di Noemi Colicchio
Auto in corsa a San Giovanni
E dopo l’avvio dei finanziamenti Apple, alla sede di San Giovanni a Teduccio la sete di inventiva dei ragazzi dell’Università Federico II di Napoli pare inarrestabile nella sua crescita. L’ultima figlia dell’innovazione è un’auto da corsa, costruita interamente in leghe di carbonio e progettata in vista della Formula SAE, la competizione mondiale di auto delle Università. Partecipanti provenienti dal mondo intero, dagli Stati Uniti d’America al Giappone, passando per il Politecnico di Milano, accomunati da un unico obiettivo: raggiungere, nella corsa di luglio, il podio.
«La Formula SAE è una competizione mondiale - spiega Nicolò Ceneri, Direttore Commerciale Unina Corse - prevede che diversi progetti realizzati dagli studenti vengano prodotti e messi su pista. Vince l'auto più veloce, a basse emissioni e creata con le più sofisticate tecnologie.»
«Le particolarità della nostra auto sono sicuramente la moltitudine di componenti stampati in 3D - dice Ferdinando Chianese, Team Leader di Unina Corse - come la nostra aspirazione e i supporti per l'aerodinamica. Facciamo molta ricerca per trovare materiali sempre più innovativi e ottimali per il nostro scopo. Ad esempio tutto l'aerokit è sviluppato in carboresina per un peso complessivo di 20 kg. Tutto il sistema power unit, progettato interamente da noi, ha molte componenti stampati in 3D in carbonio caricato a nylon così come gran parte del sistema sospensivo. La macchina è guidata da un reparto piloti, 4 secondo regolamento, studenti specializzati in questo ambito, che si susseguono nelle varie sfide della competizione».
L’obiettivo è conferire la vittoria a chi ha creato un progetto valido dal punto di vista tecnico ed anche economico: spesso la fattibilità concreta come parametro di valutazione in fase di progettazione viene fatto scivolare in secondo piano, quando invece dovrebbe essere il principale termometro della qualità di un progetto. I finanziamenti arrivano da ogni dove, con una catena di montaggio pensata ad hoc. L’Università provvede a fare da incubatore, procurando consulenza e sponsor per il progetto dei ragazzi. Gli sponsor, a loro volta, provvedono alla fornitura di mezzi, strumenti e pezzi di ricambio che rendano possibile la partecipazione alla competizione.
UNINA truccata: il concorso viene annullato
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Gaetano Manfredi |
Un decreto del Rettore dell'Università Federico II di Napoli, Gaetano Manfredi, ha sciolto la commissione del concorso per Ricercatore in Ingegneria aeronautica, nel dipartimento di Ingegneria industriale, e contestualmente ne ha annullato tutti gli atti. La causa è da ricercare tra le fila della commissione stessa, il cui Presidente si è rivelato coautore di 9 sui 12 scritti presentati dal vincitore finale, che ad oggi ha un pugno di mosche tra le mani. Leandro Maio era risultato il migliore tra tutti i concorrenti, con un punteggio di 81,50. Pochissimo lo scarto rispetto al secondo in graduatoria: Angelo De Fenza, che ne aveva ottenuti 79,83, in coda poi Natalino Boffa con 75,25 punti.
La stretta collaborazione tra i due era stata notata già dai membri della commissione e dagli stessi partecipanti, ma nessuno aveva ancora mosso palesemente una foglia. Le discordie e l’insofferenza sempre crescente hanno spinto il Rettore a prendere provvedimenti prima che lo facesse la magistratura o l’Anac. Non sarebbe però imputabile l’Ateneo in quanto tale poiché, una volta stabiliti i membri della commissione, è previsto che questi agiscano in totale autonomia d’operato.
«Al dipartimento tocca solo chiedere il posto di ricercatore, sulla base delle esigenze didattiche e di ricerca (posto poi concesso dal consiglio di amministrazione dell’ateneo), e proporre i nomi dei docenti da mettere in commissione, successivamente nominati con decreto del rettore. Da quel momento in poi, la commissione si muove in piena autonomia». Ma nel rispetto delle norme per i concorsi pubblici e delle indicazioni fornite dall’Anac: «Sussiste un obbligo di astensione laddove emergano indizi concreti – scrivono gli uffici del presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone – di un rapporto personale di tale intensità da far sorgere il sospetto che il giudizio possa non essere improntato al rispetto del principio di imparzialità, quale ad esempio la circostanza per cui uno dei commissari sia coautore della quasi totalità delle pubblicazioni di uno dei candidati». Il caso è dunque tutto aperto e da discutere.
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