giovedì 22 febbraio 2018

Bullismo: un fenomeno che si propaga sempre più

di Teresa Uomo

Bullismo: dall’inglese “bullying” che significa tiranneggiare, fare il prepotente. Un fenomeno molto diffuso nelle scuole, che non deve però essere confuso con gli scherzi e a volte, stupide ma innocenti prese in giro che fanno parte del processo di crescita. Spesso, infatti, si sente parlare di bullismo un po’ a sproposito. In questo fenomeno rientra l’intimidazione ma, soprattutto, la violenza fisica e psicologica che perdura nei confronti di una vittima più debole, una violenza che lascia disarmati, una violenza che umilia, che ferisce a tal punto che, ogni tanto, si sente parlare di ragazzi che addirittura si tolgono la vita. 

Cosa porta sostanzialmente un giovane a diventare il carnefice del compagno o del conoscente? Le motivazioni possono essere tra le più varie: insicurezza personale, l’insuccesso scolastico, i problemi in famiglia, un’infanzia difficile. È indispensabile trasmettere ai figli le regole base del rispetto civile e controllare i ragazzi che passano sempre più ore davanti al pc. 

Soltanto una piena collaborazione tra famiglia e scuola potrà frenare una tale forma di violenza, ma talvolta anziché parlare di nuove misure e strategie per sconfiggere abusi e discriminazioni, ci si ritrova a denunciare l’aumento di nuove forme di violenza. Una situazione che si fa sempre meno gestibile. 

Oggi una donna non deve più temere soltanto violenze all’interno della relazione, o mentre percorre la via di casa nel cuore della notte, perchè il fenomeno del “pull a pig” rischia di rendere spiacevole e traumatica anche l’esperienza del “corteggiamento”. Un gruppo di giovani punta una ragazza, semplice, non molto attraente, un po’ timida. Il gruppo di ragazzi decide di metter su una sceneggiata: uno di loro avrà il compito di conquistare la ragazza, facendole credere di essere realmente interessato a lei, salvo poi svelare la bufala pubblicamente o tramite sms e mezzi simili. 

Ci troviamo dunque di fronte ad un fenomeno a metà strada tra il bullismo e la violenza, in particolar modo psicologica. Alla base del “pull a pig”, cioè “inganna un maiale”, ci sono pressioni emotive, volontà di compromettere l’autostima della vittima, misoginia e sessismo. Le vittime sono spesso donne ed il motivo è l’assenza di rispetto nei loro confronti, con il chiaro obiettivo di annullare la loro dignità.


Nessun commento:

Posta un commento