di Teresa Uomo

La sonorità e l’eleganza della lingua italiana rischiano di essere schiacciate e sacrificate dalle “urgenze” dei nuovi tempi, con il pericolo di sgualcirla o di sciuparla; eppure la lingua italiana resiste e continua a sedurre in tutta la sua bellezza. Tale patrimonio va preservato e custodito: è la chiave che conserva tutta la memoria storica del nostro popolo. A conferma di ciò basta citare alcuni grandi letterati, quali, Dante, Petrarca, Boccaccio, Manzoni, Foscolo, Goldoni, Moravia, D’Annunzio, Eco, Fallaci, ed altri ancora che hanno reso prestigio alla propria lingua portandola attraverso il mondo intero.
C’è però da dire che l’italiano è la quarta lingua studiata nel mondo. Cosa alquanto inspiegabile. Vediamo perché accade questo strano fenomeno: innanzitutto, si dimentica che l’italiano è la lingua franca di uno dei principali soggetti geopolitici mondiali: la Chiesa cattolica; in secondo luogo c’è da considerare che l’Italia è uno dei paesi che ha avuto una cospicua emigrazione nell’ultimo secolo: circa 40 milioni di persone sparse soprattutto in Argentina, Usa, Canada, Australia, Germania, Francia e Belgio. Inoltre, è da considerare l’importanza dell’italiano anche sul piano culturale: l’italiano è la lingua principale del melodramma, ed è una lingua molto amata all’estero. Un’indagine promossa dal Ministero degli Esteri conferma il legame tra l’interesse per la lingua e quello per la cultura, ma gli stranieri studiano l’italiano anche per motivi pratici.
La motivazione principale per apprendere l’italiano è il legame con la cultura occidentale, e attrae perciò le menti più disparate, dagli operatori turistici internazionali ai discendenti degli italiani emigrati all’estero. Un aspetto da non sottovalutare della diffusione della nostra lingua all’estero è rappresentato dai canali di comunicazione attraverso cui gli stranieri apprendono l’italiano – forse non del tutto perfetto – ma tuttavia sufficiente per una comunicazione elementare.
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