martedì 20 marzo 2018

Contratti di sviluppo in Campania: in arrivo altri 850 milioni dal Cipe

di Luigi Rinaldi 

Il Contratto di sviluppo, introdotto nell’ordinamento dall’articolo 43 del Decreto-Legge 25 giugno 2008, n. 112, ed operativo dal 2011, rappresenta il principale strumento agevolativo dedicato al sostegno di programmi di investimento produttivi strategici ed innovativi di grandi dimensioni.

La normativa attualmente in vigore (decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 dicembre 2014 e s.m.i.), valevole per il periodo di programmazione 2014-2020, consente la finanziabilità di: programmi di sviluppo industriali, compresi i programmi riguardanti l’attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli; programmi di sviluppo per la tutela ambientale; programmi di sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali. 

Le istanze di accesso devono essere presentate all’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. – Invitalia, soggetto gestore della misura agevolativa, con le modalità e secondo i modelli indicati nella sezione dedicata del sito web dell’Agenzia. 

L’Agenzia procede allo svolgimento delle attività istruttorie di competenza nel rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande di agevolazioni, tenuto conto delle risorse finanziarie disponibili. Lo scorso 28 febbraio il CIPE ha approvato il rifinanziamento dei contratti di sviluppo per 850 milioni a valere su risorse del Fondo di sviluppo e coesione

Per le Regioni che hanno sottoscritto Accordi di Programma Quadro con il Mise, come la Campania e la Calabria, la quota parte attribuita a livello regionale sarà trasferita su tali Accordi senza ulteriori cofinanziamenti da parte delle Regioni stesse. 

Ad oggi, sono 113 le imprese finanziate con questo strumento, che hanno attivato 4,2 miliardi di euro di investimenti con quasi 60.000 posti di lavoro creato o salvaguardati. Delle imprese finanziate, oltre il 60% operano nel settore dell’industria, circa il 30% nella trasformazione dei prodotti agricoli e circa il 16% nel Turismo. 

L’ultimo rifinanziamento del Contratto di Sviluppo risale al 2016, con uno stanziamento di 916,500 milioni di euro dal CIPE. Il Decreto del Ministero del Sviluppo Economico dell’8 novembre 2016 ha apportato alcune modifiche alle procedure. Due le novità più importanti. La prima è il Fast Track ossia la riduzione dei tempi necessari per ottenere le agevolazioni, con l’avvio del programma di sviluppo entro 6 mesi dalla determina, completamento del programma di investimenti entro 36 mesi. 
La seconda è il cosiddetto Accordo di Sviluppo cioè l’introduzione di una nuova procedura a favore dei progetti strategici di grandi dimensioni. 

Il Presidente Vincenzo De Luca e l'Assessore al ramo Amedeo Lepore hanno dichiarano: "la decisione di rifinanziare contratti e accordi di sviluppo con una consistente dotazione di risorse finanziarie è una novità di grande importanza per lo sviluppo produttivo della Campania. Infatti, i fondi già stanziati per l'Accordo di Programma Quadro tra Regione, Ministero dello Sviluppo e Invitalia (325 milioni di euro, di cui 150 cofinanziati dalla Campania) stavano per essere rapidamente assorbiti dalle numerose richieste di investimento pervenute allo sportello dell'Agenzia nazionale di sviluppo. Con l'approvazione del nuovo stanziamento di 850 milioni da parte del Cipe, che per l'80% andranno al Sud, si potranno sostenere in modo ampio e diffuso nuovi accordi di sviluppo e favorire l'afflusso in Campania di nuovi consistenti investimenti di grandi dimensioni. Non possiamo che esserne lieti per l'economia, le imprese produttive e l'occupazione dei nostri territori. L'azione della Regione per la crescita e l'incremento dei livelli di produzione va avanti e si arricchirà di nuove iniziative nel corso delle prossime settimane".


“Resto al sud”: ecco come procedono le domande al bando

di Noemi Colicchio

Ne parliamo da mesi, lo si invoca da anni: un serio incentivo allo sviluppo di imprese nel Meridione d’Italia. Prende il nome di “Resto al sud” il bando rivolto agli under 35 residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, siano essi singoli soggetti giuridici o gruppi di imprese. 

Il programma conta un budget di 1 miliardo e 250 milioni di euro e garantisce ai giovani neo-imprenditori la totale copertura delle spese effettuate attraverso due strade: un contributo a fondo perduto che copra fino al 35 % i costi sostenuti e un finanziamento bancario a tasso zero fino al 65% del programma di spesa. Ciascun richiedente può ottenere al massimo 50 mila euro, cumulabili fino a 200 mila qualora i richiedenti siano quattro, già costituiti in società o prossimi a farlo. 

Convenzionate con il progetto fin dalle sue prime battute Intesa SanPaolo, Unicredit, la Banca del Mezzogiorno Mediocredito centrale, il Monte dei Paschi di Siena oltre a gran parte delle piccole banche del Sud. 

Come accedere al credito? Il processo non è semplicissimo: Caronte prende le sembianze di Invitalia, Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa che verifica i requisiti del richiedente e la validità e fattibilità del processo. Una volta avuto il via libera, questo potrà richiedere il finanziamento a una delle banche convenzionate e dopo l’approvazione dell’erogazione, si torna a fare un passo indietro, verso Invitalia per richiedere l’effettiva erogazione del contributo. 

Possono partecipare non solo gli under 35 già residenti nelle otto Regioni citate «al momento della presentazione della domanda di finanziamento», ma anche coloro che si impegnino a trasferirsi in una di esse «dopo la comunicazione di esito positivo». 

Finora sono state presentate 1445 domande, di cui quasi la metà deriva dalla Campania (il 46%) ecco perché proprio il Comune di Napoli ha aperto uno sportello per assistere gratuitamente coloro che intendono partecipare al bando, in modo da aiutare concretamente i cittadini a presentare la documentazione richiesta nel modo corretto. Bisogna però prendere appuntamento con un consulente dell’ufficio del Comune, scrivendo via mail all’indirizzo restoalsud@comune.napoli.it

Seguono in percentuali di riempimento Calabria e Sicilia con 240 domande a testa (il 16%). In chiusura la Basilicata (24 domande) e il Molise (20), complice anche la grandezza della Regione oltre il quantitativo di soggetti potenzialmente interessati all’iniziativa. Su per giù sono 50  le domande già approvate, mentre altre 6.120 restano in compilazione. Migliaia i posti di lavoro prospettati nei prossimi anni in tutto il Meridione grazie all’incentivo. Gentile concessione o imperativo morale?


Grande successo di pubblico per "La Costituzione a teatro"

di Redazione

Oltre 4000 bambini di elementari e medie si sono recati, nella stagione di mattinate appena conclusa, al Teatro Bellini di Napoli dove è andato in scena lo spettacolo "La Costituzione a Teatro" tratto dal romanzo "Il marchese di Collino" di Giovanni Calvino e Giovanni Parisi

La compagnia, formata dagli attori Roberto Pappalardo, Enzo Esposito, Dalal Suleiman, Filippo Scotti e Roberto Cardone, è stata diretta dalla regista Patrizia Di Martino che ha firmato anche la riduzione teatrale del romanzo. 

Lo spettacolo, prodotto da Libra Produzioni e Teatro Bellini, dura un'ora, il tempo necessario ai bambini di affezionarsi alle avventure del piccolo marchese Dispetti e - contemporaneamente - di assimilare i primi dodici principi fondamentali della Costituzione Italiana.

La storia narra le gesta di Francesco Odoacre Ripetti, nipote del vecchio sindaco di Collino ormai malato. Il giovane, da tutti reputato uno scansafatiche, si sostituisce al nonno e, con la forza della spontaneità unita ai valori della Costituzione, riesce a risolvere i vari problemi del comune di Collino, portando pace e armonia nel paese e - soprattutto - rendendo orgoglioso il Marchese Gustavo Maria Ripetti. 

Gli attori, tutti bravi, accompagnano con atmosfera quasi circense i giovani spettatori nel fantastico mondo incantato del testo, arricchito dalle scenografie disegnate da Tiziana Mastropasqua e delle musiche originali del maestro Mariano Bellopede

Il romanzo di Calvino e Parisi, edito dall'Isola dei Ragazzi, è già alla terza ristampa e le maestre ne fanno incetta perché rappresenta per loro uno strumento utilissimo per l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, la materia che ha sostituito Educazione Civica nelle scuole e di cui però tanto si sentiva la mancanza. Alla fine dello spettacolo non pochi alunni hanno chiesto di approfondire in classe gli argomenti trattati nello spettacolo. Il teatro come diffusione del senso civico. Questa sì che è una bella notizia.

Innovation Village: dal 5 al 7 aprile alla Mostra d’Oltremare

di Noemi Colicchio 

Dal 5 al 7 aprile torna presso la Mostra d’Oltremare di Napoli l’Innovation Village: fiera annuale dedicata all’innovazione ed ai processi a supporto delle nuove tecnologie, organizzata dalla società Knowledge for Business con il supporto della Regione Campania, co-organizzata con Sviluppo Campania ed Enea- Bridgeconomies EEN

Lo scorso anno numeri da capogiro: 80 espositori, 3.000 presenze e 250 incontri B2B/R2B, di cui 30 di portata internazionale. Un vero e proprio villaggio abitato per la tre giorni da imprese, professionisti, startup e incubatori, liberi di gironzolare tra le varie aree tematiche dell’edizione 2018. 

In totale, ne contiamo 6: una dedicata all’ Industria 4.0 con la partecipazione dei Digital Innovaton Hub e Competence Centre; una all’innovazione per la sicurezza sull’utilizzo di nuove tecnologie per la realizzazione di sistemi intelligenti di prevenzione attiva; una al settore della fabbricazione digitale, in ambito industriale e biologico; un’area dedicata al comparto pelli e industria conciaria con l’organizzazione di workshop sulle tecniche di fabbricazione digitale per le pelli; un’area dedicata al tema dell’innovazione in agricoltura in collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania ed infine una sul tema dell’economia circolare, con particolare attenzione a riciclo e riuso dei materiali.

 In sintesi, quattro dunque le tematiche portanti: Economia Circolare, un nuovo modo di produrre che non termina con il rifiuto ma diventa ciclico sin dalla progettazione; Piano Industria 4.0, come sostenere l’innovazione al Sud; Blue Growth, una roadmap per valorizzare il potenziale dei mari in Italia; Soil bio-remediation, innovazioni tecnologiche per “biorisanare” la Terra dei fuochi. 

Intanto è aperta la piattaforma Innovation Village 2018 Brokerage Event sulla quale potersi registrare gratuitamente per prendere parte ad incontri tra imprese, startup e ricerca della durata di 30 minuti ciascuno. 

L’iniziativa è attuata in collaborazione con ENEA-Bridgeconomies, nodo della rete Enterprise Europe Network. Idee e progetti da presentare e sviluppare in collaborazione con varie professionalità, al fine di trovare partner con cui dialogare e promuovere lo sviluppo tecnologico, creare reti che permettano a giovani talenti di affacciarsi su mercati internazionali con strumenti oltre che competenze idonei. 

Appuntamenti one-to-one e tavole rotonde per regalare ai partecipanti una full immersion nel mondo del lavoro… innovativo. Non c’è che da restare aggiornati sul calendario di attività disponibile sul sito www.innovationvillage.it.


Sempre più alunni stranieri nelle scuole italiane

di Teresa Uomo

Multiculturalità?! Sì, perché la scuola italiana sta diventando sempre più multiculturale. La scuola è un elemento chiave per il processo di integrazione. Essa è il luogo dell’educazione e della formazione alla cittadinanza culturale del mondo. Nelle scuole italiane uno studente su dieci è straniero; o almeno, secondo i dati del MIUR(Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), il 9,49% di chi frequenta le scuole italiane, dalle primarie alle secondarie di secondo grado, non ha la cittadinanza italiana. Una presenza alla quale bisogna aggiungere quella dei ragazzi e delle ragazze figli di persone di origine straniera e naturalizzate italiane. Talvolta non compaiono nelle statistiche, ma rispondono ogni mattina all’appello, portando con sé tutte le difficoltà legate all’integrazione. 

I minori stranieri sono presenti in una percentuale maggiore nelle città e nei paesi del Nord e del centro Italia.  Ma anche alcune zone del Sud devono fare i conti con una sempre maggiore presenza di bambini non italiani in classe, come ad esempio le provincie di Matera, Ragusa, Teramo e Foggia. Maestri e professori devono pensare ad una didattica che tenga conto del fatto che sarà rivolta ad una classe multietnica. Ciò rappresenta il primo passo verso la piena integrazione di questi alunni. 

Tanti sono gli alunni stranieri nelle scuole della Campania, provenienti dall’Ucraina, dall’Albania, dal Marocco, ed anche dalla Cina. Sono gli studenti stranieri che frequentano le nostre scuole, che con la loro presenza arricchiscono sempre più la scuola italiana: sono loro che rendono multietniche le classi, loro che arricchiscono la formazione degli italiani nel confronto con culture diverse. 

Se la popolazione degli istituti scolastici della Campania, dalla materna alle superiori, arriva a quota 538.113, gli alunni non italiani sono 8.443. Concentrati soprattutto a Napoli e nell’hinterland, dove compaiono, al contrario che nelle altre provincie della regione, anche i cinesi. Ma la comunità più rappresentata nelle scuole napoletane è quella proveniente dall’Ucraina: quasi 500 alunni, in gran parte iscritti alle elementari ed alle medie. Anche a Salerno e dintorni la comunità studentesca straniera più consistente è quella ucraina, con oltre 130 scolari alle elementari ed oltre 100 alle medie. 

Pochissimi tra loro sono nati qui in Italia. In gran parte giungono da fuori, dopo che le madri hanno ottenuto la regolarizzazione del permesso di soggiorno e del loro lavoro. Tra i “nuovi italiani” a scuola, i più numerosi sono gli alunni con cittadinanza romena, seguiti da albanesi e marocchini; di meno cinesi e filippini. Presenza più consolidata, nella regione, quella proveniente dal Marocco, ma molto spesso gli emigrati marocchini lasciano i figli a casa e attraversano il Mediterraneo senza trascinare con sé le famiglie. Significativa anche la presenza di albanesi, specie a Napoli e Caserta.


Un nuovo strumento contro la violenza: "La Stanza dell'ascolto"

di Antonio Cimminiello

Le statistiche parlano chiaro. Le persone vittime di violenza, in particolare le donne e i minori vittime di abusi, non denunciano abbastanza. Ma tra le varie cause di un atteggiamento del genere - oltre alla paura o ad una "preventiva" sfiducia nei confronti delle Autorità - alle volte può annidarsi anche l'assenza di quelle condizioni, si "materiali" ma davvero idonee a permettere alla vittima di confidare tutto nella necessaria serenità e sostegno. 

Il Comune di Napoli sembra aver colto questa problematica e ha così creato la "Stanza dell'Ascolto", iniziativa che ha visto in prima linea l'Assessore alla Sicurezza Urbana e Polizia Locale Alessandra Clemente. Di che cosa si tratta esattamente? Si è proceduto all'inaugurazione di un apposito spazio, situato in Via Alessandro Poerio, destinato all'accoglienza delle donne vittime di violenza di genere e stalking nonchè dei minori vittime di abusi

L'aspetto più interessante della "Stanza dell'Ascolto" sta nella presenza di sistemi tecnologici sofisticati, che serviranno a garantire la migliore rilevazione dei colloqui, e cioè una "confessione" meno traumatica possibile. A tal fine, l'ambiente è infatti dotato di una "control room", dotata di microfono e telecamera ed adiacente ad altra stanza dove si svolge il colloquio; le due stanze sono divise da uno specchio unidirezionale, che permetterà di ascoltare senza essere visti

La "Stanza dell'Ascolto" così, oltre a rappresentare un felice esempio di recupero e rifunzionalizzazione di immobili comunali prima inutilizzati o addirittura fatiscenti, costituisce anche il tentativo di mettere insieme "...accoglienza, professionalità umanità e la risposta ad un'esigenza di giustizia, perchè qui si possono raccogliere testimonianze che possono essere decisive per i processi", come ha avuto modo di sottolineare in occasione dell'inaugurazione dello spazio - e anche forte della sua esperienza di ex magistrato - il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris

Continuano e si moltiplicano quindi i progetti, provenienti da più istituzioni, volti a contrastare in ogni aspetto la violenza sui più deboli. Vale la pena a tal proposito ricordare il "Progetto Mimosa", l'iniziativa nata a Napoli 4 anni fa ad opera dell'Associazione "Farmaciste insieme": l'intento è quello di superare la visione tradizionale della farmacia, "trasformandola" in un vero e proprio sportello con cui garantire supporto ed informazioni alle vittime di violenza, andando ben oltre la semplice vendita di medicinali. A riprova della bontà di tale progetto, c'è da segnalare una sempre crescente adesione ad esso in tutta Italia, che continua a protrarsi ancora oggi, come testimoniato dalla presentazione del progetto proprio in questi giorni presso la sede di Federfarma Verona.



La mostra di Salvador Dalì a Napoli

di Antonio Ianuale 

Il genio di Salvador Dalì in mostra al PAN: “Io Dalì”, questo il titolo dell’esposizione allestita al Palazzo delle Arti dal 1 marzo al 10 giugno che porta per la prima volta in Italia l’arte dell’artista spagnolo che ha segnato il Novecento. La mostra è organizzata dal Comune di Napoli - Assessorato alla Cultura e al Turismo, con la Fundació Gala-Salvador Dalí e co-organizzata con C.O.R. Creare Organizzare Realizzare

L'esposizione è a cura di Laura Bartolomé e Lucia Moni con la consulenza scientifica di Montse Aguer, direttrice dei Musei Dalí e di Rosa Maria Maurell della Fundació Gala-Salvador Dalí e da Francesca Villanti, direttore scientifico di C.O.R. Creare Organizzare Realizzare. 

Un viaggio nella mente di uno dei geniali interpreti del XX secolo di cui la mostra farà comprendere l’attualità, il talento, l’unicità. Salvador Dalì fu un artista poliedrico: non solo pittore, ma anche disegnatore, scultore, scrittore, cineasta, fotografo e sceneggiatore

Il genio spagnolo annovera anche una collaborazione con Walt Disney, prematuramente interrotta con il sopraggiungere della guerra. Attraverso dipinti, disegni, video, fotografie e riviste verrà mostrato il Dalì artista, ma anche la sua eccentrica personalità che ha contribuito a renderlo famoso in tutto il mondo. 

Nell’esposizione del PAN si vedranno anche i filmati, le performance e le frequenti apparizioni, tutt’altro che improvvisate, nei mezzi di comunicazione: dalle copertine della riviste, tra cui il Time del 1936, alla sua partecipazione in veste di ospite a un concorso televisivo americano di grande successo, What’s My Line? trasmesso nel 1957 dall’emittente televisiva CBS. 

Non potevano mancare le fotografie dei suoi celebri baffi, con Dalì oggetto per l’occasione dell’arte fotografica Philippe Halsman. Il successo dell’esposizione è già chiaro nei primi numeri: oltre tremila i visitatori nel primo weekend, con il sindaco de Magistris ad esaltarne la grandezza e la caratura internazionale dell’evento: “ecco un’ulteriore, straordinaria mostra di livello internazionale che dimostra il grande riscatto culturale di Napoli. Siamo profondamente orgogliosi che sia un'esposizione in esclusiva e che proponga un artista molto vicino al pensiero napoletano, fatto di radici culturali, di creatività, di innovazione e anticonformismo”. 

Tra le opere esposte, l'autoritratto con il collo raffaellesco del 1921, a testimonianza dell’influenza che il Rinascimento italiano ha esercitato sul giovane Dalì, diversi disegni realizzati per la sua autobiografia “Vita segreta”, oltre ai già citati filmati, performance e apparizioni nei mezzi di comunicazione.


Italia: da terra di emigrazione a terra di immigrazione


di Teresa Uomo 

Fino ad un secolo fa, l’Italia era soggetta a continue emigrazioni, specialmente nel Mezzogiorno. Lo storico docente e politico italiano Ettore Ciccotti citava “tra i fenomeni particolari che presenta l’Italia del Mezzogiorno nessuno è forse più significativo della sua emigrazione. Da oltre un trentennio, prima in misura limitata, poi in proporzioni sempre più vaste ed in maniera persistente, è incominciata, e si è diffuso ed affermato un flusso migratorio, un vero esodo verso i paesi più lontani”. L’Italia è stata terra di emigranti ed ora accoglie gente immigrata

Siamo stati tra i principali paesi d’emigrazione del mondo, mentre ora siamo diventati una delle principali mete dei flussi migratori internazionali. Dietro a questi flussi d’immigrazione c’è il forte aumento delle cause espulsive nei paesi del terzo mondo, e l’aver reso l’Italia una meta possibile. Ogni giorno giungono centinaia di immigrati su gommoni ed imbarcazioni alla ricerca di una vita migliore. 

Oltre all’immigrazione però l’Italia meridionale ha conosciuto da oltre un trentennio una forte emigrazione. Alcuni dei motivi che hanno spinto gli italiani a trasferirsi in terre lontane sono i sistemi arretrati di coltura, le crisi agrarie, i sistemi tributari che oberano eccessivamente sui bilanci. L’immigrazione è un fenomeno che si è verificato per secoli in molti paesi, condizionando fortemente anche il loro sviluppo e la loro storia. Voler combattere il problema dell’immigrazione piuttosto che risolverlo vuol dire andare contro la nostra stessa natura, vorrebbe dire vanificare gli sforzi di tutte quelle persone che hanno lasciato la terra in cerca di una vita migliore. 

Le migrazioni di popoli hanno costituito - e tuttora costituiscono - uno degli aspetti più importanti della storia: oggi stiamo assistendo a nuovi flussi migratori, con la presenza di individui diversi per nazionalità, lingua e cultura, per il colore della pelle e per i tratti somatici, e per le loro fattezze. 

Gli immigrati per la maggior parte provengono dall’Africa del Nord, dall’Asia, dall’America Latina e dai paesi dell’Europa Orientale (Albania, ex Jugoslavia, Polonia e Romania). Va messo in evidenza che dal 1° al 16 gennaio 2018 sono sbarcati in Italia 974 migranti, contro i 1073 del gennaio 2016 e i 2393 del gennaio 2017. Un dato certo, finora, è che da metà dello scorso anno il calo degli sbarchi è stato drastico. Lo scorso febbraio - volendo citare altri numeri - erano sbarcati in Italia 8971 migranti contro i 3828 del febbraio del 2016. Un andamento poi proseguito anche nei mesi successivi. Se a metà anno non si fosse verificata l’inversione di tendenza, nel 2017 gli arrivi avrebbero superato di slancio quota 200 mila.




Italia spaccata in due: al Sud si muore prima


di Luigi Rinaldi 

Non è certamente una novità che nel nostro Paese esista un marcato divario tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Sono decenni che nei libri di scuola si studia la cosiddetta “Questione Meridionale” e, nonostante le promesse e gli sforzi di qualcuno, poco è cambiato. Lo dimostrano non solo le statistiche economiche, ma anche gli indicatori sulla speranza di vita. 

Al Meridione si vive sicuramente meno rispetto al Settentrione. A denunciare il divario è l’Osservatorio Nazionale della Salute nelle Regioni Italiane, con uno studio dedicato alle disuguaglianze di salute. Secondo le statistiche, in Trentino Alto Adige si vive in media fino a tre anni in più che in Campania. Nella nostra Regione, in base ai dati del 2017, gli uomini vivono infatti mediamente 78,9 anni e le donne 83,3. Nella provincia autonoma di Trento, invece, vivono 81,6 anni gli uomini e 86,3 anni le donne. 

In generale, la maggiore sopravvivenza si registra nel Nord-Est, dove la speranza di vita per la popolazione maschile è di 81,2 anni e quella per le popolazione femminile di 85,6. Decisamente inferiore nel Mezzogiorno, dove si attesta a 79,8 anni per gli uomini e 84,1 per le donne. Un gap che cresce ulteriormente – fino a toccare gli otto anni in qualche caso – se il paragone viene fatto con l’aspettativa media di vita degli altri paesi europei. 

La speranza di vita è data dal numero medio di anni che una persona può aspettarsi di vivere al momento della sua nascita in un determinato paese in base ai tassi di mortalità registrati nell’anno considerato. Questo indicatore costituisce, insieme con la mortalità infantile, uno dei parametri più significativi delle condizioni sociali, economiche e sanitarie di una nazione, configurandosi, quindi, non solo come indicatore demografico ma anche del livello di sviluppo di un paese. Un indicatore questo, che ci consente anche di comprendere indirettamente il livello di efficienza della sanità di un dato paese così come l’incidenza dei fattori climatici e dell’inquinamento. Ed è proprio per questo che il quadro poco uniforme del contesto italiano suscita un notevole allarme

Se si prendono in considerazione le sole province di Napoli e Caserta si riscontra che le stesse presentano una speranza di vita inferiore di quasi due anni rispetto a quelle del Nord. Non è da trascurare, inoltre, il livello di istruzione: 77 anni in media per chi ha conseguito un livello d’istruzione basso, mentre si sale ad almeno 82 per chi ha conseguito la laurea. 

Le disuguaglianze tra Nord e Sud sono acuite anche dalle difficoltà di accesso ai servizi sanitari che penalizzano soprattutto chi ha un livello sociale più basso. Quattro, secondo l’ultima edizione del Rapporto Osserva - salute, i fattori cruciali: la scarsa prevenzione, a partire dalla minore risposta agli screening oncologici; diagnosi più tardive; una minore disponibilità di farmaci innovativi, una minore efficacia ed efficienza delle strutture sanitarie e degli stili di vita, che proprio al Sud fanno registrare più alti tassi di obesità di mancanza di attività fisica. 

Il Servizio sanitario nazionale dovrebbe garantire non solo la longevità ma anche l’equità sociale e territoriale. Ma non c’è molto da meravigliarsi, se si considera che chi detiene le fila del potere tollera ancora che i rifiuti industriali e quelli speciali continuino a circolare indisturbati. La salute dei cittadini è un bene da salvaguardare ovunque e la prima prevenzione va fatta proprio a partire dall’ambiente.


Immigrazione: i centri di accoglienza, i costi e gli ultimi dati

di Teresa Uomo 

L’immigrazione è un tema di attualità molto delicato e molto importante che interessa il nostro Paese, la nostra Bella Italia. Gli imponenti flussi migratori che da anni si registrano verso l’Europa – Italia in testa - danno luogo a grandi dibattiti. 

Aprire le porte agli immigrati ha un costo sociale, politico ed economico: innanzitutto, le semplici attività di controllo e soccorso in mare hanno un costo enorme per le finanze e il demanio dello Stato; in secondo luogo ci sono le strutture d’accoglienza, quali CPSA, ossia Centri di Primo Soccorso e Accoglienza, che ospitano gli stranieri al momento del loro arrivo in Italia; i CDA, ossia Centri di Accoglienza che garantiscono prima accoglienza allo straniero rintracciato sul territorio nazionale per il tempo necessario alla sua identificazione e all’accertamento sulla regolarità della sua permanenza in Italia; i CARA, ossia Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo, per l’identificazione e l’avvio delle procedure relative alla protezione internazionale. A questi si aggiungono i CIE, ossia Centri di Identificazione ed Espulsione, per gli stranieri giunti in modo irregolare in Italia che non fanno richiesta di protezione internazionale o non ne hanno i requisiti, evitando in tal modo la dispersione sul territorio di chi è in via di espulsione e consentendo l’esecuzione del relativo provvedimento da parte delle Forze dell’ordine. Poi ci sono i CAS, ossia Centri di Accoglienza Straordinaria, immaginati al fine di sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie di accoglienza o nei servizi predisposti dagli enti locali, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti. Da non sottovalutare inoltre, i costi per il personale che gestisce le suddette strutture d’accoglienza, e quelli per il personale sanitario, per le forze dell’ordine, i pullman per i trasferimenti, gli assistenti sociali e i traduttori. 

Se da un lato si parla di imponenti flussi immigratori, da un altro lato c’è però da dire che proprio sul tema dell’immigrazione, Marco Minniti - Ministro dell’interno nel Governo Gentiloni - sottolinea che da un po’ di tempo sta diminuendo il flusso di migranti in ingresso sulla rotta del Mediterraneo. 

Proprio nella mattinata del 1 marzo il Dipartimento per le Libertà Civili e l’immigrazione del Viminale ha diffuso gli ultimi dati relativi agli sbarchi nel nostro Paese: nell’ultimo periodo, i dati hanno evidenziato in grosso modo un calo degli arrivi via mare in Italia, passando dagli 11.461 immigrati di luglio 2017 ai 1.065 registrati a febbraio 2018. Ciò conferma la riduzione degli arrivi via mare, infatti, nel primo bimestre dell’anno sono approdati 5.247 migranti contro i 13.446 del 2017 e i 9.101 del 2016. Dalle dichiarazioni di nazionalità rilasciate al momento dello sbarco, i migranti giunti tra gennaio e febbraio risultano in gran parte Eritrei, Tunisini e Nigeriani.


Lo scontro con il Governo continua: nuovo sciopero dei docenti universitari

di Antonio Ianuale 

Acque agitate nelle università italiane: dopo il clamoroso sciopero dei docenti universitari nei mesi di settembre/ottobre, sarebbe in programma un nuovo sciopero nella prossima sessione estiva

La vertenza con il Governo sul blocco degli scatti stipendiali dei docenti universitari è ancora senza soluzione, con protagonista il Movimento per la dignità della docenza universitaria che ha proclamato un nuovo sciopero dei docenti. 

I docenti universitari non ritengono soddisfatte le richieste sugli scatti degli stipendi, ma non solo: nelle recriminazioni c’è il mancato stanziamento di fondi da destinare al diritto allo studio, che i docenti stimano intorno agli ottanta milioni di euro, e la richiesta di nuovi concorsi per ricercatori, associati e ordinari. 

Le adesioni sono già fioccate: hanno già dichiarato la loro disponibilità ad aderire allo sciopero, circa 7000 docenti provenienti da 79 università ed enti di ricerca, ma il numero è destinato a salire. "Nella Legge di Stabilità per il 2018 è stata data una soluzione al problema solo parziale e insoddisfacente – ha affermato il portavoce del Movimento, il prof. Carlo Ferraro del Politecnico di Torinonoi non chiediamo aumenti degli stipendi: chiediamo solo che lo sblocco parta non dal 1° gennaio 2016, bensì dal 1° gennaio 2015, e con il riconoscimento giuridico degli anni 2011-2014, come è stato fatto per tutti gli altri dipendenti pubblici. Non chiediamo arretrati per il 2011-2014, sempre come tutti gli altri dipendenti pubblici. Chiediamo inoltre che venga sanata una ingiustizia sugli scatti perpetrata ai danni dei Docenti assunti dopo l’entrata in vigore della legge Gelmini"

Il clima tra università e Governo è teso da tempo, ma anche con i rettori il rapporto non è certo idilliaco: in occasione dello sciopero in autunno il presidente Manfredi, rettore della Federico II, aveva convocato a Roma le sigle sindacali dei docenti e dei ricercatori, per discutere delle regole dello sciopero. I docenti hanno visto questa convocazione come un’ingerenza sebbene il rettore abbia riconosciuto come giuste le rivendicazioni dei docenti. Adesso gli stessi docenti sperano in un appoggio anche da parte dei rettori.

I docenti inoltre, evidenziano la necessità di avere risposte dalla politica, e dal Governo che si andrà a formare: "abbiamo annunciato l'astensione dagli esami con grande anticipo, anche per vedere la risposta dei partiti, impegnati nella campagna elettorale, e misurare l'impegno di questo Governo ed eventualmente di quello che uscirà dalle urne. E abbiamo alzato il tiro: non più solo la questione degli scatti stipendiali fermi da anni, ma anche altre rivendicazioni. A cominciare da quella che riguarda il diritto allo studio degli studenti: siamo l'unico Paese europeo in cui gli studenti risultano "idonei e meritevoli ma senza borsa di studio" perché mancano i soldi. Servono 80 milioni di euro". 

Interessati e preoccupati sono gli studenti che non vogliono avere ripercussioni di questo scontro tra università e governo: l’associazione studentesca LINK – Coordinamento Universitario, sebbene condivida le rivendicazioni del corpo docente, si è mobilitata con un petizione in rete per chiedere il ritiro dello sciopero che danneggerebbe gli studenti in una sessione chiave come quella estiva

Le modalità di sciopero garantiscono comunque gli studenti: infatti è previsto lo slittamento del primo appello della sessione, mentre le altre date saranno rispettate come da calendario accademico. I professori saranno presenti alle sedute di laurea e potranno essere istituiti appelli ad hoc per laureandi, studenti Erasmus e studentesse in gravidanza o con problemi di salute.


Lo scandalo SMA e il periodo nero delle partecipate campane

di Antonio Cimminiello 

Un intreccio inestricabile tra interessi pubblici e privati, con i secondi spesso a farla da padroni. Potrebbe così riassumersi la situazione che spesso attanaglia la macchina amministrativa italiana - al punto da "costringere" alla creazione di un'Autorità anticorruzione, l'ANAC- e che di recente si è tradotta in una serie di vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcune società partecipate dagli enti locali campani. 

Ha destato scalpore in particolare il caso che ha coinvolto la SMA, società partecipata dalla Regione Campania ed impegnata in un settore particolarmente delicato quale quello della gestione dei rifiuti. Lo scoop preparato dal giornale Fanpage - con l'utilizzo dell'ex-camorrista Nunzio Perrella nella veste di "agente provocatore" - sembra (il forse è ovviamente d'obbligo, in attesa di accertamenti della magistratura) aver messo in luce un sistema, preordinato alla gestione degli appalti per i rifiuti, piegato al clientelismo ed alla corruzione: mazzette per la preferenza di alcuni imprenditori. 

L'effetto immediato è stato ovviamente l'apertura di un'inchiesta penale dai molteplici filoni, dato che è in contestazione anche il probabile utilizzo indebito di ben 200.000 euro dei fondi della società. A ciò si sono aggiunte le immediate dimissioni dei vertici SMA e persino di Roberto De Luca ("comparso" in uno dei video di Fanpage), figlio del Governatore Vincenzo, che ha così lasciato l'incarico di assessore al Bilancio al Comune di Salerno. 

Non è certo un periodo felice per le partecipate campane; tra i vari casi che confermano ciò, si possono citare, giusto a mò di esempio, quelli della "Film Commission Campania" e della "Ar.me.na Sviluppo S.p.A.". La prima delle società menzionate, partecipata dalla Regione Campania e nata nel 2004 per "promuovere la Campania come set per la realizzazione di prodotti dell'audiovisivo" ha dovuto fare i conti con la recente sentenza della Corte dei Conti 66/2018, con cui l'ex responsabile amministrativo Filippo Procino è stato ritenuto colpevole di appropriazione indebita di denaro della società, per un danno erariale quantificato in quasi 120.000 euro. 

Un presunto caso di compravendita di voti avrebbe coinvolto invece una dipendente della "Ar.me.na Sviluppo S.p.A.", società partecipata per intero dalla Città Metropolitana di Napoli, deputata a diverse attività - dalla salvaguardia ambientale allo sviluppo delle attività produttive - preordinate al rilancio dell'area metropolitana: le indagini, che hanno coinvolto anche il politico Luigi Cesaro, si sono chiuse pochi giorni fa. 

Queste ed altre delicate vicende giudiziarie, il più delle volte, vanno però oltre l'infedeltà di singoli amministratori e dipendenti, rappresentando altresì lo sviluppo di cattive scelte organizzative le quali, anche se non si traducono in illeciti, finiscono col pregiudicare servizi essenziali: il caso dell'ANM, sottoposta a concordato preventivo fallimentare, ne è, purtroppo, la prova più lampante.