giovedì 22 febbraio 2018

Bonus assunzioni: under 35 e disoccupati nel Mezzogiorno

di Noemi Colicchio

Per tutte le aziende che assumeranno giovani disoccupati tra il 1 gennaio 2018 ed il 31 Dicembre 2018, saranno previsti degli sgravi contributivi. Il decreto attuativo ANPAL fornisce dunque le prime istruzioni su come ottenere gli sgravi e quali procedure seguire. Nonostante ciò, per la piena attuazione bisognerà attendere la circolare operativa dell’Inps, con cui sarà pubblicato il modulo di domanda e quindi effettivamente aperta la porta ad imprenditori privati che vogliano usufruire dell’opportunità. 

Nelle regioni del Mezzogiorno, l’agevolazione per le assunzioni di giovani e disoccupati è stata incrementata e potenziata, tant’è che in queste zone gli imprenditori potranno cumulare il Bonus Sud con il nuovo incentivo per le assunzioni stabili di giovani under35 promosso dalla Legge di Bilancio 2018. Come spiegato dal Ministro del lavoro Giuliano Poletti, “la decontribuzione sarà totale fino a 8.060 euro per 12 mesi per gli imprenditori delle regioni meridionali che assumeranno a tempo indeterminato o in apprendistato giovani tra i 16 ed i 34 anni, e disoccupati con più di 35 anni privi di impiego da almeno sei mesi”. Ricapitolando: lo sgravio arriva al 100% per una durata di 12 mesi e per un importo pari al massimo a 8.060 euro. Dal secondo e terzo anno, lo sgravio contributivo scende del 50%. Per gli over 50, invece, resta lo sgravio contributivo del 50% fino ad un massimo di 4.030 euro per ogni assunto. 

Tra le assunzioni agevolate rientrano i contratti di lavoro a tempo indeterminato anche a scopo di somministrazione, di apprendistato professionale e part-time, trasformazione del contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato ma l’importo dell’incentivo viene adeguato su base contrattuale. Esclusi invece i contratti di lavoro occasionale, domestico o intermittente. Quali dunque i requisiti necessari per ottenere lo sgravio?

Potranno beneficiare del Bonus Sud 2018 tutti i datori di lavoro privati che effettueranno nuove assunzioni di candidati di età compresa tra i 16 e i 34 anni di età oppure lavoratori di età superiore ai 35 anni ma in disoccupazione da almeno 6 mesi. Il lavoratore in questione non dovrà avere avuto alcun rapporto di lavoro con l’azienda stessa nei 6 mesi che precedono l’assunzione. Rientrano nell'ambito applicativo dell’agevolazione le assunzioni effettuate nelle Regioni svantaggiate, ovvero in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.


La vaccinazione per l’HPV in Campania resta un tabu’

di Luigi Rinaldi

L'Hpv (Human Papilloma Virus) è un virus che può svilupparsi sia nella forma di lesioni proliferative benigne, come ad esempio le verruche, sia a livello di cellule tumorali maligne, il cui bersaglio preferito è costituito dalle cellule del collo dell’utero. Il Sistema Sanitario Nazionale considera di fondamentale importanza la vaccinazione per ostacolare l'ingresso del Papilloma virus nelle cellule dell'organismo. Entro il 12° anno di età, la vaccinazione è gratuita e strettamente consigliata. 

In Campania, però, ed, in particolare, a Napoli e provincia la Federazione italiana dei pediatri di famiglia lamenta una vera e propria fuga dal vaccino. Una serie di vecchi pregiudizi ed in alcuni casi una forte resistenza culturale inducono tanti genitori ad opporsi alla vaccinazione. Purtroppo, ancora oggi, il pensiero che i propri figli crescendo possano avere una regolare vita sessuale, per molti genitori rappresenta ancora un tabù da sfatare. 

La vaccinazione per l’Hpv, come strumento di prevenzione nelle donne contro il carcinoma della cervice uterina, secondo la scienza medica, manifesta un’efficacia sicuramente maggiore se effettuata prima che abbia inizio l’attività sessuale. In taluni casi, i pediatri di famiglia debbono confrontarsi non solo contro i pregiudizi, ma anche contro il timore di molti genitori rispetto ai possibili effetti collaterali della vaccinazione. Ovviamente, prevenire è meglio che combattere, anche sotto il profilo degli enormi costi che il Sistema Sanitario si trova costretto ad accollarsi per garantire gli opportuni trattamenti terapeutici alle persone affette da neoplasie, che, se preventivamente vaccinate, non avrebbero certamente contratto il virus né tanto meno la malattia. 

Un dato dovrebbe far riflettere tanti genitori affetti da dubbi e perplessità. Il carcinoma della cervice uterina è attualmente il secondo tumore più diffuso nelle donne. Colpisce ogni anno circa 3.500 donne e causa 1.000 decessi in Italia. Secondo la professoressa Annamaria Triassi, Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica del Policlinico di Napoli nonché Presidente della Commissione vaccini della Regione Campania, “il nuovo piano nazionale dei vaccini recepito anche dalla nostra regione è stato ampliato nell’ultimo periodo, comprendendo come soggetti recettori non solo le 12enni ma anche i maschi, serbatoio importante di trasmissione del virus HPV. Occorre però aumentare queste coperture che sono ancora basse in Campania, sensibilizzando la popolazione alla prevenzione. Oggi si può guarire grazie a una serie di interventi mirati fermo restando che l’infezione sia diagnosticata in tempo. Ci si può rivolgere, per svolgere analisi mirate, oltre che ai medici di famiglia anche ai dipartimenti di prevenzione a cui è affidata la regia della pratica vaccinale; anche i pediatri hanno un ruolo importante come convenzionati in mancanza di centri vaccinali”. 

Sulla questione si è espresso anche il Professor Stefano Greggi, Direttore Ginecologia istituto tumori Fondazione Pascale, secondo il quale “anche se il tumore del collo dell’utero sta diminuendo progressivamente grazie alla prevenzione, l’Europa patisce, purtroppo, ancora di una scarsa informazione in alcuni Paesi, specie nella zona dell’Est Europa dove una percentuale importante di donne non ha mai fatto prevenzione e mai effettuato vaccinazioni contro l’HPV. Donne che arrivano anche a Napoli generando una trasmissione del virus, mettendo a rischio anche una parte della popolazione maschile locale. E’ di fondamentale importanza curare l’igiene e avere comportamenti sessuali corretti proteggendosi con contraccettivi sia per contrastare l’insorgenza del virus HPV sia per prevenire il contagio da HIV”.

Rep@Digital: buona idea, ma non basta!

di Noemi Colicchio

Interessante iniziativa promossa dal quotidiano nazionale La Repubblica, una digitalizzazione formativa sulla digitalizzazione stessa: le nuove generazioni non usano in maniera sana il web e chi dovrebbe indurle in questa strada, spesso, non ha strumenti a sufficienza per farlo. I genitori fanno del loro meglio per insegnare ai figli a stare al mondo, ma solo in quello offline… perché dell’online pochi ne sanno anche se tutti ne parlano. Si chiama Rep@Digital il percorso in 8 lezioni, otto puntate online - e 19 videoclip dai 3 ai 5 minuti - abbastanza rare, nate dalla collaborazione del grande portale Repubblica@Scuola con Google.

Destinatari del messaggio sono figli, genitori, scuole, docenti, ma anche chi dirige gli organi preposti all’istruzione a cui probabilmente un’immersione nella gelida realtà del Web 3.0 potrebbe essere più utile di qualsiasi riunione ai vertici. A spiegare, dall’altro lato della cam, youtuber e divulgatori per un vero percorso di educazione civica al web

Confrontarsi e comunicare / Informarsi con consapevolezza / Essere social / Comportamenti, rischi e netiquette / Ricerche, fonti e grandi tesori / Web e lavoro / Sicurezza, dati e password / Shopping e acquisti online. Ecco gli otto argomenti selezionati, anche se per macroaree che paiono quasi riduttive a chi ne mastica un po’, ma sicuramente buon punto di partenza per un percorso che non dovrebbe di certo esaurirsi in 8 lezioni. 

La comunicazione è fatta di pungoli, mai di nozioni: non è una scienza esatta, ma comunque si compone di fenomeni da osservare e sui quali creare congetture tali da poter poi prevedere quali saranno possibili sviluppi di un evento. Il punto è: in quali categorie mentali poter collocare gli stimoli che provengono dal mondo esterno? Cosa significano tutti i “post”, i fenomeni che vediamo succedersi con così elevata velocità sullo schermo dell’Iphone? Quali sono le regole della TimeLine, dove sono gli organi istituzionali deputati all’informazione? Informazione, una parola ripetuta molte volte in poche righe, perché alla base delle più evidenti problematiche di cui tutti siamo a conoscenza ma non sempre consapevoli. 

Se all’ordine del giorno degli anni 2000 si parla sempre di come confrontarsi, comunicare, alla base c’è un processo di informazione troppo spesso disintermediato: diamo per buone notizie che provengono da qualsiasi punto del mondo, da qualunque ID. Nessun processo di scrematura sulle fonti significa overload, aridità di ragionamento per economia mentale ed infine cammino in branco. Questo determina un insieme di fenomeni sociali di cui non stiamo a parlare, non è questa la sede. Ma è importante capire che fin quando non ci sarà una selezione tra le notizie cui siamo sovraesposti, non secondo le regole di agenda setting imposte dall’economia capitalista, ma solo ed esclusivamente rispetto a ciò che è realmente importante in quel momento per quella comunità (o community, che dir si voglia oramai), non potrà esserci educazione civica digitale che tenga. Sarebbe come tentare di imparare a scrivere in italiano senza conoscere l’alfabeto. Ardua impresa, non trovate?


Bullismo: un fenomeno che si propaga sempre più

di Teresa Uomo

Bullismo: dall’inglese “bullying” che significa tiranneggiare, fare il prepotente. Un fenomeno molto diffuso nelle scuole, che non deve però essere confuso con gli scherzi e a volte, stupide ma innocenti prese in giro che fanno parte del processo di crescita. Spesso, infatti, si sente parlare di bullismo un po’ a sproposito. In questo fenomeno rientra l’intimidazione ma, soprattutto, la violenza fisica e psicologica che perdura nei confronti di una vittima più debole, una violenza che lascia disarmati, una violenza che umilia, che ferisce a tal punto che, ogni tanto, si sente parlare di ragazzi che addirittura si tolgono la vita. 

Cosa porta sostanzialmente un giovane a diventare il carnefice del compagno o del conoscente? Le motivazioni possono essere tra le più varie: insicurezza personale, l’insuccesso scolastico, i problemi in famiglia, un’infanzia difficile. È indispensabile trasmettere ai figli le regole base del rispetto civile e controllare i ragazzi che passano sempre più ore davanti al pc. 

Soltanto una piena collaborazione tra famiglia e scuola potrà frenare una tale forma di violenza, ma talvolta anziché parlare di nuove misure e strategie per sconfiggere abusi e discriminazioni, ci si ritrova a denunciare l’aumento di nuove forme di violenza. Una situazione che si fa sempre meno gestibile. 

Oggi una donna non deve più temere soltanto violenze all’interno della relazione, o mentre percorre la via di casa nel cuore della notte, perchè il fenomeno del “pull a pig” rischia di rendere spiacevole e traumatica anche l’esperienza del “corteggiamento”. Un gruppo di giovani punta una ragazza, semplice, non molto attraente, un po’ timida. Il gruppo di ragazzi decide di metter su una sceneggiata: uno di loro avrà il compito di conquistare la ragazza, facendole credere di essere realmente interessato a lei, salvo poi svelare la bufala pubblicamente o tramite sms e mezzi simili. 

Ci troviamo dunque di fronte ad un fenomeno a metà strada tra il bullismo e la violenza, in particolar modo psicologica. Alla base del “pull a pig”, cioè “inganna un maiale”, ci sono pressioni emotive, volontà di compromettere l’autostima della vittima, misoginia e sessismo. Le vittime sono spesso donne ed il motivo è l’assenza di rispetto nei loro confronti, con il chiaro obiettivo di annullare la loro dignità.


Mancata bonifica a Bagnoli: le prime condanne

di Antonio Cimminiello

Tra le sentenze che assumono un significato valore oltre le aule di giustizia non può che annoverarsi quella della Sesta Sezione Penale del Tribunale di Napoli che ha posto la parola fine, almeno in primo grado, all'intricata vicenda giudiziaria avente ad oggetto la mancata bonifica del sito di Bagnoli. Non solo si tratta di una pronuncia che arriva a distanza di 11 anni dall'apertura delle indagini. Non solo ha coinvolto - nel bene e nel male, dato che non sono mancate anche assoluzioni - ciò che ha rappresentato il top dell'amministrazione comunale di Napoli per un certo periodo, tra manager e vicesindaci. 

E' l'accertamento - si ricorda, solo provvisorio, in attesa degli ulteriori gradi di giudizio - di una serie di condotte che, se confermato definitivamente, testimonierà un vero e proprio scempio perpetrato per anni. Spicca senza dubbio il riconoscimento, tra le varie condanne, della responsabilità per il grave reato di disastro colposo. In altre parole, l'operato della società "Bagnoli Futura" non solo ha fallito nel raggiungimento dei propri obiettivi istituzionali, ma avrebbe peggiorato la situazione di inquinamento già sussistente nel sito dell'ex - Italsider. 

E' importante ricordare come una conferma di ciò fosse già pervenuta indirettamente da Invitalia, soggetto attuatore della opera di bonifica di Bagnoli attualmente in corso, attraverso la comunicazione dei risultati dell'analisi dei suoli, dai quali è emersa la necessità di bonifica anche nelle aree oggetto degli interventi degli anni passati. 

Non sono mancate le condanne per truffa (tra i condannati eccellenti l'x vicesindaco di Napoli e presidente di Bagnoli Futura Sabatino Santangelo), alla luce della "distrazione" dei fondi pubblici destinati a bonifica e riqualificazione dell'area - si parla di più di 100 milioni di euro - verso obiettivi quale la semplice "sopravvivenza" della società. 

La sentenza citata finisce col riversare i propri effetti, in un certo senso, anche sull'attuale opera di riqualificazione di Bagnoli la quale, conclusa l'analisi dei suoli, attende adesso l'avvio dei lavori di progettazione della bonifica. La pronuncia infatti dispone la restituzione delle aree sequestrate 5 anni fa al soggetto proprietario (e cioè Invitalia, perno dell'attuale opera di restyling), ma subordina il verificarsi di tale effetto al suo passaggio in giudicato, il che nei fatti può tradursi nell'attendere la celebrazione degli altri gradi di giudizio, dai tempi chiaramente imprevedibili. 

Molto probabilmente Invitalia chiederà già alla Corte d'Appello partenopea un accesso immediato alle aree dissequestrate. Un tentativo per accelerare i tempi di un'attività che avrà il compito non facile di cancellare gli errori, le incapacità, i fallimenti del passato.


Emergenza smog in Campania: Napoli maglia nera

di Antonio Ianuale

Legambiente lancia l’allarme sui livelli di inquinamento in Italia, dopo aver rielaborato dei dati di una rilevazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a livello europeo. In cima a questa classifica ci sono infatti tre città italiane Torino, Milano e Napoli che hanno rilevato i valori peggiori per concentrazione media annuale di polveri sottili. Dai numeri di Legambiente si rileva che l’emergenza smog è molto grave in alcune zone della pianura padana e nelle maggiori città del Nord e in Campania. 

A Napoli l'alta pressione e la scarsa ventilazione sono fattori determinanti nella crescita dell’inquinamento che per adesso non si argina con le misure previste: blocco auto, sensibilizzazione all’utilizzo delle biciclette non hanno prodotto risultati soddisfacenti. E la salute dei campani è sempre più a rischio. 

Il responsabile scientifico dell'associazione ambientalista, Giorgio Zampetti evidenzia il fallimento di queste misure ed incentiva "urgenti interventi strutturali perché non sono sufficienti blocchi estemporanei della circolazione e generici inviti ad abbassare il riscaldamento delle abitazioni. Bisogna ripensare le città e la mobilità, investire su efficienza e risparmio energetico degli edifici, integrando gli obiettivi di abbattimento dei gas serra e quelli di riduzione dell'inquinamento nelle politiche energetiche nazionali, una sfida che la prossima legislatura deve assolutamente affrontare". 

Livelli allarmanti sono riscontrati nelle province il record di inquinamento è stato registrato presso la stazione di rilevamento installata a San Vitaliano, nel Nolano, preoccupante anche il dato di Pomigliano d’Arco: nella zona dell’area di sviluppo industriale sono stati rilevati 101 microgrammi. Inquinamento alle stelle pure ad Acerra, dove due centraline dell’Arpac hanno registrato polveri sottili in concentrazioni preoccupanti: un giorno su due sono stati oltrepassati i valori nei pressi della scuola Caporale. A Napoli la zona con più sforamenti è quella della Ferrovia. Anche le altre province campane non brillano: situazioni molti gravi sono registrate nelle province di Avellino e Caserta, migliori sono le condizioni a Salerno e Benevento

Il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo: “Quest’anno il picco di polveri sottili nell’aria non ha aspettato il rigido inverno, anzi è arrivato con largo anticipo, prima in primavera e poi in autunno, complici i cambiamenti climatici e poi la mancanza di interventi strutturali da parte di regioni e sindaci per arginare il problema. Lo scorso anno al 31 dicembre furono ben 11 le città fuorilegge per la qualità dell’aria perché oltre la soglia limite per le polveri sottili Pm10, e tutto fa pensare che il numero dei comuni nel 2017 sarà superato. Per liberare le città dalla cappa dello smog, è fondamentale il ruolo delle Regioni nel predisporre piani e misure, oltre a nuovi fondi da destinare a progetti innovativi, a partire dal settore della mobilità, se davvero si vogliono rilanciare i centri urbani oggi in forte sofferenza e indietro rispetto alle sorelle europee. Accanto alla politica regionale, le amministrazioni comunali devono avere più coraggio, essere meno timorose nell'applicare nuove concrete ed efficaci politiche di mobilità sostenibile”. Inoltre Buonomo suggerisce di puntare sui mezzi al metano, sulla modernizzazione del trasporto pubblico, sulla riqualificazione energetica degli edifici per diminuire i livelli di inquinamento dell’aria.

Notizie dal mondo dell’Università : Febbraio

di Noemi Colicchio

   PIU' INTEGRAZIONE SOCIALE

Aggiornamenti dal Consiglio Regionale della Campania: è stato approvato, con un solo voto contrario - del Consigliere Luciano Passariello (FdI) - una mozione promossa dal Generale dell’esercito in pensione Carmine de Pascale, per attenzionare tutti gli atenei pubblici alla corretta integrazione sociale degli studenti LGBT attraverso una campagna di sensibilizzazione promossa dalla Regione stessa. «Attività di sensibilizzazione all’utilizzo della procedura cd “Alias” negli Atenei della Campania» è il titolo della mozione, le cui parole sono state scelte con estrema cura. “Alias” è infatti il nome del profilo temporaneo che gli studenti Trans potranno richiedere per gestire la carriera universitaria, anche se non hanno ancora effettuato alcun intervento chirurgico per il cambio di sesso. 



   AL VIA LA RICERCA SUI CETACEI

L’Università di Genova formerà 10 ricercatori che studiano i cetacei con lezioni teoriche presso l’ateneo stesso e pratiche, attraverso 50 ore di training in mare presso il canale di Sicilia. Dei veri e propri “angeli custodi” delle balene dunque, riconosciuti dallo Stato come specialisti in «Tecniche di monitoraggio per lo studio dei cetacei», corso di perfezionamento promosso dal Distav (Università degli Studi di Genova) in collaborazione con il Centro Interuniversitario di Ricerca sui Cetacei (Circe) e l'Associazione Me.Ri.S. Mediterraneo Ricerca e Sviluppo. L'iniziativa ha ricevuto il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, e la sponsorizzazione da parte della Società Italiana di Biologia Marina.



   LINK: MOBILITAZIONI PER LA NO TAX AREA

Ancora proteste in tutta Italia per le pessime conseguenze prodotte dalla seppur intelligente e propositiva iniziativa della No Tax Area. L’associazione Link Coordinamento Universitario, da subito allertata sulla questione, organizza mobilitazioni fermamente convinta della necessità di ristabilire il giusto ordine nel micro-cosmo universitario. Denunce sono partite dagli studenti degli atenei di Bari e Bologna e Andrea Torti, Presidente dell’associazione, spiega nuovamente, per chi non ne fosse a conoscenza, la natura del problema: per compensare la tassazione zero su studenti con redditi molto bassi, alcune università hanno preferito riversare un gettito maggiore su chi supera soglie dimensionali di reddito medio-basse o alte. Parliamo di famiglie che vanno sopra i 13mila euro oppure oltre i 30mila. Ancora più grave l’accanimento riversato su chi invece ha reddito basso ma pochi crediti o è finito fuori corso. Niente diritto allo studio per tutti, dunque, ma neanche di vera meritocrazia stiamo parlando. «Per chi ha un reddito superiore non sono stati posti limiti sul livello di contribuzione lasciando di fatto - spiega l’associazione studentesca - tutto in mano alle decisioni degli Atenei, strettamente vincolate a bilanci sempre più magri. Così alcuni Atenei hanno optato per un aumento della contribuzione massima, anche dell’ordine di 1000 euro». «La no tax area, rivendicazione storica di Link, non può essere fatta pagare agli studenti non inclusi in essa, ma deve essere un passo in avanti - fa notare l’associazione - verso un’università gratuita per tutti, in linea con gli obiettivi di `Europa 2020´, che richiedono un aumento al 40% dei 30-34enni con un’istruzione universitaria». «Continuiamo a non prendere il buon esempio dai paesi vicini - sottolinea Torti- in Germania l’università è gratuita e in Spagna è stata fortemente ridotta la tassazione, prevedendo l’eliminazione dei criteri di merito».


Autolesionismo: una piaga adolescenziale “Tagliarsi e sentirsi meglio”

di Teresa Uomo

Cutting, burning, branding, ovvero autolesionismo. Un fenomeno sempre più diffuso tra gli adolescenti, definito come un comportamento volto a procurare danni alla propria persona. Nel DSMV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) esistono due differenti categorie diagnostiche: l’autolesionismo non suicidiario (ANS) ed il tentativo di suicidio (TS).

Gli atti autolesionistici includono tagli autoinflitti della cute, graffi, strapparsi i capelli o anche ingerire veleni o oggetti. Diversi studi mostrano inoltre che l’ANS in età adolescenziale è più frequente tra le femmine (dai 12 ai 15 anni) che tra i maschi. Successivamente, dai 15 anni in poi si assiste ad un graduale incremento della frequenza nei maschi e decremento nelle femmine.

Gli adolescenti affetti da ANS riferiscono inoltre di mettere in atto questo tipo di comportamento per autopunirsi o per trovare sollievo quando sono sottoposti ad una forte tensione emotiva: l’essere affetti da forte depressione, essere stati vittime di abusi sessuali, l’isolamento sociale, le relazioni disfunzionali genitori-figli, l’essere stati oggetto di atti di bullismo, sono fattori che conducono ad avere atti autolesionistici.

È necessario che i genitori trovino il momento giusto per intavolare una discussione, dicendo di essersi accorti dei tagli e di volerne parlare, per aiutarli. Successivamente è necessario rivolgersi ad uno specialista che aiuti ad elaborare ciò che sta accadendo, dando “parole” al dolore

Anche la diffusione delle informazioni nelle scuole riveste un ruolo fondamentale: potrebbero essere costruite specifiche campagne informative allo scopo di eliminare i più comuni pregiudizi legati all’ANS sia nella popolazione studentesca che tra insegnanti e genitori, ed allo stesso modo potrebbero essere costituiti dei punti di ascolto ai quali il giovane può rivolgersi direttamente trovando personale appositamente formato e informato.

Questi adolescenti vanno sostenuti nel comprendere le proprie emozioni ed il proprio dolore attraverso la parola e non l’atto. Solo così al giovane uomo o alla giovane donna verrà resa la consapevolezza della propria esistenza e la libertà di riconoscersi in quanto tali.


Calo di turisti ad Ischia: il terremoto fa ancora paura

di Luigi Rinaldi

Il terremoto, come sempre accade, produce danni di enorme portata sia nel breve che nel lungo periodo. Purtroppo, anche Ischia, la bellissima Isola Verde, non è riuscita a sottrarsi a tale triste regola. Gli eventi sismici dello scorso 21 agosto, che hanno colpito in particolare Casamicciola e Lacco Ameno, stanno allontanando i turisti da quella che era una delle mete preferite di tanti visitatori che ogni giorno affollano le perle della nostra regione. Il consorzio isolano dei tour operator ha recentemente invitato tutti gli operatori del turismo a fare fronte comune per scongiurare la crisi.

Dopo lo scorso 21 agosto le agenzie di viaggi denotano un preoccupante calo di prenotazioni. Già lo scorso 1° novembre Ermando Mennella, Presidente di Federalberghi Ischia faceva notare che: "l'intera isola rispetto al 2016 al 30 settembre fa segnare quasi 7% in meno di arrivi e quasi 9% in meno di presenze. La maggiore erosione è del mercato italiano: nel comparto straniero cresciamo anche se di poco. Il mercato Italia è quello che più ha dato problemi dopo l'evento sismico, perché maggiormente influenzato da un'immagine negativa che i media italiani hanno dato dell'isola nei primi giorni, raccontando spesso falsità e non rispettando quelle zone dell'isola che avevano subito i danni maggiori. Ischia deve investire in una migliore comunicazione ma anche definire nel più breve tempo possibile gli interventi per far ritornare all'attività le zone colpite dal sisma".

Ulteriori conferme si sono registrate poi durante il periodo natalizio. Mettendo a confronto i dati del dicembre 2017 con quelli degli anni passati, il calo di presenze è stato evidente e tale da non poter essere assolutamente trascurato. I notevoli sforzi ed il grande attivismo degli enti locali, della Regione Campania, degli operatori e degli imprenditori, non hanno sortito gli effetti sperati.

Le previsioni ad oggi, manifestano una netta diminuzione di richieste per la primavera - estate sia per gli individuali che per i gruppi. Si tratterebbe di percentuali importanti e preoccupanti, che evidenziano cali che vanno dal 30% al 60% del fatturato lordo complessivo. Il Consorzio ammette di non essere in grado, allo stato, di chiarire se questo calo è dovuto solo alle vicende mediatiche negative legate al post terremoto o ad altro. Ma è molto probabile che la clientela non si senta sicura di soggiornare sull'isola di Ischia. Gli operatori del settore riscontrano nel contatto diretto molta reticenza psicologica, tanto da vedersi costretti a proporre alla clientela altre località. Un’ulteriore conferma di quanto la situazione sia preoccupante emerge anche dal crollo nella ricerca delle parole chiave sul web, riguardanti Ischia. Ovviamente la speranza è che questa crisi passi in fretta e che la incantevole Isola Verde ritorni ad essere affollata, come sempre, da turisti provenienti da ogni parte del mondo.

Immigrazione in Campania: da emergenza a business

di Antonio Cimminiello


L'altra faccia dell'immigrazione. Potrebbe così definirsi quello che sta accadendo in Campania nella gestione dei flussi migratori, che si manifesta però in una serie di illeciti di vario genere. Una delle vicende recenti più eclatanti ha riguardato una coppia di "sposi" a Torre Del Greco. Italiana (vedova e poverissima) lei, marocchino lui, è stata l'insolita indifferenza manifestata al momento delle pubblicazioni - si trattava precisamente della celebrazione di un'unione civile - a destare sospetti nei poliziotti intervenuti per l'occasione presso l'Ufficio di Stato Civile del comune torrese, fino a far scoprire tutta la verità: la promessa di danaro (poco più di 1.000 euro in tutto) alla donna per contrarre matrimonio, necessario per ottenere l'agognato permesso di soggiorno e perdere lo status di immigrato clandestino. 

La strana freddezza, che certamente non si addice a degli sposi, ha solo caratterizzato e "colorito" una vicenda che però è espressione di una prassi - quella dei matrimoni fasulli con extracomunitari - ormai consolidata da tempo in Campania, al punto di avvalersi di vere e proprie organizzazioni apposite. Senza contare gli altri escamotage inventati e utilizzati nel tempo sempre per il medesimo scopo, e talvolta anche con la compiacenza di dipendenti degli enti locali: si pensi alle attestazioni di false residenze (fenomeno particolarmente diffuso nel Vesuviano) o di falsi rapporti regolari di lavoro

Nonostante iniziative istituzionali finalizzate a permettere sempre più la "normalizzazione" del fenomeno migratorio - come ad esempio il recente protocollo adottato tra Governo e più di 200 Comuni campani per una più equa redistribuzione ed integrazione degli immigrati sul territorio, attraverso progetti come l'utilizzazione gratuita in siti archeologici e l'assunzione in deroga di personale comunale per la gestione del fenomeno - non manca quindi chi "fiuta" l'affare, ma in questo caso approfittando persino della povertà degli italiani stessi, quindi ben al di sotto del più elevato "livello" di attività delinquenziale ad esempio riscontrato con l'indebita percezione ed utilizzazione dei fondi da parte di alcune cooperative: si può ricordare a tal proposito la vicenda giudiziaria che riguardò nel 2015 la cooperativa "Un'ala di riserva", culminata con l'arresto dei suoi vertici, con la contestazione di reati che andavano dalla truffa all'appropriazione indebita. Disperazione, illegalità, omertà, mercimonio: da emergenza a "business" illecito, per l'immigrazione il passo è veramente breve.



L’importanza della lingua italiana nel mondo

di Teresa Uomo

Bellissima per la sua struttura armonica e musicale, per la sua eleganza strutturale e concettuale, per la sua solarità e luminosità, la lingua italiana sa distinguersi per la sua unicità, per la sua creatività ed anche per la sua magia seduttiva e comunicativa. Se però guardiamo a tempi più recenti e moderni, il sopraggiungere dell’era telematica ed il fenomeno della globalizzazione mettono un po’ a dura prova la grandezza di tale bellezza espressiva perché si è modificato il tempo ed il modo di comunicare e nel farlo occorre essere sempre più veloci e sintetici. 

La sonorità e l’eleganza della lingua italiana rischiano di essere schiacciate e sacrificate dalle “urgenze” dei nuovi tempi, con il pericolo di sgualcirla o di sciuparla; eppure la lingua italiana resiste e continua a sedurre in tutta la sua bellezza. Tale patrimonio va preservato e custodito: è la chiave che conserva tutta la memoria storica del nostro popolo. A conferma di ciò basta citare alcuni grandi letterati, quali, Dante, Petrarca, Boccaccio, Manzoni, Foscolo, Goldoni, Moravia, D’Annunzio, Eco, Fallaci, ed altri ancora che hanno reso prestigio alla propria lingua portandola attraverso il mondo intero.

C’è però da dire che l’italiano è la quarta lingua studiata nel mondo. Cosa alquanto inspiegabile. Vediamo perché accade questo strano fenomeno: innanzitutto, si dimentica che l’italiano è la lingua franca di uno dei principali soggetti geopolitici mondiali: la Chiesa cattolica; in secondo luogo c’è da considerare che l’Italia è uno dei paesi che ha avuto una cospicua emigrazione nell’ultimo secolo: circa 40 milioni di persone sparse soprattutto in Argentina, Usa, Canada, Australia, Germania, Francia e Belgio. Inoltre, è da considerare l’importanza dell’italiano anche sul piano culturale: l’italiano è la lingua principale del melodramma, ed è una lingua molto amata all’estero. Un’indagine promossa dal Ministero degli Esteri conferma il legame tra l’interesse per la lingua e quello per la cultura, ma gli stranieri studiano l’italiano anche per motivi pratici. 

La motivazione principale per apprendere l’italiano è il legame con la cultura occidentale, e attrae perciò le menti più disparate, dagli operatori turistici internazionali ai discendenti degli italiani emigrati all’estero. Un aspetto da non sottovalutare della diffusione della nostra lingua all’estero è rappresentato dai canali di comunicazione attraverso cui gli stranieri apprendono l’italiano – forse non del tutto perfetto – ma tuttavia sufficiente per una comunicazione elementare.


Riaprono quattro domus agli Scavi di Ercolano: è boom di visite

di Antonio Ianuale 

Gli scavi archeologici di Ercolano migliorano la propria offerta culturale, rendendo nuovamente possibile l’accesso ai tantissimi turisti interessati a quattro domus, tra le più belle e caratteristiche del sito: la Casa dei due atri, la Casa del bel cortile, la Casa dell'Erma di Bronzo e la Casa dei Cervi. L’accordo tra il Parco archeologico di Ercolano e la società Ales, fortemente voluto dal direttore Francesco Sirano, ha permesso la riapertura delle domus il 15 gennaio scorso. “Oggi parte un nuovo capitolo negli scavi di Ercolano- dichiara Sirano - l’apertura di quattro domus con personale Ales significa restituire una parte di patrimonio al pubblico". 

Le domus sono tra le più eleganti dell’intero parco archeologico. La Casa dei Cervi era una Domus molto ampia, sviluppata su due piani: uno riservato ai padroni di casa, l’altro alla servitù. Il grande porticato che conduce a le camere lussuose, è decorato dalle statue di cervi che danno il nome alla domus. La Casa del Bel Cortile, con il caratteristico cortile è tra le più moderne del parco. Nella Casa dei Due Atri si trova la testa di Gorgone, e la Casa dell’Erma di Bronzo prende il nome dall’erma in bronzo al suo interno, un busto-ritratto su un pilastro che raffigura il suo proprietario. 

Gli scavi di Ercolano sono da sempre una grande attrazione della nostra terra: la città è legata alla cultura greca e a quella romana, infatti deve il suo nome all’eroe greco Ercole, e sotto l’imperatore romano Augusto conobbe il suo massimo splendore. Calamità naturali come il terremoto nel 62 d.C, e l’eruzione del Vesuvio del 79 hanno distrutto l’intera città, che rivive, solo in parte a seguito del lavoro prezioso degli archeologi. 

Ercolano era sicuramente meno popolata di Pompei, le sue architetture sono meno imponenti di quelle pompeiane, ma è un sito più visitabile e meno dispersivo. Celebre è il teatro romano, scoperto nel 1709: fu costruito nella prima fase del periodo augusteo, poteva contenere circa duemilacinquecento persone ed al suo interno venivano interpretate commedie e satire. Gli scavi di Ercolano stanno ottenendo un grande successo tra i turisti, anche internazionali: nella prima settimana dall’apertura delle nuove domus, oltre 1.300 turisti hanno deciso di ammirare le bellezze del parco archeologico. Un incremento destinato a crescere nelle prossime settimane.