mercoledì 24 gennaio 2018

La Napoli (Ri)Velata di Ozpetek al cinema

di Antonio Ianuale

Peppe Barra e Ferzan Ozpetek
Il 28 dicembre scorso è uscito il nuovo film del regista turco naturalizzato italiano Ferzan Ozpetek, “Napoli Velata”, un noir con protagonista Giovanna Mezzogiorno, che sta riscuotendo un grande successo. Una trama intrigante e misteriosa che sembra avvolgere lo spettatore e condurlo nella Napoli ritratta da Ozpetek. Possiamo dire che la vera protagonista è la città di Napoli con le riprese che sono state girate nei vari luoghi simbolo della città partenopea, dal Museo Archeologico, alla Galleria Principe, fino a Castel dell’Ovo e Cappella Sansevero

Il ritratto di Napoli che viene fuori non è certo quello che siamo abituati a vedere, né dal lato estremamente edulcorato né da quello oscuro e violento, ma una Napoli in cui si innesta una continua duplicità tra Vita e Morte, Razionalità e Irrazionalità, Logos e Caos, mediata dall’arte personale del regista: “la visione di me stesso dentro una città costruita come un palcoscenico teatrale tra le quinte di due sistemi vulcanici non comunicanti tra loro: il Vesuvio che erutta lava basica di colore grigio- nero, e il Flegreo, che va da Posillipo a Ischia ed emette gas acidi e una polvere di colore giallastro”. 

Il personaggio principale, Adriana, un medico legale, la cui vita si intreccia con la città, diviene la rappresentazione della Napoli stessa, dei contrasti che vive la città. Una donna che, fredda per esigenze lavorative, viene coinvolta in una sfrenata passione, che termina in modo drammatico. L’indagine che ne segue diviene ben presto doppia: la ricerca del colpevole del crimine è affiancata ad una ricerca molto più intima e personale, per riportare in superficie delle verità nascoste, con cui fare i conti.

Il film ha come protagonisti, Adriana e Napoli, e la scelta non è certo casuale: Ozpetek ha scelto il personaggio di Adriana, “perché Napoli - ai miei occhi - è femmina”. Una rappresentazione di Napoli a tutto tondo, che proietta lo spettatore in un’atmosfera ambigua, con la tradizione che ha un ruolo predominante: riti popolari come la tombola vajassa, la figliata, la smorfia fanno da sfondo all’indagine della protagonista che sembra perdersi nelle maglie della città, e contemporaneamente non riesce a districarsi nella sua indagine psicologica. Il resto del cast include i napoletani Peppe Barra, Lina Sastri e Maria Pia Calzone, "una serie di personaggi incisivi, riuscitissimi" come ben ha evidenziato il regista.


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