nuova vivibilità degli spazi comuni, la flessibilità delle soluzioni impiantistiche aperte verso le future riconversioni dell’edificio. 

Il progetto ancora in divenire raccoglie però già qualche critica, come quella dell’urbanista Lepore, docente di Tecnica e pianificazione urbanistica all’Università Federico II di Napoli che mette in guardia: “Come al solito continuiamo ad occuparci solo delle pietre. Radere al suolo le Vele e sostituirle con case più carine e dignitose non basta. L’abbiamo già fatto con tre Vele e non mi pare sia andata bene”. Il riferimento è alle tre vele abbattute tra il 1997 e il 2003 dopo la denuncia della cittadinanza del totale degrado dell’area, che però non è stata seguita da una riqualificazione della stessa area, lasciando i problemi ancora non risolti. 

La situazione è seguita anche dalle associazioni e dai comitati di quartieri che insieme agli studenti si interessano e propongono idee per una nuova Scampia: mancano attrattive per i giovani, non ci sono locali, un cinema, un teatro, così il quartiere, soprattutto di notte diventa preda della criminalità. Questa volta si spera ci sia un’azione più oculata, che risolva la complessità di un’area degradata che merita di rinascere. Non solo quindi l’abbattimento di quelle vele che ormai sono percepite come simboli negative, ma un piano che riguarda l’intero quartiere e che tenga in considerazione l’impegno e il ruolo della cittadinanza attiva.


Apre a Marcianise il nuovo Centro di Innovazione Blue Sky Italia

di Luigi Rinaldi

Sempre più di frequente la Campania viene considerata dalle società estere come territorio ideale per il loro sviluppo. Lo scorso 5 dicembre, Jabil, società americana leader nel settore dell’innovazione e della produzione di componenti elettronici, ha inaugurato, presso lo stabilimento italiano di Marcianise, il nuovo Centro di Innovazione Blue Sky Italia

In occasione dell'inaugurazione Jabil ha organizzato anche un workshop dal titolo "Le nuove tecnologie e il mondo del lavoro: verso una società 4.0", che ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico, con al centro del dibattito l'evoluzione del mondo del lavoro alla luce delle nuove tecnologie. 

L’obiettivo di Jabil Italia è quello di aumentare la collaborazione con i propri clienti e partner per lo sviluppo di soluzioni innovative e competitive, dall’ideazione, prototipazione, sino alla produzione su scala industriale. Grazie alle competenze tecnologiche presenti nel Blue Sky, Jabil Italia potrà fornire ai propri clienti un servizio di eccellenza, supportandoli dall’idea sino alla realizzazione del prodotto. 

"Grazie ai suoi laboratori dedicati a specifiche aree di innovazione tecnologica che pervade trasversalmente tutte le aree di riferimento, come l’ottica e la fotonica sino all’Industria 4.0, il nuovo Blue Sky di Jabil vuole diventare un centro di collaborazione e di raccolta di idee innovative provenienti dal mondo imprenditoriale, istituzionale e della ricerca, in grado di trasformarle in progetti industriali attraverso la creazione di modelli di riferimento", ha aggiunto Clemente Cillo, country manager di Jabil Italia. Oltre ad essere un punto di riferimento a livello globale, Jabil Blue Sky sarà anche un’opportunità per l’innovazione locale e la formazione attraverso lo sviluppo di collaborazioni e progetti in ambito istituzionale, con particolare riferimento alla Regione Campania, e imprenditoriale attraverso le associazioni di categoria dell’industria locale. 

Cosi si espresso l'Assessore alle Attività Produttive Regione Campania Amedeo Lepore a termine del dibattito: "Bisogna guardare in avanti, alla possibilità di creare a Marcianise, in questo territorio, un'eccellenza assoluta. Ci sono tutte le condizioni - ha affermato Lepore - Sosteniamo queste realtà con l'obiettivo di fare della Campania la regione dove si sviluppa di più, nella quale l'occupazione potrà avere un segno positivo per il futuro e diventare l'elemento trainante di questa quarta rivoluzione industriale".

La Regione Campania approva una nuova legge contro la violenza sulle donne

di Antonio Cimminiello

Centodieci donne uccise nei primi 10 mesi di quest'anno, 150 nell'intero 2016 con 16 casi che hanno interessato la Campania (dati Eurispes). La violenza sulle donne non accenna a placarsi, divenendo sempre più fonte di grande allarme sociale, considerando anche le vicende non mortali, fatte di lesioni (anche irreparabili), aggressioni, maltrattamenti fisici e psicologici, le difficoltà di ritornare ad una vita normale. 

Anche per questo motivo ha incontrato consenso da ogni forza politica presente presso il Consiglio Regionale della Campania l'approvazione di un testo normativo che unifica diverse proposte di legge in materia, e recante “Interventi per favorire l’autonomia personale, sociale ed economica delle donne vittime di violenza di genere e dei loro figli ed azioni di recupero rivolte agli uomini autori di violenza”

Diversi sono gli ambiti nei quali si interviene. In primo luogo si intende garantire alle donne vittime di violenza di genere e ai loro figli, l’accoglienza, l’assistenza psico-fisica e il sostegno per consentire loro di recuperare la propria autonomia e l’indipendenza personale, economica e lavorativa sociale ed economica, ad esempio agevolando il loro inserimento nel mondo del lavoro e offrendo percorsi e tirocini formativi finalizzati proprio all’inclusione socio-lavorativa. 

In secondo luogo, si prevede un'interazione con gli altri enti impegnati nella lotta alla violenza di genere - dalle Forze dell'ordine agli uffici scolastici - attraverso "protocolli di intesa ed operativi per il raggiungimento di obiettivi condivisi negli interventi di prevenzione, protezione, tutela e cura", oltre all'istituzione di soggetti ad hoc, come la "Cabina di Regia presso la struttura amministrativa regionale competente per favorire la piena integrazione delle politiche regionali nel settore del prevenzione e del contrasto della violenza di genere"

Non manca infine un'attenzione anche a chi purtroppo si rende responsabile di tali violenze, come si evince dalla previsione di azioni di prevenzione finalizzate al loro accompagnamento e recupero. Insomma, sembra stagliarsi all'orizzonte l'entrata in vigore di una legge che cerca di prendere in considerazione ogni aspetto legato alla violenza sulle donne, compreso quello delicato del reinserimento sociale e lavorativo. La Campania non è nuova ad iniziative del genere: si può ricordare a tal proposito la vigente Legge 2 del 2011, recante proprio "Misure di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere". In ogni caso tale iniziativa non potrà che risultare utile: una donna su tre ha dichiarato di aver subito violenze fisiche o sessuali, e non è più possibile attendere altre e più sconfortanti statistiche.




Sanità: assistenza neuropsichiatrica al collasso in Campania

di Massimiliano Pennone

Nonostante la domanda di assistenza sia aumentata in modo esponenziale, la mancanza di risorse e di riorganizzazione è tra le cause principali dell’attuale collasso dei servizi di assistenza neuropsichiatrici nella nostra regione. La gravità della situazione e le conseguenti difficoltà di pazienti e operatori sono state più volte segnalate dai neuropsichiatri dell'infanzia e dell'adolescenza della Sinpia- Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza. A fronte di un costante aumento delle richieste, le risorse sono sempre più scarse: stando ai dati nazionali, nel solo 2015 otto minori su cento hanno avuto almeno un contatto con le strutture territoriali e l’accesso annuo è poi aumentato del circa 7-8%. Il trend si è mantenuto costante e negli ultimi 5 anni è stato registrato un aumento dell’utenza del 40-45%, rendendo di fatti l’accesso alle strutture ancora più complicato per il pubblico.

Preoccupa in particolar modo l’aumento dei disturbi psichiatrici dell’adolescenza: gli accessi in pronto soccorso infatti sono aumentati del 21% in un anno e i ricoveri del 28%. A questo va aggiunto un crescente disagio sociale. Ma nonostante le cifre, soltanto 1 utente su 3 riesce ad avere le risposte diagnostiche e terapeutiche di cui ha bisogno e la situazione sembra purtroppo destinata a peggiorare.

La scorsa settimana la legge della Regione Campania è stata impugnata dal Governo: ''Non entriamo nel merito del provvedimento di impugnazione del Consiglio dei Ministri delle motivazioni che lo hanno determinato - afferma Goffredo Scuccimarra, segretario regionale della Sinpia - con la Legge n.26 sono state evidenziate le gravi disfunzioni del sistema di cure del territorio regionale. Assenza di un reparto di neuropsichiatria infantile per ricoveri ordinari, servizi di neuropsichiatria privi di personale, presa in carico diagnostico-terapeutico-assistenziale carente ad ogni livello, sono solo alcune delle criticità a cui la norma ha voluto fornire risposta”.

Dopo tanti anni di attesa - continua Scuccimarra - la Legge sull'Organizzazione dei servizi a favore delle persone in età evolutiva con disturbi del neurosviluppo e patologie neuropsichiatriche e delle persone con disturbi dello spettro autistico dà almeno dignità ai neuropsichiatri infantili ed alle funzioni che essi svolgono sul territorio, definisce la rete dei servizi di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza, riconosce alle famiglie il diritto di ricevere le migliori cure possibili in ogni area regionale, senza disuguaglianze e con un'attenzione alla continuità terapeutica e alla transizione dall'età adolescenziale all'età adulta. Ci auguriamo che con questo atto del governo non si blocchi il processo di organizzazione dei servizi territoriali e ospedalieri, che faticosamente è stato avviato già con i recenti atti aziendali, e non venga ulteriormente rallentata la definizione di percorsi di cura più organici ed efficaci per i disturbi neuropsichiatrici dell'età evolutiva''.


Inglese, Arabo o Cinese: quale sarà la lingua del futuro?

di Teresa Uomo


Se ci ponessimo una domanda: l’inglese è considerata una lingua internazionale? Cosa potremmo rispondere? Certo che lo è! Senza dubbio non si può dire il contrario. Ecco però che al contempo giunge una riflessione perchè, guardando al futuro, dalle tendenze emerge che le lingue che domineranno il mondo saranno le lingue orientali, tra cui l’arabo e il cinese. Ciò è influenzato anche dal mondo del lavoro, dove pare che questi idiomi siano molto richiesti. 

Volente o nolente, dobbiamo fare i conti con la Cina che di anno in anno cresce sempre più come super potenza economica. Terza nella classifica del nostro import ed ottava per l’export. La Cina è un colosso dell’economia contemporanea e continuerà ad espandersi sia dal punto di vista economico che culturale. A tal proposito, sembra evidente quanto sia importante conoscere questo idioma.

E l’arabo?! Certo che dal punto di vista dei nostri scambi economici è forse meno presente. È però una lingua molto importante, molto diffusa, ed è parlata da più di 300 milioni di persone ed è una delle lingue ufficiali delle Nazioni Unite. Si parla in diversi paesi: Arabia Saudita, Algeria, Bahrein, Ciad, Egitto, Emirati Arabi, Isole Comore, Iraq, Giordania, Kuwait, Libano, Mauritania, Marocco, Oman, Palestina, Qatar, Siria, Somalia, Sudan, Tunisia, Yemen, Gibuti, ed altre regioni africane ed asiatiche. Conoscere la lingua araba aiuterà maggiormente da un punto di vista lavorativo. 

L’arabo ed il cinese potrebbero evolversi e diventare lingue più “veloci” ed “immediate”, da usare molto nel mondo del lavoro, dove pare che questi idiomi siano molto richiesti. È evidente che in un contesto sempre più globalizzato, conoscere una o più lingue non è solo un “quid” in più, ma è addirittura necessario per lavorare, studiare, viaggiare e comunicare.

La crisi occupazionale che coinvolge particolarmente i giovani italiani spinge a trovare una miglior soluzione possibile all’estero. Le ricerche dimostrano che a fare la differenza è spesso la conoscenza di una o più lingue straniere. Se diamo dunque un’occhiata agli annunci economici sulle offerte di lavoro ci rendiamo subito conto che viene richiesta sempre più la conoscenza delle lingue, ed ecco che la scarsa conoscenza delle lingue straniere non permetterebbe comunicazione ed apertura mentale per uno scambio culturale. L’importanza della conoscenza delle lingue straniere è quindi sinonimo di comunicazione, condizione fondamentale per l’umanità.