mercoledì 18 aprile 2018

Salute: screening gratuiti in tutte le Asl della Campania

di Luigi Rinaldi

Lo scorso 19 marzo è partito, in tutte le ASL della Regione Campania, il programma “Mi voglio bene” per la prevenzione oncologica, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione maschile e femminile sull'importanza degli screening, offrendo un’assistenza tempestiva, specializzata e gratuita. La campagna di informazione avviene attraverso un invito personalizzato tramite lettera inviata dall’ASL di appartenenza. La finalità è quella di raggiungere il maggior numero di persone nelle varie fasce d’età, cercando di coinvolgere anche quella fetta di popolazione meno attenta ai temi della prevenzione. Sono disponibili gratuitamente gli screening che consentono la prevenzione del carcinoma alla mammella, al collo dell’utero ed al colon-retto

Il tumore al seno è la più frequente neoplasia femminile nonché la prima causa di mortalità per tumore tra le donne. In Italia la malattia colpisce poco più di cinquantamila donne all'anno. Nonostante questi numeri, però, questo tipo di neoplasia è anche una di quelle che presenta i più alti tassi di guarigione. Le probabilità di debellare la malattia sono tanto maggiori quanto più la diagnosi è precoce. Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne dai 50 ai 69 anni e va eseguito ogni due anni, su invito dell’ASL. 

Il cancro del collo dell’utero (o della cervice uterina) è al secondo posto nel mondo, dopo quello della mammella, tra i tumori che colpiscono la popolazione di sesso femminile. Il test impiegato nello screening per il cancro del collo dell’utero è il Pap – Test, offerto ogni tre anni alle donne di età compresa tra i 25 ed i 64 anni

I tumori del colon-retto colpiscono il tratto finale del tubo digerente. Sono dovuti nella gran parte dei casi ad una trasformazione (in un periodo molto lungo dai 7 ai 15 anni) in senso maligno di polipi, ossia piccole escrescenze derivate dalla riproduzione incontrollata di cellule della mucosa intestinale. I polipi, in molti casi, non danno sintomi e sono rilevati grazie alla colonscopia. Solo i polipi adenomatosi danno origine a lesioni precancerose da cui può sviluppare la neoplasia. Il cancro del colon – retto è il secondo tumore più frequente rappresentando il 13% di tutti i tumori diagnosticati. Lo screening per la diagnosi precoce di questo tipo di neoplasia si rivolge alla popolazione residente in Campania di età compresa tra i 50 ed i 74 anni e va eseguito ogni due anni

E’ evidente che l’adesione al programma permette di salvare un numero significativo di vite umane e di effettuare interventi poco invasivi o addirittura di prevenire la comparsa stessa del cancro, attraverso la rimozione delle alterazioni che lo precedono.


Garanzia Giovani e le nuove opportunità

di Noemi Colicchio

Si chiama SelfiEmployment ed è la nuova misura di Garanzia Giovani per l’autoimprenditorialità dedicata a tutti i giovani tra i 16 e i 29 anni che appartengono alla categoria Neet (Not in Education, Employment or Training), termine con cui si indicano tutti i giovani che non seguono ad oggi un percorso di studi né sono impegnati in un lavoro. L’obiettivo è offrire una soluzione occupazionale ai giovani che hanno voglia di mettersi in gioco e credono di avere le carte in regola per puntare su se stessi in quanto imprenditori. Numeri importanti sono stati registrati in particolare tra le fila campane: l’idea di una piccola iniziativa imprenditoriale ha stuzzicato tante menti, riconosciute spesso in percentuale come tra le più brillanti d’Italia, tanto da dedicare loro un fondo ad hoc gestito da Regione Campania e Invitalia che mette a disposizione di imprenditori talentuosi ma privi di mezzi un fondo di investimento che oscilla tra 5.000 e 50.000 € privi di interessi, garanzie e rimborsabili in 7 anni. Qualche cifra? Siamo primi per numero di iniziative presentate e numero di iniziative approvate e finanziate, con 348 su 672 in totale. 

E non finisce qui. È notizia degli ultimi giorni l’apertura di 234 nuove posizioni per tirocini della durata di sei mesi all’interno del Comune di Napoli le cui iscrizioni saranno aperte fino al 20 aprile 2018, finanziati con fondi europei destinati dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali alla Regione Campania. I tirocinanti infatti riceveranno un’indennità di partecipazione pari a 500€. Tante le figure richieste: dagli addetti all’accoglienza agli impiegati, passando per segretari, tecnici ed altre figure. Previa immissione sul campo, sono previsti anche percorsi di formazione che si svolgeranno all'interno di strutture comunali, centri giovanili e chiese. Anche in questo caso, i principali destinatari restano in assoluto i Neet. 

L’annuncio arriva dall’Assessore ai Giovani del Comune di Napoli, Alessandra Clemente. “Ad oggi – spiega – il Comune di Napoli, grazie al programma curato dall’assessorato ai Giovani, ha accolto già 230 giovani under 30 che hanno vissuto un’esperienza all’interno degli uffici comunali arricchendo il proprio bagaglio di conoscenze. I due progetti attivi “Napoli Museo Aperto” e “Napoli Città Giovane” prevedono un percorso di formazione retribuita con 500 euro al mese di indennità, della durata di 6 mesi, all’interno della rete dei Centri giovanili comunali, delle Chiese aderenti e delle strutture culturali del Comune di Napoli”. 

Per tutti coloro che sono interessati, l’invito è visitare al più presto la pagina dedicata sul sito Lavoro Campania: qui potrete sapere con certezza quali sono le posizioni aperte visitando la sezione apposita “Incrocio domanda/offerta”.

Napoli incontra lo scrittore Premio Pulitzer Hisham Matar

di Fiorenza Basso 

Hisham Matar
Nella splendida cornice di Palazzo du Mesnil, storico palazzo ottocentesco di via Chiatamone a Napoli, lo scorso 27 marzo si è tenuto l’incontro con lo scrittore libico Hisham Matar. L'evento, organizzato in collaborazione con il Salone del Libro di Napoli, è stato interamente curato da Monica Ruocco, docente di lingua e letteratura araba dell’Università L'Orientale.  L'intervista all’autore del libro intitolato Il ritorno: padri, figli e la terra fra di loro è stata condotta da Benedetta Tobagi, giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica, che ha saputo saggiamente formulare domande che hanno toccato con eleganza e delicatezza i temi principali dell’opera: l’esilio, la nostalgia del ritorno, il dolore della scomparsa.

Il racconto autobiografico, che è stato insignito del premio Pulitzer nel 2017, si apre con il ritorno dello scrittore a Tripoli, nella primavera del 2012, dopo trentatré anni di esilio, durante i quali la ferocia della dittatura di Muammar Gheddafi aveva reso prigionieri alcuni membri della sua famiglia, e lo ha costretto a fare i conti con la scomparsa, nell’ignoto, di suo padre, Jaballa Matar, intellettuale e poeta, che è stato rapito nel 1990 al Cairo per aver manifestato la sua dissidenza nei confronti del regime. 

Solo tre anni dopo Hisham Matar e la sua famiglia sono venuti a conoscenza, tramite alcune lettere redatte da Jaballa Matar, che era detenuto nella prigione di Abu Salim, in Libia. L’autore ha così intrapreso un lungo viaggio alla ricerca della verità, di suo padre, e soprattutto di se stesso, che non avendo un padre a cui ribellarsi, ha reso difficile il suo processo d’indipendenza e di identità.

Se da una parte Hisham Matar come Telemaco, ha difeso la sua famiglia dalle insidie perpetrate dai Proci, conducendo indagini sulla scomparsa di suo padre, intervistando prigionieri che lo avevano incontrato o solo ascoltato la sua voce, scrivendo articoli che mettevano in luce le terribili torture e le condizioni inumane in cui versavano i prigionieri detenuti ad Abu Salim; dall’altra, invece, lo scrittore libico non ha incontrato il padre, come Telemaco, non ha potuto fare esperienza del limite e capire, attraverso l’esperienza del padre, che la vita può avere un senso. 

È nella sua opera che l’autore incontra suo padre in maniera intima, in uno spazio delimitato dal numero di pagine e in un tempo scandito dalla parola scritta, che ancora una volta, ha potere salvifico: come Jaballa Matar recitava poesie e scriveva lettere durante i suoi anni di prigionia, nel tentativo che non andasse in frantumi neanche quella piccola porzione di cuore in cui era racchiuso del bene, così suo figlio affida alla carta e alla penna il suo profondo dolore per il ritorno del padre, mai avvenuto. 

Nelle prime pagine della sua autobiografia, Hisham Matar scrive che non vorrebbe dare nulla di più alla Libia di quanto si è già presa. Con la sua opera dona alla Libia e all’umanità intera una lezione di vita, insegnando che quando si è provato tanto dolore non si può volere del male a nessuno.



Scienza e fede: compatibili o contrapposte?

di Teresa Uomo

Scienza e fede: un rapporto che sta acquisendo sempre più importanza per la nostra società. Oggi diversi intellettuali prendono posizione su questo argomento, in cui si mette in gioco la scelta tra due visioni del mondo incompatibili e destinate ad un’inevitabile conflittualità. Già in passato con la Rivoluzione Scientifica del XVI secolo venivano smentite molte delle certezze ritenute tali dalla Chiesa, poiché si basavano sugli scritti della Bibbia. Si creò così una dicotomia tra fede e ragione che è durata nel corso dei secoli e che tutt'oggi è considerata da molti una contraddizione. 

Secondo il pensatore francese Auguste Comte, la conoscenza umana attraversa tre fasi: quella teologica o fittizia, quella metafisica od astratta e quella scientifica o positiva. La fede religiosa tende ad introdurre inesistenti cause soprannaturali, e come tale sarebbe incompatibile con la piena fase scientifica nella quale stiamo ormai vivendo. 

Per capire il rapporto tra scienza e fede si può partire dalla constatazione che ci sono delle domande fondamentali per ogni uomo, domande a cui la scienza non dà alcuna risposta. Di tali domande, Werner Heisenberg, uno dei padri della fisica quantistica, fa due esempi, “esiste un’anima immortale?” ed “esiste un Dio vivente?”. Ed è proprio a partire da tali quesiti che si potrebbe dedurre la presunta contraddizione con la scienza

Con la Rivoluzione, inizialmente, fede e ragione erano viste dalla chiesa come due mondi antitetici e contrapposti, in quanto le scoperte scientifiche mettevano in dubbio la verità rivelata nella Bibbia

Lo scienziato Galileo Galilei sostiene che Bibbia e natura sono entrambe fonti di conoscenza attendibili in quanto derivanti da Dio: la Bibbia spiega le verità che riguardano la salvezza dell’anima, la natura spiega le leggi degli eventi naturali. Le difficoltà insorgono quando l’uomo confonde i due ambiti e ritiene di poter trovare nella Sacra Scrittura le spiegazioni dei fenomeni fisici. Per Galilei, infatti, la Bibbia non è un trattato scientifico, ma è stata scritta con uno scopo religioso, quello di guidare gli uomini alla salvezza eterna. 

Sant’Agostino riteneva che fede e ragione fossero strettamente unite: «crede ut intelligas et intellige ut credas», ossia, «credi per capire e capisci per credere». Sant’Agostino affermava: per capire, ossia per trovare la verità, è indispensabile credere, cioè possedere la fede la quale è simile alla luce che indica il cammino da seguire; viceversa, per avere una fede salda è indispensabile comprendere ed esercitare l’intelletto. Entrambe sono state date da Dio all'uomo e sono complementari. 

Nonostante il progresso scientifico vada contro i dogmi della religione, anche gli scienziati ammettono i limiti della scienza: Albert Einstein considerato uno dei più grandi fisici di tutta la storia della scienza sosteneva che «la religione senza la scienza è cieca, la scienza senza la religione è zoppa», alludendo al fatto che entrambe sono l’una al servizio dell’altra.


Tavolini a Chiaia: primo stop per il Comune di Napoli

di Antonio Cimminiello 

Ci mancava solo l'intervento della Magistratura a rendere ancora più accesa una situazione già di per sè esplosiva. E l'intervento non si è fatto attendere: la Settima Sezione del Tar Campania ha sospeso il provvedimento con il quale il Comune di Napoli ad inizio anno aveva provveduto all'annullamento della concessione di suolo pubblico rilasciata originariamente al locale "H2No", situato in Via Bisignano, nel cuore della movida di Chiaia. Al di là delle ragioni giuridiche alla base della scelta del TAR -che ha ravvisato il pregiudizio grave, irreparabile ed attuale derivante sul piano economico dalla scelta amministrativa del Comune partenopeo- questa decisione porta inevitabilmente ad inasprire il braccio di ferro tra l'ente di Palazzo San Giacomo e i titolari dei noti "baretti" (tenuto conto che analogo ricorso è stato presentato da più titolari ed è solo in attesa di decisione) segnando un primo punto a favore di questi ultimi, anche se con riferimento ad una questione specifica, e cioè la possibilità di mettere i propri tavolini sul suolo pubblico.

A dire il vero, fin dal 2016 si sono susseguiti una serie di avvisi, provenienti dallo Sportello Unico per le Attività Produttive, che di volta in volta hanno impartito diverse direttive, al punto da creare una vera e propria confusione sulla collocazione dei famigerati tavolini (dalla collocazione tra paletti e marciapiede fino a quella imposta esclusivamente sul marciapiede stesso), nella quale i titolari degli esercizi commerciali interessati non sono riusciti ad adeguarsi, provocando così la scelta comunale di annullare le concessioni stesse, scelta come visto bocciata -per ora- dal TAR Campania, seppur limitatamente ad un solo caso.

Da tempo però l'impressione che si percepisce in tal contesto è quella di uno scenario da "tutti contro tutti". Da un lato c'è il Comune, impegnato nella regolamentazione della movida soprattutto al fine di assicurare a Chiaia l'ordine pubblico, alla luce dei pericolosi episodi di violenza che proprio qui si sono susseguiti culminando addirittura in una sparatoria tra la gente; dall'altro lato i titolari dei baretti, alla ricerca di una soluzione non drastica, e cioè tale da non pregiudicare pesantemente ed indebitamente i propri interessi economici; dall'altro lato ancora ci sono i cittadini residenti a Chiaia, ormai esasperati da rumori e atteggiamenti molesti provenienti dalla movida ed ai quali talvolta hanno cercato di porre fine con mezzi non proprio ortodossi (come il lancio di vasi da fiori).

L'ordinanza "Movida sicura", adottata nel Novembre 2017 dal Comune proprio per porre fine ad ogni problema, nei fatti viene continuamente disattesa, e purtroppo da più locali, come conferma l'elevato numero di verbali emessi a loro danno per tale motivo dalla Polizia Municipale. E la citata decisione del TAR non sembra, almeno apparentemente, in grado di contribuire a placare gli animi.


Universiadi a Napoli sempre più a rischio e i tempi stringono

di Antonio Ianuale 

Da vetrina a livello internazionale a clamoroso boomerang mediatico: questo è il concreto rischio delle Universiadi a Napoli. Il 5 marzo del 2016 Napoli vinceva l’assegnazione della prestigiosa manifestazione in collaborazione con il Governo, il Coni, il CUSI (Centro Universitario Sportivo Italiano). Le Universiadi sono una manifestazione sportiva multidisciplinare rivolta ad atleti universitari provenienti da ogni parte del mondo, seconda solo ai Giochi Olimpici per importanza e numero di partecipanti. 

Il termine “Universiade” è il risultato della combinazione tra le parole “università” e “Olimpiade”, e racchiude in sé uno dei concetti alla base di ogni forma di sport: l’universalità. Sono attesi giovani atleti da 170 paesi in tutto il mondo, con un personale necessario che si aggira sui 300 addetti, di cui l’80% volontari. Le strutture che ospiteranno le competizioni devono essere ristrutturate, messe a norma, ma i bandi non sono ancora partiti

Proprio su queste criticità è intervenuto il Prefetto e Commissario straordinario per le Universiadi, Luisa Latella che ha lanciato l’allarme sullo stato dei lavori, ancora in ritardo: “Tra luglio e agosto di quest'anno - ha spiegato il Commissario - è stato fissato il termine ultimo per stabilire se la manifestazione si farà o meno, dal punto di vista della tempistica dei lavori, ferma restando la potestà autonoma della Fisu di decidere in tal senso anche prima”. Tra le strutture da monitorare vi sono il Palavesuvio, la piscina Scandone, lo Stadio San Paolo, il Palabarbuto: l’intervento più oneroso è quello per la ristrutturazione del Palavesuvio di Ponticelli che ospiterà le gare di ginnastica ritmica e verrà ristrutturato per un importo di 6,3 milioni di euro tra riqualificazione delle palestre (1,94 milioni) e interventi di riqualificazione dell’indoor (4,37 milioni). 

A seguire la piscina Scandone che tra la ristrutturazione della struttura esistente (3,77 milioni) e la costruzione di una nuova piscina esterna (2,35 milioni) costerà 6,1 milioni di euro, mentre lo Stadio San Paolo prevede lavori per 4,44 milioni tra impianti di illuminazione e costruzione di una nuova pista di atletica. Te milioni costerà la riqualificazione del Paladennerlein del quartiere periferico di Barra, mentre per gli altri interventi siamo intorno al milione di euro ognuno per Palabarbuto, stadio Caduti di Brema, stadio Ascarelli, stadio San Pietro a Patierno, Polifunzionale di Soccavo, parco Virgiliano e tennis sul lungomare. 

Non si sono fatte attendere le repliche dalle autorità politiche che hanno mostrato ottimismo e spirito di collaborazione. E proprio il Governatore Vincenzo De Luca ha puntualizzato: “sulle Universiadi siamo pienamente impegnati nel dare il nostro contributo”. L’ex sindaco di Salerno ha poi fatto accenno ai tempi stretti e alla disponibilità a collaborare con il commissario: “la struttura commissariale serviva e serve per accelerare le procedure avviate. Tempi e procedure restano le priorità. Saremo vicini al Commissario e, come abbiamo sempre fatto, manteniamo ogni forma di collaborazione utile per concludere il percorso che porterà Napoli e la Campania alle Universiadi”. 

L’Assessore allo Sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello, ha mostrato ottimismo per l’organizzazione della manifestazione: “i lavori da eseguire riguardano la sicurezza e saranno completati. Ci sono criticità, ma è esagerato mettere a rischio una manifestazione del genere a Napoli. Le criticità ci sono, ma noi ci crediamo e tutti lavoriamo affinché le Universiadi si facciano”. I tempi sono stretti, nei prossimi mesi si dovrà recuperare il tempo perduto, accelerando sugli impianti in vista di agosto quando ci sarà il confronto decisivo con il Commissario straordinario e la Federazione Internazionale Sport Universitari.


Napoli: al via il bando per la "rinascita" della Biblioteca dei Girolamini

di Antonio Cimminiello 

Il Complesso dei Girolamini 
Una ferita aperta nel cuore della cultura partenopea si avvia, forse, alla sua rimarginazione. La Biblioteca dei Girolamini, parte integrante dell'omonimo complesso monumentale partenopeo risalente alla fine del XVI secolo, sarà infatti oggetto di un'iniziativa di restyling che proprio in questi giorni ha il suo avvio, con la pubblicazione del bando e lo stanziamento ad hoc di 6, 3 milioni di euro

Fino ai primi del Maggio prossimo le ditte interessate potranno così avanzare la loro offerta nell'ambito di un progetto a tutto tondo, che non si limiterà al semplice restauro dei locali che ospitano quasi 160.000 volumi dal valore storico-culturale inestimabile. 

Nell'ottica della creazione di un museo "al passo dei tempi", si prevede infatti anche la realizzazione di infrastrutture in grado di garantire ai visitatori la migliore fruizione possibile di tale bene (in tal senso si pone la scelta ad esempio di realizzare un sistema adeguato di climatizzazione), anche attraverso la realizzazione di nuovi spazi quali ludoteca e bookshop

L'esecuzione del progetto si accompagnerà all'attività -già in corso- di recupero, analisi e digitalizzazione di codici antichi, sotto la direzione del Docente di Filologia all'Università "Federico II" Andrea Mazzucchi. I tempi previsti per tale restyling sono pari a circa 630 giorni, sperando ovviamente di non incorrere nelle solite pastoie burocratiche che in città hanno già bloccato il completamento di opere centrali anche in ambito non prettamente culturale. 

Quello che a prima vista può sembrare semplicemente il tentativo di "resuscitare" uno dei tanti beni culturali di cui è disseminata Napoli in realtà assume un valore altamente significativo, alla luce della triste vicenda giudiziaria che ha interessato la Biblioteca dei Girolamini negli ultimi anni. La magistratura partenopea infatti scoprì un vero e proprio "saccheggio" compiuto nel tempo a danno della Biblioteca: la sottrazione di ben 4000 volumi, per la precisione, che in alcuni casi ha persino portato alla perdita irrimediabile di opere storiche mai più ritrovate o restituite. 

Per questa vicenda giudiziaria - che non può neanche considerarsi conclusa, visto l'attuale pendenza di sequestri su alcuni locali - è intervenuta la condanna a 7 anni di reclusione dell'ex direttore Marino Massimo De Caro ed anche il coinvolgimento del politico Marcello Dell'Utri. Anche per questi motivi la "rinascita" della Biblioteca dei Girolamini assume un particolare significato: il tentativo di "rimediare" agli errori dell'uomo, lì dove non ha creato danno nemmeno il passaggio inesorabile del tempo.


Siamo tutti un po’ Giada...

di Noemi Colicchio

Ci sono casi in cui scrivere senza risultare ridondanti, banali, scettici, finti perbenisti appare pressoché impossibile a chi vuole praticare un po’ di onestà intellettuale spicciola, o quanto meno improbabile. Sa di assurdo qualsiasi considerazione e, alla fine dei giochi, il silenzio resta sempre la scelta più saggia e rispettosa tra tutte. E’ importante però spendere qualche minuto a riflettere sulle nostre di vite, perché può succedere a volte che da un avvenimento così brutto qualcuno impari ad osservare con occhi diversi la realtà che lo circonda. Magari basta togliere gli occhiali e guardare in faccia il sole per capire davvero quanto riscalda. 

Sulla cronaca dell’evento (la storia di Giada, la studentessa che si è suicidata all'università nel giorno della sua presunta laurea) sono stati scritti fiumi di parole e spesso si è sfociati in congetture prive di fondamenta: l’ha fatto perché aveva una media bassa, perché gli amici e il fidanzato, i genitori, le pressioni, i prof, altri parlavano di fake news, perché i paroloni-brand piacciono e rassicurano, rendono schiavi e costruiscono nidi. La verità è che a tutti noi, sfido chiunque, è capitato di dire una piccola bugia bianca durante la propria carriera universitaria e fino a ritrovarsi in racconti mai veri con esami fantastici e professori burberi che fanno il loro mestiere per dovere e mai per piacere, che si rivalgono delle loro frustrazioni su poveri studenti e li maltrattano per il sadico gusto di vederli tornare a posto privi di speranze e con un peso sulle spalle e sul cuore, beh… fino a questo punto il passo è davvero più breve di quanto si pensi. 

Succede così di andare fuori corso e fuori vita, perché una società che corre più veloce di Bolt ti fagocita e predispone il terreno a piantine più giovani di quella che mai potrai coltivare dentro di te. Nessuna opportunità se non ce la fai in tempo, niente scuse: o studi o studi, o riesci o fatti tuoi. E l’Università diventa incubo temuto di intere generazioni che non sanno più quale sia il loro posto in aula studio ogni volta che una nuova orda di matricole la invade, figuriamoci nel mondo. Perché non ci è chiaro che ad ognuno va dato il suo tempo, senza crogiolarsi nell’impossibilità del fare ciò che non ci riesce meglio, non è per nulla chiaro. La competizione, quella sana, è per pochi ma nessuno lo sa. E allora tutti continuano a parlarne, fingendosi rispettosi e aperti al prossimo, aiutandolo con appunti e sbobinature. Quando si tirano le somme, però, si finisce per soppesare una persona in CFU più che in kg

L'ansia perenne di essere giudicati non ci abbandona né può farlo: da quando apriamo gli occhi al mattino fino a quando ci riaddormentiamo di sera, ci sarà sempre qualcuno che nella sua testolina formulerà una considerazione su di noi. L’educazione ci ha insegnato a non esprimere sempre ciò che pensiamo, non a non pensare (in alcuni casi). Capita allora che ti si rovesciano addosso considerazioni sconsiderate, che non dovresti neanche ascoltare ma senti lo stesso perché la socialità resta pur sempre la scelta ottimale. E magari per chi ha una sensibilità più acuta, questo finisce per essere un pungolo dal fastidio senza precedenti. Una puntura d’ape continua e costante, che invece di bucare la pelle insiste nel grattarci sopra giorno dopo giorno facendola sentire inefficace, non brava a fare ciò per cui è stata progettata: il suo dovere. 

E allora, se anche tutti i giorni ci ritroviamo a pronunciare pareri su questo o quello, se ci piace oppure no, giudicare qualcuno per il suo modo di essere, di vestire, di riuscire o di fallire, esterniamolo con garbo e con rispetto. Perché non si sa mai fino a che punto il pungiglione continuerà a grattare alla porta della pelle invece di bucarla. E poi chi la ripara? 

Siamo tutti un po’ Giada.

Quando leggere mantiene il cervello in forma e allarga la mente

di Teresa Uomo

Perdersi tra le pagine di un libro?! Eh già! Un modo per rilassarsi. Un ottimo allenamento per mantenere in forma il nostro cervello. Un modo di espandere le funzioni cognitive, arricchire il nostro rapporto con il mondo, aumentare la comprensione di altre culture. Quando anche leggiamo descrizioni di paesaggi, suoni, odori e sapori, il nostro cervello simula il vivere esperienze reali e attiva aree cerebrali legate a queste esperienze nella vita reale, creando nuovi percorsi neurali. I libri ci fanno sognare, ci aiutano a sviluppare la nostra immaginazione. 

I ricercatori dell’Università del Sussex hanno dimostrato come sei soli minuti di lettura possano ridurre i livelli di stress. È dimostrato, inoltre, che la lettura offre un canale alternativo di conoscenza; favorisce la comprensione di sé e del mondo che ci circonda; allarga la mente all’esplorazione; sviluppa l’immaginazione, la fantasia e la curiosità; amplia la memoria; potenzia le capacità logiche e astrattive. 

Sul piano linguistico, la lettura stimola lo sviluppo del linguaggio, arricchisce il vocabolario e migliora la qualità lessicale. I libri ci fanno sognare, ci aiutano a sviluppare la nostra immaginazione. Leggere un libro ha degli effetti reali sulla nostra mente. 

Lo studio proposto da Open Education Database ha stilato la classifica delle cose che succedono nella nostra mente quando leggiamo un libro

1. Scattiamo automaticamente delle istantanee visive: mentre leggiamo un libro il nostro cervello scatta delle foto di oggetti o luoghi descritti. Questo aiuta a creare tutto un mondo nella nostra mente. 

2. Ascoltare le parole mette in moto il cervello: siamo abituati ad ascoltare narrazioni di qualsiasi tipo, tutto il giorno, e il nostro cervello è abituato ad immagazzinare informazioni

3. Leggere esperienze equivale a viverle: provare la sensazione di sentirvi completamente attratti dalla storia di un libro, sentirvi pienamente coinvolti dalle esperienze dei personaggi, ed in sintonia. Questo succede, in primis ovviamente perché il libro piace, ed in secondo luogo perché il cervello non capisce che si sta semplicemente leggendo un libro, e quindi per la mente è come se quelle esperienze le viviamo veramente. 

4. Diversi tipi di lettura stimolano meglio il cervello: a dirlo sono i ricercatori della Stanford University secondo cui lo studio letterario stimola molte funzioni cognitive, mentre la lettura di piacere fa affluire più sangue alle diverse aree del cervello. 

5. La struttura della storia ci aiuta a pensare meglio: ogni libro è composto da tre parti essenziali, l’inizio, lo sviluppo e la conclusione. Questo aiuta il nostro cervello a pensare in sequenza e ci permette di ampliare la nostra capacità di attenzione. Per questo, gli studiosi suggeriscono di avvicinare i più piccoli alla lettura il prima possibile. 

6. Leggere ci fa diventare più empatici: abbandonarsi ad una storia, assaporare pagina dopo pagina le avventure dei personaggi, ci fa diventare più empatici anche nella vita reale, facendoci provare emozioni più profonde.

Insomma, se vogliamo alimentare la nostra mente e fare del bene al nostro corpo non ci resta che abbandonarci alla lettura di un buon libro che, di sicuro, non potrà far altro che renderci delle persone migliori.  

Napoli ricorda Astori con un murales

di Antonio Ianuale 

Una tragedia che ha colpito il mondo dello sport e che ha commosso tutto il paese: la morte improvvisa e assurda del difensore e capitano della Fiorentina, Davide Astori non ha lasciato indifferenti tutti gli appassionati sportivi. Era il 4 marzo scorso quando il cuore di Davide si è fermato, in una camera di albergo a Udine dove la sua Fiorentina avrebbe dovuto giocare contro l’Udinese. Rimandata la partita e fermate tutte le partite di ogni campionato professionistico, per partecipare al dolore della squadra viola e della famiglia del capitano della Fiorentina. Moltissimi attestati di stima da parte di compagni di squadra e avversari che hanno evidenziato la correttezza e lo stile del giocatore viola: l’ex compagno di squadra Sanchez è stato colto da malore alla tragica notizia, ripresosi, si è precipitato in Italia per partecipare ai funerali. Emblematico il ricordo della Juventus, acerrima rivale della Fiorentina che pur di salutare il capitano viola non ha esitato a rientrare immediatamente in Italia all’indomani della trasferta di Londra contro il Tottenham. 

L’applauso dei sostenitori viola ai rivali di tutta una vita accorsi in chiesa per l’ultimo saluto è stato un momento molto toccante. Un lutto che non ha lasciato indifferente Napoli che ha commemorato Astori con un bellissimo murales: Astori è ritratto di spalle, con la maglia viola numero 13 e la fascia da capitano, mentre sale una scalinata verso il cielo, con una dedica commemorativa: Napoli non ti dimentica. Davide Astori era stato ad un passo dal vestire proprio la maglia del Napoli: siamo nel mercato estivo del 2015 con un Napoli in fase di rinnovamento che guarda al difensore, allora in forza alla Roma, per costruire la sua difesa. 

Il campionato appena trascorso con i colori giallorossi non è stato all’altezza e Astori vuole cambiare aria in cerca di riscatto: Napoli è la grande occasione, la trattativa avanza, sembra fatta, ma arrivano i soliti intoppi contrattuali a bloccare il trasferimento ormai fatto. La storia andrà diversamente, con il definitivo stallo della trattativa e l’accordo proprio con la Fiorentina dove Astori si trasferisce imponendosi subito come perno difensivo.

 Cresciuto nelle giovanili del Milan, dopo le stagioni in prestito con Pizzighettone e Cremonese, la svolta arriva con l’approdo a Cagliari dove Astori rimarrà per sei anni, diventando simbolo della squadra isolana, trovando anche la prima convocazione in Nazionale. Il passaggio alla Roma sembra aprire le porte del calcio internazionale con l’esordio in Champions League, ma l’esperienza con i giallorossi non è esaltante e termina l’anno successivo con la cessione alla Fiorentina con la quale colleziona 91 presenze e tre reti. Con la maglia della Nazionale colleziona 14 presenze, impreziosite dalla rete contro l’Uruguay durante la Conferderation Cup del 2013. Otto sono le reti segnate da Astori in tutta la sua carriera. La correttezza e la sua sportività sono doti che mancheranno al calcio ancora di più dopo la sua dipartita.


Alla Mostra d’Oltremare di Napoli l’11^ edizione di Energymed

di Luigi Rinaldi 

Alla Mostra d’Oltremare di Napoli si è rinnovato l'ormai consueto appuntamento con Energymed “la Mostra Convegno sulle Fonti Rinnovabili e l’Efficienza Energetica nel Mediterraneo”, giunta ormai alla sua XI edizione. Il 5, 6 e 7 aprile scorsi, presso il padiglione 4, Sala Tirreno, della Mostra si è svolto, infatti, l'omonimo convegno al quale hanno partecipato rappresentanti del GSE, ANEA, Contact Point nazionali ed esperti del settore. Al centro del dibattito i sistemi per finanziare e realizzare progetti di risparmio energetico

Le tematiche dello sviluppo sostenibile e della creazione di nuovi posti di lavoro sono priorità condivise ormai in tutto il continente europeo. L’Unione Europea, l’Italia e le Regioni prevedono, infatti, numerose opportunità di finanziamento in materia di efficientamento energetico e sfruttamento delle fonti rinnovabili. 

Energymed ha confermato, ancora una volta, di essere una vetrina di assoluto livello per le nuove tecnologie sull’ambiente, un’opportunità sia per le imprese di conoscere nuovi clienti e scambiarsi idee con i partner, sia per i cittadini al fine di risparmiare sulle bollette energetiche ed anche per gli enti locali per intraprendere nuovi progetti. 

La Regione Campania, attraverso il Dirigente, Alfonso Bonavita, ha promesso un nuovo bando per l’efficientamento energetico delle piccole e medie imprese. Esistono 11 milioni e mezzo di euro di fondi europei potenzialmente a disposizione delle aziende. Il bando, secondo la Regione Campania, sarà in continuità con quello lanciato nel 2017 che ha avuto un grande riscontro con 540 candidati per i piani di investimento agevolati. 

Presente al convegno anche il Comune di Napoli, attraverso l’Assessore con delega al patrimonio, Ciro Borriello, il quale ha dichiarato: “molto dobbiamo fare sugli aspetti tecnologici, basti pensare a tutte le soluzioni che vengono mostrate qui ad Energymed e che possono rendere più efficiente il nostro immenso patrimonio edilizio. Ma da soli non possiamo andare lontano, c’è bisogno di leggi più chiare e di approfondire questo tema a livello del Governo centrale e della Regione. In Italia c’è da risvegliarsi nella cultura sull'ambiente, in altre nazioni ci stanno riuscendo. Noi abbiamo la fortuna di essere baciati da un clima straordinario, ma investiamo veramente poco su quest’aspetto”. 

Molto importante anche l’annuncio fatto dal Presidente dell’Autorità di Sistema del Tirreno Centrale, Pietro Spirito, il quale ha dichiarato che nel 2018 sarà bandita la gara per la realizzazione dell'efficientamento energetico del porto di Napoli. Sono previsti due tipi di attività: l’installazione di impianti solari sui tetti dei magazzini ed il passaggio all'illuminazione a led negli spazi comuni del porto. Sul fronte della sostenibilità è prevista la costruzione di un impianto per il gas naturale liquefatti che rappresenta la nuova frontiera dei combustibili ecologici per le navi.