venerdì 15 dicembre 2017

Restart Scampia: Vele saranno abbattute ma urge una visione nuova

di Antonio Ianuale 

Il progetto dell’abbattimento delle Vele di Scampia sembra finalmente pronto all’avvio. Risale allo scorso marzo la convenzione Restart Scampia, firmata tra il sindaco Luigi de Magistris e il governo nazionale che prevedeva la demolizione delle Vele A, C e D, meglio conosciute come le vele Rossa, Gialla e Verde e la riqualificazione della Vela B (Celeste). 

Il Comune ha stanziato 9 milioni di euro per il progetto, mentre la Presidenza del Consiglio 18. Dopo alcuni ritardi che hanno posticipato l’avvio dei lavori, adesso finalmente sembra essere tutto pronto. 

La Giunta Municipale ha infatti approvato il progetto esecutivo dell’abbattimento delle tre Vele di Scampia e quello di riqualificazione della Vela Celeste. Il costo è quello stimato a marzo, con circa ventisette milioni stanziati in parte dal governo e in parte dal Comune. Il Ministro De Vincenti ha fissato l’inizio dei lavori tra Natale e l’inizio del nuovo anno, dopo un incontro avvenuto a Roma con il sindaco De Magistris. 

Partito anche il bando che affiderà i lavori di demolizione che avverranno con la tecnica della demolizione meccanica, mediante escavatori, non più con l’utilizzo del tritolo come era stato programmato in un primo momento. Non può certo essere trascurata l’emergenza abitativa, tanto che sono stati programmati interventi di riqualifica della quarta vela che dovrà ospitare provvisoriamente le famiglie che vivevano nelle vele destinate alla demolizione. 

Oltre agli interventi previsti per migliorare la qualità abitativa, sono previsti interventi sulla aree circostanti: necessaria una bonifica del complesso, nuove finiture durevoli e funzionali, una nuova vivibilità degli spazi comuni, la flessibilità delle soluzioni impiantistiche aperte verso le future riconversioni dell’edificio. 

Il progetto ancora in divenire raccoglie però già qualche critica, come quella dell’urbanista Lepore, docente di Tecnica e pianificazione urbanistica all’Università Federico II di Napoli che mette in guardia: “Come al solito continuiamo ad occuparci solo delle pietre. Radere al suolo le Vele e sostituirle con case più carine e dignitose non basta. L’abbiamo già fatto con tre Vele e non mi pare sia andata bene”. Il riferimento è alle tre vele abbattute tra il 1997 e il 2003 dopo la denuncia della cittadinanza del totale degrado dell’area, che però non è stata seguita da una riqualificazione della stessa area, lasciando i problemi ancora non risolti. 

La situazione è seguita anche dalle associazioni e dai comitati di quartieri che insieme agli studenti si interessano e propongono idee per una nuova Scampia: mancano attrattive per i giovani, non ci sono locali, un cinema, un teatro, così il quartiere, soprattutto di notte diventa preda della criminalità. Questa volta si spera ci sia un’azione più oculata, che risolva la complessità di un’area degradata che merita di rinascere. Non solo quindi l’abbattimento di quelle vele che ormai sono percepite come simboli negative, ma un piano che riguarda l’intero quartiere e che tenga in considerazione l’impegno e il ruolo della cittadinanza attiva.


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