lunedì 25 giugno 2018

Leonardo Da Vinci in Mostra a Sorrento

di Marcello de Angelis 

Pittore eccezionale, scultore, architetto, ingegnere militare, letterato, filosofo, scienziato, fine conoscitore della meccanica: definizioni che tratteggiano solo parzialmente quello che è universalmente riconosciuto come il genio del Rinascimento italiano, Leonardo Da Vinci. Nato ad Anchiano nel 1452, il suo nome è legato indissolubilmente ad opere immortali come la “Monna Lisa” o “L’ultima Cena”, realizzazioni d’arte tra le più celebri ed enigmatiche della storia e che hanno eccitato la fantasia di scrittori come Dan Brown nel suo celeberrimo “Il Codice Da Vinci”. 

Ma Leonardo, anche se definiva se stesso un “homo sanza lettere, discepolo della esperienza” in quanto non conosceva né il greco né il latino, era anche tanto altro: la sua straordinaria capacità da autodidatta di indagare ogni aspetto della natura circostante, col duplice punto d’osservazione dello scienziato e dell’artista, lo portò ad essere anche un raffinato disegnatore, scenografo, anatomista, musicista e progettista. 

Proprio su questa ultima caratteristica del suo eclettico carattere si basa la mostra “Leonardo Da Vinci, l’Orgoglio Italiano” che fino al prossimo 15 novembre sarà possibile ammirare a Sorrento, nella suggestiva cornice del Convento di San Francesco, in Piazza Gargiulo. L’evento itinerante dopo aver toccato Roma, Firenze, Milano, Matera, Salerno, Abu Daby, Sidney e Wenzhou in Cina, ha fatto tappa nel cuore antico della splendida cittadina costiera. 

In una costruzione architettonica davvero suggestiva che fonde lo stile di epoca trecentesca con altri successivi, sono esposte le cosiddette “macchine” di Leonardo, realizzate sui progetti originali a grandezza naturale e perfettamente funzionanti da Mario Paolucci. Un’atmosfera particolarmente mistica regalata dalla scenografia naturale dell’ambiente circostante che ingloba resti provenienti da templi pagani ed altri antichi insediamenti, si potrà vivere l’emozione di avvicinare la celeberrima “macchina per il volo”, la visionaria intuizione con la quale il Da Vinci sognava di poter volare sfruttando un telaio costruito ricalcando la struttura alare dei pipistrelli e rivestita di tela di lino inamidata che la rendeva compatta e impermeabile; ma anche conoscere l’antenato del “paracadute”, altra creazione derivata dall’assunto “leonardesco” secondo cui l’aria è qualcosa di comprimibile su cui si può esercitare una resistenza tale da poter sostenere un corpo in volo: studi iniziati intorno al 1482, durante il soggiorno milanese. Si potrà poi provare la “bicicletta”, realizzata sui disegni ritenuti appartenenti al Maestro e rinvenuti nel Codice Atlantico, così come la “sega idraulica”, secondo il cui progetto un continuo movimento dell’acqua fungerebbe da spinta per mettere in movimento una ruota a pale- Quest'ultima permetterebbe ad una lama dentata verticale di tagliare un tronco poggiato su un carrello, fatto contemporaneamente avanzare grazie da un sistema di corde a loro volta tirate, sfruttando sempre l’energia idraulica, progetto derivante direttamente dai numerosi studi sulle acque e la loro canalizzazione. 

Meraviglia dell’evoluzione tecnologica, ogni riproduzione esposta è dotata di un Qr Code che, inquadrato con lo smartphone permette di visualizzare sul proprio telefono, nella lingua scelta, tutte le informazioni sull’opera come epoca di costruzione e provenienza 

Per aumentare l’esperienza di contatto col genio, tra le molte altre invenzioni esposte, la mostra è arricchita da una serie di pannelli illustrativi dei famosi codici Vinciani e la proiezione di una serie di video e filmati sulla vita di Leonardo. 

A completare l’esclusivo percorso artistico, in esclusiva mondiale si potrà ammirare la riproduzione del primo ed unico dipinto autografato e datato nell’aprile del 1471, quando il Maestro aveva appena 19 anni (l’unica altra firma autenticata è presente sul contratto del 1483 per il dipinto della “Vergine delle Rocce”). Realizzato su una mattonella di 20 cm. e raffigurante il viso dell’arcangelo Gabriele, autoritratto del Da Vinci stesso, ottenuto con la tecnica dell’eterna vernice, citata nel suo trattato sulla pittura. Opera autenticata dalla dottoressa Bonfantini, grafologa, che ha presenziato all’inaugurazione della Mostra lo scorso 15 marzo e che ha visto la partecipazione di personalità quali il Sindaco di Sorrento Giuseppe Cuomo, Fra Antonio Ridolfi, Padre Guardiano del Convento sede dell’esposizione, il Rettore della Chiesa di San Paolo, Don Francesco Saverio Casa, ed una corposa rappresentanza cittadina. 

Un viaggio a ritroso nel tempo fino al periodo rinascimentale per scoprire un po’ di più un vero genio, la sua intelligenza fuori dal comune e anche la sua stravaganza: è nota infatti la continua profonda insoddisfazione che nutriva verso ognuna delle sue opere, molte delle quali lasciate incompiute o solo al primitivo stato di progetti abbozzati, poiché convinto di non poter mai raggiungere la perfezione. Stravaganze di un genio dalla personalità complessa e, talvolta, misteriosa! 





Napoli: il “Pascale” all’avanguardia nella cura del tumore al colon-retto

di Luigi Rinaldi 

L’Istituto Nazionale TumoriFondazione Pascale” di Napoli è, attualmente, considerato il maggior Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Oncologico del Mezzogiorno d’Italia. Il Pascale persegue principalmente finalità di ricerca nel campo biomedico ed in quello dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, dedicando grande impegno alle diverse problematiche del paziente oncologico. 

Recentemente l’Istituto Pascale è stato inserito in uno speciale elenco costituito da venti centri altamente specializzati nella diagnosi e cura del tumore al colon - retto, attivi su tutto il territorio nazionale. Al Pascale, ogni anno, vengono eseguiti dal’equipe di Paolo Delrio circa 400 interventi di chirurgia addominale, comprendenti resezioni di tumori primitivi del colon, del retto e dell’intestino tenue, utilizzando, nella maggior parte dei casi, tecniche poco invasive laparoscopiche e robotiche. 

La classifica è stata effettuata dall’Istituto di Ricerca Thatmorning che, analizzando una serie di parametri (numero di ricoveri e interventi eseguiti in un anno, profili professionali dell’equipe clinica, pubblicazioni scientifiche e tecnologie impiegate) ha attivato un tavolo di confronto tra specialisti di tutta Italia. I tumori del colon - retto colpiscono il tratto finale del tubo digerente. Sono dovuti nella gran parte dei casi ad una trasformazione in senso maligno dei polipi, ossia piccole escrescenze derivate dalla riproduzione incontrollata di cellule della mucosa intestinale. I polipi in molti casi non danno sintomi e sono rilevati solo grazie alla colonscopia. I polipi adenomatosi, invece, danno origine a lesioni precancerose da cui può svilupparsi la neoplasia. 

Il tipo di alimentazione ed altri fattori ambientali e comportamentali, come ad esempio, il fumo di sigarette o il consumo di bevande alcoliche, vengono associati ad un aumento del rischio di contrarre il tumore del colon - retto. Contano molto anche la familiarità ed i fattori ereditari in circa un caso su tre. Questo tipo di neoplasia viene solitamente trattata a livello chirurgico, con predenti o successivi cicli di chemioterapia e radioterapia. 

Gli approcci terapeutici più moderni prevedono l’utilizzo di anticorpi monoclonali, ossia sostanze che si riconoscono e si legano ad altre proteine presenti soprattutto nelle cellule tumorali, inibendone l’attività. Come evidenziato dal Prof. Delrio “il tumore al colon - retto è la neoplasia con il maggior tasso di insorgenza all’anno: nel 2015 sono stati diagnosticati più di 50mila nuovi casi in Italia, con un rischio relativo doppio per i maschi rispetto alle femmine”. 

L'Istituto Pascale di Napoli
Un premio sicuramente meritato quello conseguito dall’Istituto Pascale. Prossimamente l’Istituto Tumori avvierà la sperimentazione di tre nuove strategie terapeutiche sviluppate attraverso la stretta collaborazione tra l’Unita di Farmacologia Sperimentale Oncologica diretta da Alfredo Budillon e l’Unità Oncologica Sperimentale dell’addome diretta da Antonio Avallone, con il coinvolgimento della Chirurgia Colonrettale di Paolo Delrio e di quella Epatobiliare di Francesco Izzo

Il primo studio, “Improve”, esplorerà una nuova modalità di somministrazione dell'anticorpo anti-EGFR panitumumab in associazione alla chemioterapia standard, in pazienti con tumore avanzato in prima linea di trattamento. Obiettivo della sperimentazione: di impedire al tumore di adattarsi con meccanismi di resistenza al trattamento e, dunque, di migliorarne l'efficacia e al tempo stesso attenuare alcuni effetti collaterali come la tossicità cutanea. 

Il secondo studio, “Nicol”, comincerà l'arruolamento entro giugno e valuterà per la prima volta l'impatto di un immunoterapico, l'anticorpo anti-PD1 Nivolumab, somministrato prima dell'intervento chirurgico nei tumori del colon localmente avanzati. La finalità della sperimentazione è di evitare la formazione di metastasi a distanza. 

Il terzo studio si chiamerà “Revolution”, comincerà l'arruolamento entro l'estate ed è risultato vincitore del finanziamento di ricerca finalizzata da parte del Ministero della Salute. Lo studio valuterà, – spiega una nota dell'Istituto oncologico – in pazienti con tumore del colon avanzato con mutazione del gene Ras, l'impatto sulla sopravvivenza, di un farmaco generico a basso costo, l'acido valproico, un anticonvulsivante e stabilizzatore dell'umore utilizzato da oltre cinquanta anni, associato al trattamento standard con chemioterapia e anticorpo anti VEGF Bevacizumab. 




La storia di Sandro: napoletano di nascita, ma milanese di adozione

di Teresa Uomo 

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Sandro è un ragazzo di 33 anni che, come tanti, dopo gli studi ha deciso di cambiare vita, lasciando la sua città, Napoli, per trasferirsi in quella che vien definita la “città meneghina”.  Attraverso questa breve intervista cercheremo di approfondire le motivazioni che lo hanno portato a questa scelta ed il contesto lavorativo che, seppur tra mille difficoltà e senza mai arrendersi, ha finalmente trovato. 


Sandro, da quanto tempo vivi a Milano? 

Sono arrivato a Milano nel 2014 per un incarico presso una società di assicurazione francese che si occupa di assistenza clienti, viaggi, sanità, assistenza stradale, assistenza abitativa, interfacciandomi con clienti sia italiani che stranieri. Ho iniziato a lavorare nel periodo estivo per 4 mesi, con contratto fino al 30 settembre 2014. Ho avuto la possibilità di essere richiamato non nell’immediato, quindi mi metto nuovamente alla ricerca di lavoro, facendo anche corsi di formazione, ed aggiungendo a ciò un sano relax visitando la città. 

Non avendo però riscontri immediati, ritorno a Napoli cercando, invano, lavoro, ma improvvisamente vengo contattato da un albergo a Casoria per un colloquio, senza avere però informazioni su un eventuale contratto. Alla scadenza del primo mese ricevo lo stipendio a nero in contanti. Il personale dell’albergo aveva parlato di un contratto, ma poi non è stato fatto e continuavo a ricevere i soldi semplicemente in contanti, lavorando in queste condizioni sia a Natale che a Capodanno. 

Il Duomo di Milano
Successivamente verso il periodo febbraio/marzo 2015 mi ricontatta la società assicurativa a Milano per offrirmi una nuova opportunità di lavoro per altri 6 mesi. Decido così di ripartire per Milano e qui arriva poi l’occasione di rinnovo contratto per il 2016, stabilendomi a Milano e lasciando definitivamente la città di Napoli. Mentre da un lato svolgevo il mio incarico presso la società assicurativa ed avevo soddisfazioni, dall’altro però continuavo a pensare ad uno dei miei sogni, o meglio, la mia aspirazione da insegnante. Inoltravo domande di MAD (Messa a Disposizione) per insegnare francese. L’occasione si presenta i primi di marzo 2017 in una delle più importanti scuole medie nel centro di Milano. Sono stato contattato per una supplenza di francese fino a fine giugno 2017. Inizia così per me una nuova esperienza; certo, non senza difficoltà, ma stando continuamente alla prova e mettendomi in gioco giorno dopo giorno. Questa è stata un’esperienza importante che mi ha gratificato molto. Terminato il precedente anno scolastico, sono stato contattato per un altro incarico presso un’altra scuola media di Milano fino a fine giugno 2018. Così ho potuto constatare che dal punto di vista lavorativo mi trovo molto bene, con una continuità che a Napoli non avevo. A Napoli continuavo ad inviare domande nelle scuole, ma non sono mai stato contattato. 

Oggi ti senti più napoletano o milanese? 

Ovviamente mi sento sempre napoletano. Non rinnego le mie origini, ma da quando sono a Milano, esattamente da quattro anni, dal 2 giugno 2014, posso dire di starci molto bene. Milano non è solo il Duomo e il Castello: sono tantissimi i luoghi della Milano segreta da scoprire. È stata una città fortemente legata al Ventennio e al Duce, tanto che aguzzando la vista ancora oggi è possibile scorgere numerose effigi del dittatore in diverse parti della città. 

Quali sono i pregiudizi su Milano che oggi ti senti di contraddire ai tuoi concittadini napoletani? 

Beh, dal punto di vista sociale e culturale, Milano è una città molto aperta. I milanesi non hanno reazioni di chiusura nei confronti dei napoletani così come talvolta si pensa, ma al contrario c’è una buona accoglienza. In tutti questi anni, ho avuto modo di conoscere diverse persone proprio di Milano, integrandomi bene sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista culturale e lavorativo. 

Sandro, qual è la tua percezione di Milano? 

I Navigli a Milano
Milano è una città dove si corre molto per motivi di lavoro e la gente è condizionata molto da questi ritmi. È una città che devi saperla vivere e prenderla nel verso giusto, cogliere i suoi aspetti positivi e quelli negativi. Culturalmente è molto valorizzata perché c’è un grande e bellissimo allestimento di mostre ed una gestione efficiente delle visite nei luoghi culturali. Milano apre le porte alla cultura editoriale: in ogni angolo trovi una biblioteca comunale che apre le porte ai cittadini dove si fanno incontri letterari e in più ci sono spazi musicali come forma di intrattenimento. La città non deve essere visitata soltanto nei suoi aspetti caratteristici della movida milanese, ma per poterla valutare devi scoprirla in profondità nei suoi aspetti culturali. Per quanto riguarda il trasporto pubblico, Milano sta investendo molto su di esso. Ha una rete metropolitana di 5 linee, con servizi di mobilità di qualità e molto efficienti, una almeno ogni 2-3 minuti. Ciò permette di spostarsi in poco tempo da una parte all’altra della città. 

Una qualità di Milano o dei milanesi? 

Beh, mi trovo in disaccordo sul fatto che al Nord sono più freddi come spesso la gente pensa. Al contrario, trovo semplice fare amicizia e conoscere gente qui, ma forse perché vivo da ben 4 anni a Milano che è una città a parte rispetto alle altre del Nord. 

Cosa hai imparato da questa tua esperienza a Milano e cosa suggeriresti per migliorare la città di Napoli? 

Napoli è ancora troppo provinciale, c'è poco sviluppo economico ed è una città in cui sussiste una forte fossilizzazione sugli aspetti folkloristico-culturali. Ovviamente dovrebbe cercare di incentivare  le opportunità di lavoro e i giovani dovrebbero impegnarsi per favorirle. Una cosa che migliorerei è l’organizzazione della città in generale, soprattutto dei mezzi pubblici, per favorire una maggiore mobilità cittadina.


News dal mondo universitario: dress code e profilattici, gli atenei “alla moda”

di Noemi Colicchio

Università di Palermo 

Niente minigonne e ciabatte, almeno per le sedute d’esame! A sostenerlo e comunicarlo a mezzo avviso posto sulla porta di ingresso del dipartimento di Biomedicina sperimentale e Neuroscienze chimiche del Policlinico è il Professor Francesco Cappello, titolare della cattedra di Anatomia presso l’Università degli studi di Palermo. La richiesta è semplice, quasi scontata: bisogna che gli studenti si muniscano di abbigliamento “consono” in caso di appelli d’esame o verbalizzazione. In caso di vestiario succinto o fuori contesto, lo studente non potrà sostenere e/o verbalizzare l’esame. 

Abbiamo voluto mandare questa informazione agli studenti che per varie ragioni non sono stati sufficientemente educati dalla società al fatto che l’Università meriti rispetto.” Incalza il Prof. Cappello, convinto che anche gli studenti apprezzeranno. Ed in effetti il feedback, al momento, pare positivo: studenti che apprezzano le regole più stringenti perché garanzia – e non vincolo – di percorsi meritocratici? Staremo a vedere. 


Università di Teramo 

Volgarmente detto “distributore di profilattici”, il macchinario spuntato in ateneo a Teramo pare essere messo lì come un post-it per la prevenzione, corollario di un un progetto di seminari formativi concentrati sulle malattie sessualmente trasmissibili a cura del Professor Christian Corsi, docente di varie cattedre in ambito economico presso l’Ateneo e delegato dal Magnifico Rettore in materia di Welfare. 

Dalla comunicazione sociale al passa parola sanitario, tanti i temi trattati, ma quello che fa più sorridere resta l’iniziativa concreta: “Tra i temi che ho più a cuore – scrive Corsi in un post – c’è quello relativo alla qualità della vita dei miei studenti, in questo caso la loro salute. Per questo motivo al campus dell’università di Teramo, nel poliambulatorio, sarà installato un distributore di preservativi, cosicché tutti gli studenti e tutte le studentesse trovino nell’università il luogo e l’istituzione di riferimento in grado di offrire gli strumenti contraccettivi e di prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili. Questo è il progetto a cui tenevo di più”. 


Università Federico II di Napoli 

È ufficiale la partnership tra Ferrovie dello Stato e il più antico ateneo d’Italia, l’Università Federico II di Napoli. La “FS mobility Academy” nasce come percorso formativo post-laurea, con partenza fissata per il mese di ottobre prossimo e dedicata a 50 neo laureati, italiani e stranieri, laureati ovviamente in discipline ingegneristiche e/o economiche. Per candidarsi? Semplice: c’è da compilare un modulo, sul sito www.fsacademy.unina.it per intraprendere un percorso full time di 9 mesi, tra corsi teorici e pratici, per poter accedere a vari stage presso le diverse aziende del gruppo Ferrovie dello Stato sia in Italia che all’estero. 


Viaggio in Oriente: il primo cristiano in terre islamiche

di Fiorenza Basso

Da sempre l’uomo è portato a viaggiare per diverse motivazioni: migrazioni, pellegrinaggi, affari, o semplicemente per il piacere di viaggiare e di conoscere nuove culture, o ancora compiere un viaggio alla ricerca di se stessi

Le prime tracce, sebbene non ancora chiare e distinte, hanno iniziato a delinearsi tra le pagine della Bibbia, particolarmente nel primo libro dei Re e nel secondo libro delle Cronache, dove è descritta la storia d’amore nata tra Salomone e la regina di Saba, la quale fa visita a Salomone per mettere alla prova la sua grande saggezza. Procedendo negli archivi della storia, si rileva che molti autori greci trattano dell’Arabia. Erodoto, storico greco del V secolo, ha raccolto informazioni sulla penisola, sulle sue spezie quali: incenso, mirra, cassia e cannella. 

Alla fine del XV secolo, la curiosità, il desiderio di conoscenza e di scoperta sono diventati sempre più forti: i sovrani portoghesi hanno messo a disposizione di intrepidi capitani imbarcazioni per esplorare la costa occidentale dell’Africa e navigare in direzione di nuove terre. La scoperta di nuovi territori, il riconoscimento di storie passate hanno portato gli uomini più curiosi ad interrogarsi sulla totalità delle cose: sugli astri, sulla forma della terra, sui popoli e sui loro usi e costumi. 

Il principale obiettivo delle spedizioni è stato quello di riportare alla memoria degli europei territori ignoti poco abitabili per l’animale, e l’animo dell’uomo nomade individualista, geloso custode dei segreti dell’acqua e della pastorizia, orgoglioso di una libertà completamente individuale. 

Ludovico di Varthema, scrittore e viaggiatore italiano ha compiuto un singolare viaggio nell’Arabia Felix. Non disponiamo di informazioni riguardanti la data di nascita e quella di morte del ‘gentiluomo di Roma’ come preferiva essere appellato, ma siamo a conoscenza del suo viaggio intrapreso nei primi anni del XVI secolo, precisamente tra il 1503 e il 1508, grazie al suo resoconto di viaggio intitolato Itinerario, pubblicato a Roma nel 1510. All’inizio del 1503 ha raggiunto Alessandria in Egitto, è risalito il Nilo ed è giunto al Cairo. Ha proseguito in direzione di Beirut, ha visitato Tripoli, Aleppo e Damasco, dove è riuscito ad arruolarsi nella guarnigione mamelucca. Varthema ha proseguito il suo viaggio in direzione di Mecca e Medina unendosi alla carovana Hajj tra aprile e giugno del 1503. Ha descritto con dovizia di particolari i luoghi che ha visitato, ha adottato gli usi e i costumi della gente che incontrava, ha imparato nuove lingue. 

Ha attraversato il Mar Rosso e ha navigato lungo lo stretto di Bāb al-Mandab, nei pressi di Aden, dove è stato arrestato e imprigionato perché sospettato di essere una spia cristiana. Ha visitato Ṣan’ā, si è imbarcato ad Aden in direzione del Golfo Persico e dell’India. Durante il suo viaggio ha soggiornato anche a Zeila e Berbera, in Somalia

Ludovico di Varthema è ritenuto un esploratore di primo piano perché è stato il primo europeo a descrivere i beduini del deserto di Ḥamad, a scoprire Khaybar, il primo esploratore a descrivere il Ḥiǧāz e le città sante. La sete di conoscenza, la trasparente impudenza, i resoconti minuziosi hanno condotto il cavaliere del deserto ad ottenere un posto nella storia in qualità di primo uomo di religione cristiana ad entrare nelle città sante dell’Islam.



"Assumi sul posto, paghi meno tasse": l'iniziativa del Comune di Fisciano

di Antonio Cimminiello 

Una singolare iniziativa è stata adottata nei giorni scorsi dall'amministrazione comunale di Fisciano, Comune del Salernitano. La tematica trattata è particolarmente delicata e concerne il mondo del lavoro, con l'obiettivo di eliminare locali "aree di depressione occupazionale" fatte di persone prive di lavoro e senza dover percorrere la via obbligata dell'emigrazione. 

L'ente presieduto dal sindaco Vincenzo Sessa ha disposto lo stanziamento di risorse pubbliche per un totale di circa 75.000 euro, che andranno alle realtà imprenditoriali del posto che decideranno di assumere manodopera locale, e quindi disoccupati residenti nel Comune della Valle dell'Irno. Tali risorse comporteranno un parziale abbattimento del carico fiscale e delle imposte rappresentate dai tributi locali

Sul piano prettamente tecnico, si tratterà della concessione del cd. "credito d'imposta" con riguardo all'annualità 2019, che si articolerà in una serie di sgravi economici, con base inziale pari a 500 euro nel caso di un'assunzione a tempo determinato per un periodo minimo non inferiore a 3 mesi, per arrivare fino a 2.500 euro nell'ipotesi di un'assunzione a tempo indeterminato

L'adozione del relativo regolamento comunale fa da seguito ad una precisa politica in materia di lavoro che tale ente ha deciso già da qualche tempo di voler perseguire: giova a tal proposito ricordare il funzionamento già da qualche mese dello "Sportello lavoro", destinato alla certificazione e ricezione delle domande di occupazione avanzate da disoccupati, in un'ottica quindi di maggiore flessibilizzazione ed efficienza burocratica. 

La concessione degli sgravi fiscali, al di là delle diffidenze che pure può ingenerare una misura apparentemente "chiusa" guardando alla specifica platea cui si rivolge, può rappresentare non solo un esempio di effettiva capacità di "stimolo" nei confronti di realtà imprenditoriali più delle volte frenate dalle tasse e non dalla necessità effettiva di manodopera (tra l'altro l'incremento dei posti di lavoro a seguito del varo del "Jobs Act" sembra indirettamente confermare proprio ciò), ma è per certi versi un'iniziativa anche "coraggiosa" quanto alla destinazione di risorse pubbliche locali. 

Se è vero infatti che le misure consistenti proprio nella concessione del credito d'imposta che hanno riguardato principalmente il Meridione sono state adottate innanzitutto dal Governo centrale, è anche vero che ad esse sono stati destinati fondi pubblici, la cui entità non è per nulla paragonabile a quella propria dei soldi pubblici periodicamente somministrati ai piccoli Comuni, fondi questi molto più limitati,continuamente soggetti a tagli, e con i quali non è sempre facile e possibile soddisfare i bisogni anche essenziali delle comunità di riferimento.



Ercolano: ritrovata l’opera storica di Seneca in un papiro

di Antonio Ianuale 

Una scoperta sensazionale nell’ambito della ricerca e degli studi classici: l’attribuzione a Lucio Seneca del papiro latino P.HERC 1067, rotolo di pregiata fattura, ritrovato nella Villa dei Pisoni ad Ercolano, restituisce al mondo un’opera latina che si riteneva scomparsa: Le Historiae ab initio bellorum civilium.

Una scoperta resa possibile dall’interazione tra la Biblioteca Nazionale di Napoli, l’Università Federico II la cui ricercatrice Valeria Piano, dopo un lavoro certosino è riuscita a sciogliere un’intricata matassa e ad attribuire il testo in analisi a Seneca, il Vecchio, così chiamato per distinguerlo dal figlio, il filosofo Seneca, detto il Giovane.

Il lavoro della ricercatrice si inserisce nel progetto europeo Platinum, presentato nel 2015 dal prestigioso ateneo, finanziato dall’Unione Europea, che indaga testi e papiri latini su aspetti ancora ignoti della società e della storia antica di Roma. Inizialmente si pensava fosse un'orazione di un console, Lucio Manlio Torquato, ma le analisi al microscopio e le sovrapposizioni hanno condotto alla clamorosa scoperta: «Si tratta di un'opera di natura storico-politica che rimanda ai primi decenni del principato. Dal contenuto, e anche per alcuni calcoli cronologici, l'ipotesi che l'abbia scritta Seneca padre è senza dubbio la più probabile. Un'interpretazione che anche altri studiosi e paleografi hanno accolto con favore», esulta entusiasta la ricercatrice molisana.

Il lessico, le espressioni di tipo storico-narrativo e il discorso diretto, che possa giustificare l’occorrenza del vocativo “Auguste” ha fatto orientare la ricercatrice sulla presenza nel P.Herc. 1067 di un testo dalla struttura narrativa più complessa, di tipo storico o retorico. Queste caratteristiche, insieme alla totale assenza di espressioni filosofiche, hanno reso Seneca il Vecchio l’ipotesi di attribuzione più plausibile.

È stato necessario più di un anno per lo studio dei sedici testi provenienti dallo stesso rotolo, la stima dei calcoli cronologici, l’utilizzo di immagini spettrali che hanno convinto dell’autenticità studiosi e paleografi. L'opera è di natura storico-politica, che racconta soprattutto i primi decessi del principato di Augusto e di Tiberio tra il 27 avanti Cristo ed il 37 dopo Cristo, narra la storia di Roma dall'inizio delle guerre civili al periodo della sua morte: pubblicata quindi dal figlio, che vi aggiunse un'introduzione in cui parla del padre e dell'opera stessa, si riteneva finora completamente perduta. Francesco Mercurio, il direttore della Biblioteca Nazionale di Napoli, che conserva la preziosa collezione di papiri, ha annunciato con orgoglio di aver avviato l’iter affinché i papiri di Ercolano vengano dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell’umanità.


Sanità: in Campania 38 mila i pazienti oncologici

di Teresa Uomo 

Il Prof Paolo Muto del Pascale di Napoli
Se guardiamo i dati, in Italia mille persone si ammalano di cancro ogni anno. Di queste seicentocinquanta hanno bisogno di svolgere radioterapia. In Campania ci sono 38mila pazienti oncologici

Per offrire un trattamento più veloce, efficace e risolutivo è necessario investire nell’innovazione tecnologica. Ma l’innovazione costa. Si parla di circa 30 milioni di euro per l’implementazione e la realizzazione dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione. Una cifra che viene fuori dalla ripartizione tra le regioni del Mezzogiorno (comprese Abruzzo e Molise) dai finanziamenti statali previsti dall’articolo 5/bis del “decreto Mezzogiorno” del 2017. Si necessita di apparecchiature moderne che possano curare l’integrazione della terapia farmacologica per il cancro, con tecniche meno invasive e più precise per aiutare i pazienti. Di questo si è discusso durante il convengo «Innovazione e moderne tecnologie in Radioterapia» tenutosi lo scorso mese di maggio a Napoli, all’Hotel Santa Lucia, sul miglioramento delle tecnologie a scopo terapeutico contro i tumori. 

Il Professor Paolo Muto - Primario del reparto di radioterapia dell’Istituto per la lotta ai tumori “G. Pascale” di Napoli - ha confermato che in Campania, sono circa 38mila i pazienti ammalati, di cui circa il 60% ha necessità di terapia. La radioterapia in Campania in questo periodo sta avendo sicuramente un ruolo di fondamentale importanza alla luce dei dati del 2017,  rispetto al precedente anno 2016, e anche rispetto al 2018 che sicuramente ci darà numeri ancora più importanti. 

Valeria CiarambinoPresidente della I Commissione Speciale per la Trasparenza della Regione Campania – ricorda che parlare di oncologia vuol dire parlare di una condizione in cui il paziente vive un disagio fortissimo e mette a rischio la propria vita, quindi è fondamentale che si riesca a garantire un’assistenza adeguata in tutte le fasi della malattia ed anche un trattamento radioterapico uniforme su tutto il territorio regionale. Quello che si rileva è che nella nostra regione l’offerta in questo ambito è carente rispetto alla domanda, sottolineando così l’importanza della programmazione, specificando come, ad un utilizzo della risorsa pubblica, debba corrispondere un effettivo miglioramento dei servizi. 

Il Professore Filippo Alongi dell’Università di Brescia e direttore della struttura complessa di Radioterapia Oncologica all’Ospedale Sacro Cuore – Don Calabria, di Negrar, Verona, ha commentato che nel reparto oncologico sono stati i primi al mondo a testare una nuova tecnica di radiochirurgia intracranica: si tratta di una metodica che consente di trattare bersagli multipli, quindi metastasi multiple all’interno della scatola cranica, ossia nel tessuto cerebrale in una singola seduta di pochi minuti. L’innovazione consiste nel fatto che in modo rapido e in modo assolutamente indolore riesce a colpire contemporaneamente queste sedi di malattia metastatica senza necessità di ricovero e senza dover fare l’anestesia. L’uso di questi nuovi macchinari può condurre a potenziali miglioramenti clinici e ad una importante diminuzione degli effetti collaterali. Con la tecnologia HyperArc di Varian si è così ottenuto il 90% di risposta sulle lesioni metastatiche trattate, un risultato straordinario, se si pensa che la terapia non risulta invasiva, né tantomeno dolorosa, e dura solo pochi minuti. 

Emergenza abitativa: ancora problemi a Napoli e dintorni

di Antonio Cimminiello 

Il palazzo di piazza Miraglia a Napoli
Dici "casa" e associ immediatamente concetti quali accoglienza, serenità. Ma purtroppo a volte il sinonimo che vi si affianca è "preoccupazione". A tal proposito significativi sono due casi che hanno riguardato di recente la Città Metropolitana di Napoli, due vicende che si potrebbero definire espressione di una "emergenza abitativa". Una di esse ha riguardato precisamente Pozzuoli, città particolarmente interessata dal concentramento di molti degli sfollati dell'ormai lontano, devastante terremoto dell'80. 

La vicenda ha riguardato proprio 180 di questi nuclei familiari: "costretti" da quasi 40 anni ad abitare nei 48 containers posizionati in via Carlo Alberto Dalla Chiesa presso il Rione Toiano (in attesa di una stabilizzazione e dell'assegnazione di alloggi "veri" che non c'è mai stata), nei giorni scorsi hanno dovuto abbandonare anche l'unico tetto di lamiera che rimaneva loro, a causa dello sgombero su disposizione del sindaco puteolano Vincenzo Figliolia

Tra le motivazioni alla base dello sgombero il riscontro del deterioramento dei containers che ha portato alla continua dispersione di amianto, con grave rischio per la salute degli abitanti. L'inevitabile obiettivo della tutela dell'integrità fisica però ha avuto il suo "effetto collaterale": nonostante il sostegno economico promesso dal Comune flegreo per aiutare nella ricerca di un nuovo alloggio, queste famiglie allo stato sono in piena emergenza abitativa, con il rischio anche del compimento di condotte vietate seppur dettate dalla disperazione (come la possibile occupazione abusiva di altri alloggi). 

L'altra vicenda invece vede come suo teatro il centro storico di Napoli, e precisamente Piazza Miraglia. Nel qui presente palazzo di proprietà della "Congregazione Religiosa delle Serve di Maria" si sono insediate da ormai circa 2 anni alcune famiglie, anche di nazionalità straniera. E' emersa nel frattempo una vera e propria diatriba legale, dato che, prima del citato insediamento, sarebbe stato raggiunto un accordo tra l'ente proprietario dell'immobile ed i gestori dell'Hotel "Neapolis" proprio per la locazione a favore dell'attività ricettiva, accordo che tuttavia non ha avuto seguito a causa dell'arrivo delle famiglie senza titolo. Sta di fatto che da un lato c'è un'attività commerciale che, dovendo abbandonare i locali di Via Del Giudice (nei quali nel frattempo si era stabilita) a causa di sfratto, rischia addirittura di dover terminare ove tale stallo si prolunghi; dall'altro lato ci sono gli occupanti, in una delicata situazione tale da non poter essere risolta con il semplice sgombero. E' più che necessario quindi un intervento istituzionale -al di là della sola mediazione- nonostante in apparenza si tratti solo di controversia tra privati, anche alla luce dello sviluppo in negativo che sta interessando tale situazione: si pensi che è stata disposta nel frattempo l'interruzione dell'erogazione dell'energia elettrica, con grave danno alla sopravvivenza di persone tra le quali non mancano anche bambini in tenera età. 



Napoli concede la cittadinanza onoraria ad Alberto Angela

di Antonio Ianuale 

Alberto Angela
Alberto Angela, volto noto della televisione italiana, e divulgatore scientifici tra i più apprezzati è diventato cittadino onorario di Napoli. Il legame tra Angela e la città di Napoli è sempre stato notevole, un rapporto che si è consolidato nel tempo e che adesso è certificato dall’atto della Giunta comunale.

La proposta avanzata dal giornalista Oscar De Simone, da Silvia Vacca e da Andrea Melluso ha valide motivazioni: «riteniamo che Alberto Angela sia stato da sempre attento a descrivere la storia della nostra città nei minimi dettagli e con la dovuta correttezza. Se Napoli viene spesso descritta in maniera negativa, è altrettanto vero che gli aspetti peculiari e più significativi della sua storicità e della sua incantevole modernità, sono stati al centro di tutte le trasmissioni dirette da Alberto Angela».

Il sindaco De Magistris ha firmato la delibera che concede ad Angela la cittadinanza onoraria per le seguenti motivazioni: la giunta comunale su proposta del sindaco Luigi de Magistris ha deliberato il conferimento della cittadinanza onoraria di Napoli ad Alberto Angela che “ha, sempre, manifestato il suo amore per la nostra Città - per il calore dei napoletani, per la sua accoglienza, per la sua forza intrinseca; oltre, naturalmente, per il suo ineguagliabile patrimonio ambientale, artistico e culturale che l’hanno connotata quale crocevia e cerniera del Mediterraneo, grande capitale europea, conosciuta e ammirata in tutto il mondo, con le sue contraddizioni, le sue ferite, le sue difficoltà, ma anche la sua unica e speciale umanità”.

Alla notizia diventata ufficiale Alberto Angela si è mostrato entusiasta e onorato di tale encomio: «sono molto contento perché questo suggella un bellissimo viaggio che sto compiendo assieme alla città di Napoli da molti anni - ha scritto Angela -. Un viaggio nella conoscenza e nelle emozioni che mi affascina molto. Dalle età più antiche, quando era una città greca e poi romana ma sempre simbolo di civiltà e raffinatezza, oppure più tardi quando, nel 700, diventò un faro culturale in Europa, per le sue arti, il suo sapere ma anche per il suo ardito spirito di ideali e di libertà che prese forma nel 1799. Io viaggio molto per mestiere e mi sono accorto di una sua caratteristica che è molto rara anzi credo proprio unica».

Alberto Angela ha un curriculum di tutto rispetto: dopo la laurea conseguita presso l’Università di Roma "La Sapienza" ha poi frequentato diversi corsi di specializzazione presso Harvard, Columbia University, UCLA. Per molti anni ha partecipato a numerose spedizioni internazionali alla ricerca dei resti fossili di antenati dell’uomo. Oltre alle sue apparizioni televisive, Angela pubblica articoli e libri scientifici, ed è membro dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Roma e del Centro Studi e Ricerche Ligabue di Venezia. Giornalista pubblicista, ha scritto anche per La Stampa e per la sua attività di divulgazione della Storia ha ricevuto il prestigioso premio internazionale “Portico d’oro-Jacques Le Goff”.


Regione Campania: approvato il piano triennale di edilizia scolastica 2018-20

di Luigi Rinaldi 

La questione degli edifici scolastici nel nostro Paese con il passar degli anni è diventata una vera e propria emergenza. Si sono sempre succeduti veloci interventi tampone sia per la messa in sicurezza delle scuole sia per il loro miglioramento qualitativo. In realtà le scuole italiane appaiono ancora poco sicure, spesso sporche, talvolta non agibili, inaccessibili alle persone affette da disabilità e comunque inadeguate rispetto alla richiesta formativa del nostro Paese. 

In un contesto così preoccupante, non poteva che essere accolta con entusiasmo la notizia dell’approvazione da parte della Regione Campania del piano di edilizia scolastica 2018-20. È stato, infatti, pubblicato sul Burc l'avviso pubblico per l'individuazione del fabbisogno regionale degli interventi necessari alla messa in sicurezza degli edifici scolastici. 

Gli interventi finanziati riguarderanno l'adeguamento antisismico e la completa agibilità degli edifici, il piano antincendi ed il completamento di strutture scolastiche non ultimate per carenza di fondi. Ulteriori finanziamenti saranno stanziati per ampliamenti e nuove costruzioni necessarie a soddisfare specifiche esigenze didattiche (laboratori, palestre ecc.). 

Potranno presentare domanda i Comuni e le Province della Campania e la Città Metropolitana per proposte di intervento riferite a strutture di proprietà interamente pubbliche. Alla Città Metropolitana e alle Province sarà riservato il 25% delle risorse complessivamente stanziate. Sarà data priorità, nei criteri di valutazione, ai progetti di messa in sicurezza e adeguamento antisismico anche in relazione alla popolazione scolastica.

Il termine per la presentazione delle domande è fissato per le ore 13 del 5 luglio 2018. L’approvazione del Piano per l’edilizia scolastica costituisce un’opportunità di fondamentale importanza per tutte le province del territorio campano. E’ giusto che ogni studente possa scegliersi il proprio percorso formativo e di conoscenza in base alle proprie inclinazioni ed aspirazioni. Molto spesso, invece, accade che lo studente si trovi costretto a scegliere la scuola badando esclusivamente al livello di adeguatezza della struttura. Purtroppo la crisi economica ha visto negli anni colpire tutti indistintamente, enti locali compresi che hanno dovuto subire tagli abnormi con forti ripercussioni nell’ambito scolastico. E’ giusto, però, per la crescita delle nuove generazioni, attribuire un ruolo centrale all’istruzione, investendo nella stessa onde creare le premesse per la sua rinascita.