di Luigi Rinaldi
Nonostante il grado di malnutrizione esistente sul pianeta, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo. L’eccesso ponderale è una condizione caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, in genere a causa di un’alimentazione scorretta e di una vita sedentaria. Sfatando un luogo comune abbastanza diffuso, l’obesità non è un “problema dei ricchi”. O almeno, non solo: le fasce di popolazione più svantaggiate dal punto di vista socioeconomico tendono infatti a consumare più carne, grassi e carboidrati, piuttosto che frutta e verdura, e a curare meno la propria immagine e il benessere fisico. Anche l’Italia, considerata per antonomasia il paese della buona cucina, si trova sempre più costretta a fare i conti con il problema obesità.
La passione per il cibo e la buona tavola, negli ultimi anni, è cresciuta in maniera esponenziale anche per effetto dei vari show/talent a tema culinario. Lo dimostrano le bacheche dei vari social network inondate di esperimenti ai fornelli o di veri e propri reportage fotografici realizzati quando ci si trova al ristorante. Naturalmente un buon piatto di spaghetti oppure un’abbondante porzione di frittura all’italiana, una tantum, non costituiscono di per sé un rischio per la salute. Le conseguenze dipendono molto dalle abitudini quotidiane che si seguono a tavola e dal tipo di vita che si conduce, soprattutto per quanto concerne l’attività fisica.
Recentemente il Centro Nazionale di Epidemiologia, tramite il portale Epicentro, ha condotto diversi studi rendendo disponibili numerosi dati per tenere monitorato il panorama italiano sul fronte dell’eccesso ponderale. Alla base dell’analisi risiede il concetto di Indice di Massa Corporeo da calcolare come rapporto tra il peso espresso in Kg e il quadrato dell’altezza espressa in metri.
La condizione di sovrappeso è identificabile con un indice compreso tra 25 e 29,9 Kg/m2, mentre si parla di casi di obesità quando il valore è maggiore uguale ai 30 Kg/m2. Si stima che oltre quattro italiani su dieci hanno un problema di peso: il 32% della popolazione adulta è sovrappeso e l’11% obeso.
Osservando le due condizioni di eccesso di peso da un punto di vista geografico, si nota che il nord Italia con l’aggiunta della Sardegna presenta una percentuale di persone coinvolte nel problema sovrappeso inferiore alla media nazionale. Tra le regioni col valore percentuale minore spiccano Liguria (26%), Trentino Alto Adige (26,4%) e Valle d’Aosta (26,7%), mentre all’estremo opposto figura il terzetto composto da Campania (37,4%), Basilicata (36,6%) e Molise (36,8%).
Decisamente più eterogenea invece la distribuzione percentuale relativa all’obesità che, pur presentando sempre la Campania come regione più in difficoltà (14,1%), rispetto al caso del sovrappeso, vede sia un’inversione di tendenza cromatica fra Emilia Romagna (11,8%) e Basilicata (9,2%), sia uno scenario migliore della media nazionale per gli abitanti di Marche e Lazio che fanno registrare rispettivamente valori più bassi di 2 e 1,3 punti percentuali paragonati al 10,7% italiano.
Considerando il problema del peso nella sua interezza, senza quindi differenziarne la gravità, colpisce in particolar modo il caso della Campania in cui, con un valore pari al 51,5%, stando alle stime, per ogni 100 adulti ci sarebbero ben dieci persone in più a rischio rispetto alla media italiana e addirittura quasi venti rispetto alla più rosea situazione del Trentino Alto Adige (33,9%).
Fermo restando eventuali fattori genetici, molti studi condotti a livello di sanità pubblica indicano che sul divario tra nord e sud incidono molteplici aspetti socio-economici, delineando quindi uno scenario in cui le regioni tipicamente associate ad un minore tasso di occupazione siano curiosamente le stesse in cui si presenta il rischio legato al peso in maniera più concreta.