di Noemi Colicchio

Finalmente è stato istituito anche nel nostro paese un sistema di tutele economiche e sociali per tutti coloro che prediligono – per indole o esigenze personali – il lavoro autonomo, cioè una forma di lavoro non imprenditoriale o anche che consista nell’adozione di modalità flessibili di esecuzione delle prestazioni lavorative all’interno dei rapporti di lavoro subordinato. E’ così stato introdotto lo Smart Working anche tra le fila del pubblico impiego. L’obiettivo della Direttiva di fine giugno della Legge Madia è far avvalere di questa nuova modalità almeno il 10% dei lavoratori pubblici nei prossimi tre anni.
Attenzione a non confondersi con le terminologie: il “lavoro agile” non è una nuova forma contrattuale, ma una sua modalità di esecuzione svolta in parte negli uffici in parte all’esterno, solo entro gli orari lavorativi concordati ab origine. L’organizzazione dei compiti per fasi, cicli ed obiettivi presuppone la necessità di integrazione, ai classici strumenti, di una forte dose di tecnologie, il che apre a nuovi scenari finora mai conosciuti dalle grandi realtà perché ricchi di problematiche (quanto di opportunità). Al centro del progetto bisogna che ci sia, ad esempio, predisposizione di policy aziendali atte a definire l’insieme delle regole condivise con i lavoratori anche per quanto concerne i rischi connessi alla tutela dei dati, la gestione delle password e l’uso appropriato dei dispositivi tecnologici messi a disposizione. Questo faciliterà una buona riuscita dell’iniziativa senza cascate negative per ambo le parti in causa. Tutelato dalla legge anche il “diritto alla disconnessione”: i tempi di vita e di lavoro devono essere nettamente separati, nessuno dei due deve prendere il sopravvento e fagocitare l’altro.
Il caso

Ad ognuno dei lavoratori che rientrano nel cluster verrà assegnato un KIT di strumenti tecnologici utili al coordinamento con altri colleghi dall’ufficio o fuori: laptop con sistemi di videoconference e smartphone di team per connettersi da remoto. È stato previsto inoltre un piano formativo strutturato per incontri e pensato ad hoc per comunicare strategie di tutela della segretezza e confidenzialità nel trattamento di dati e nel loro invio da remoto.
Flessibilità negli orari di ingresso e di uscita, meeting aziendali e razionalizzazione delle mail sono solo alcuni dei filoni portanti del progetto. Molto interessante e da prendere a modello, inoltre, l’idea di aiutare i dipendenti nelle problematiche inerenti alle faccende domestiche con il servizio lavanderia che recapita il bucato in azienda o gli “incontri aperitivo” sulle terrazze degli uffici capaci di rendere più piacevoli le ore di permanenza tra le scrivanie.