giovedì 21 dicembre 2017

Ludopatia: una malattia dei tempi moderni

di Gian Marco Sbordone


Per alcuni anni, con la progressiva liberalizzazione del gioco d'azzardo e delle scommesse, si è assistito ad un proliferare di sale giochi e ricevitorie. Per alcuni, spesso compagnie internazionali attive nel settore, un incredibile business, per molti una vera e propria malattia.

A Napoli e in Campania da sempre c'è una particolare attrattiva per il gioco e sappiamo quanta importanza ha il lotto nella cultura popolare partenopea. Oggi la nostra Regione è tra quelle a maggiore diffusione di sale scommesse e soprattutto di slot machine, ma in questo tipo di gioco non si intravede nulla di romantico o di rilievo culturale.

Sempre più giovani e giovanissimi si avvicinano al mondo del gioco d'azzardo e la situazione negli ultimi tempi è davvero degenerata, tanto da determinare la coniazione di un termine nuovo: “ludopatia”. E’ tra le nuove dipendenze ed è molto pericolosa. In Campania sono moltissimi ad essere in cura da psicologi essendo diventati vittime del gioco d'azzardo patologico. Da uno studio emerge che vi sono pazienti giovanissimi: dieci hanno tra i 14 e i 18 anni; 74 tra i 19 e i 25 anni; 286 tra i 26 e i 45 anni.

Emerge anche che la maggior parte dei giocatori sono persone che percepiscono un reddito basso o nessun reddito. Risulta, inoltre, che la malattia è più diffusa tra coloro che hanno un titolo di studio più basso. 

Le conseguenze della patologia del gioco sono devastanti. Come avviene per le altre dipendenze la vita delle persone coinvolte ne viene completamente stravolta. Ne risentono le relazioni, la serenità coniugale, la capacità di concentrazione. Ci sono poi le conseguenze dei debiti contratti dai giocatori. Molti sono costretti a vendere beni familiari, a volte addirittura immobili. Altri fanno ricorso a prestiti illegali e talvolta rimangono strozzati dagli usurai. E poi ci sono quelli che si danno ai furti o alla commissione di altri reati.

Insomma una vera piaga alla quale nell'ultimo periodo si sta provando a porre rimedio stabilendo una serie di limitazioni all'apertura di nuove sale gioco ed anzi alla chiusura di parte di quelle esistenti. In Campania, nel rispetto di un accordo Stato- Regioni, si vuole arrivare a dimezzare le sale e a ridurre di un terzo le postazione installate.

Le slot da rottamare in Campania entro il prossimo anno dovranno essere 11.000. Le associazioni che si battono contro la ludopatia sono soddisfatte e ci si augura che questo “pugno di ferro”, che prevede anche il rispetto di determinate distanze dalle sale slot da alcuni luoghi sensibili, a cominciare dalle scuole, possa dare in breve risultati positivi.

Anche i Comuni stanno facendo la loro parte. Avellino si è dotata di un “regolamento per il gioco d'azzardo”; ad Acerra sono state poste forti limitazioni all'esercizio delle sale slot. Anche a Napoli si stanno studiando misure per contrastare la diffusione del gioco prevedendo forti restrizioni, soprattutto per quanto riguarda gli orari di apertura. Il problema è molto serio e non bisogna abbassare la guardia.


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