di Luigi Rinaldi
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Il Ministro della salute Giulia Grillo |
Secondo il Ministero della Salute, in Campania non è ancora possibile ripristinare i poteri ordinari in materia di Sanità. Il Ministro Giulia Grillo ha testualmente dichiarato: “i dati mostrano che la Campania deve fare ancora molto per uscire dal commissariamento anche se un salto in avanti c’è”. E’ stato puntato il dito soprattutto sui livelli di assistenza, che dividono la Campania dal tetto minimo di pochissimi punti. Tutto ciò, secondo il Ministro della Salute, renderebbe opportuno, anzi necessario, un ulteriore periodo di commissariamento. Non poteva mancare, naturalmente, la netta e decisa reazione da parte della Regione Campania.
Il delegato della Regione, Enrico Coscioni, ha ricordato come al tavolo di verifica i tecnici dei ministeri vigilanti (Economia e Salute) abbiano sancito il raggiungimento degli obiettivi. Per la Regione la scelta del Ministero sarebbe dettata principalmente da finalità di natura politica ed elettorale.
Nei corridoi della Regione Campania, in tanti sostengono che l’Esecutivo, grazie al Decreto Fiscale, che ha ripristinato l’incompatibilità tra la funzione commissariale e quella di governatore, punterebbe a scegliere un nuovo tecnico da mandare a Napoli, esautorando il Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, proprio nel momento in cui la strategia di questi anni ha realizzato l’obiettivo di un innalzamento dei livelli essenziali di assistenza.
Una operazione che potrebbe avere riflessi anche sul piano elettorale, perché interverrebbe sugli ultimi diciotto mesi della legislatura regionale, che si avvia al rinnovo nella primavera del 2020. Non è escluso che la situazione porterà ad un vero e proprio conflitto tra Regione Campania ed Esecutivo dinanzi alla Corte Costituzionale. Il commissariamento, in realtà, dovrebbe corrispondere a situazioni eccezionali documentate e comprovate, trattandosi di una forzatura che altera il sistema democratico nei suoi equilibri fondamentali, cioè nel rapporto tra elettore e amministrazione dello Stato.
Del resto la Sanità, è assegnata alle Regioni dall’ordinamento vigente, ragion per cui il Ministro dovrebbe solo prendere atto del quadro rappresentato ai tavoli ministeriali, per disporsi conseguentemente. Sulla questione, in verità, la Corte Costituzionale ha già avuto modo di esprimersi, nella sentenza n. 199 del 9 ottobre, depositata lo scorso 15 novembre, affermando che: “Questa Corte non può esimersi dal rilevare l’anomalia di un commissariamento della sanità regionale protratto per oltre un decennio, senza che l’obiettivo del risanamento finanziario sia stato raggiunto, con tutte le ripercussioni che esso determina anche sugli equilibri della forma di governo regionale, a causa del perdurante esautoramento del Consiglio e della stessa Giunta a favore del Commissario ad acta, soprattutto quando è impersonato dal Presidente della Giunta, in un ambito cruciale per il governo della Regione”.
Ciò nonostante, il Governo continua a tirare dritto sulla questione del commissariamento della sanità campana e delle altre regioni come Molise e Calabria. E il ministro Grillo ha annunciato, in un'intervista esclusiva all’Adnkronos, che «i commissari e i subcommissari alla sanità nelle Regioni saranno generali e tecnici, scelti cioè sia fra figure di legalità che tecniche. Stiamo cercando una figura di legalità e una figura tecnica, lo schema che seguiamo è questo. In Molise mi hanno accusato di voler militarizzare la sanità: non è così. Ma in Molise, Calabria, Campania non puoi non mettere una figura di legalità, sono regioni dove sono agli onori della cronaca i problemi giudiziari. Quindi lo schema sarà questo: un generale e un tecnico, come subcommissario, così si ha una squadra completa. Mi hanno accusata di voler militarizzare la sanità, ma in alcune realtà questo è necessario».