giovedì 16 maggio 2019

Napoli Teatro Festival: svelato il programma della nuova edizione

di Antonio Ianuale 

Il Napoli Teatro Festival torna protagonista dall’8 giugno al 14 luglio con una programmazione ricchissima: la kermesse diretta da Ruggero Cappuccio conta di oltre 150 eventi distribuiti in 37 giorni, tra Napoli e altre città campane. Il festival è suddiviso in dodici sezioni da cui poter attingere per un’offerta vastissima e per tutti i gusti degli appassionati: Italiana, Internazionale, Osservatorio, Danza, SportOpera, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre, Laboratori, Progetti Speciali e Teatro Ragazzi. 

L’apertura del festival sarà l’occasione per omaggiare Eimuntas Nekrošius, il regista lituano scomparso poco tempo fa: infatti al teatro Politeama andrà in scena Zinc, una delle ultime opere del regista scomparso. L’offerta del Napoli Teatro Festival è davvero notevole, consultabile sul sito dell’evento, ma alcuni nomi sono assolutamente da citare. Tra gli autori proposti nella sezione internazionale Martin Zimmermann Robert Lepage, Waël Ali. 

Nella sezione italiana troviamo 25 prime e i grandi volti della drammaturgia italiana come Alessio Boni, Alessandro Gasmann, Peppe Servillo. Nella sezione letteratura il progetto Se a cura di Silvio Perrella mette in scena i diversi modi di declinare il Se tra poesia, musica e parole. La categoria danza vedrà l’omaggio a Pina Bausch con Moving with Pina. Nella sezione musica imperdibile il concerto degli Avion Travel il 7 luglio alla Reggia di Caserta

Tra i Progetti Speciali merita menzione il progetto Pompeii Theatrum Mundi, organizzato dal Teatro Stabile di Napoli/Teatro Nazionale, diretto da Luca De Fusco, che dal 20 giugno al 13 luglio sarà ospitato nella scenografia naturale del Teatro Grande di Pompei, e Essere Dylan Dog, progetto a cura del Comicon, primo spettacolo teatrale, sul personaggio creato da Tiziano Sclavi

La relazione tra arte e sport è al centro delle rappresentazione nella sezione SpotOpera che si terrà al Teatro Sannazaro dal 12 al 20 giugno ,a cura di Claudio Di Palma, organizzata da Vesuvioteatro.org. La sezione Cinema si svolgerà dal 19 giugno al 1 luglio nel Giardino Romantico di Palazzo Reale, con la proiezione di grandi capolavori come Il fascino discreto della borghesia di Luis Bunuel, Macbeth di Roman Polanski, Addio Fratello crudele di Giuseppe Patroni, Frankestein Junior di Mel Brooks, l’Otello di Orson Wells

Anche le mostre saranno oggetto di enorme interesse: nella vasta offerta citiamo il lavoro del giornalista siciliano Mario Francese, Federico Fellini negli scatti di Patrizia Mannajuolo in un allestimento a cura di Valentina Rippa, la Mostra Pino, con le fotografie più apprezzata del compianto Pino Daniele. 

Parte integrante del Festival sono i nove laboratori dedicati ai giovani talenti: da non perdere il workshop che Daniel Pennac terrà insieme a Massimiliano Barbini e Ludovica Tinghi, dedicato al rapporto complesso tra scrittori e lettori. Massimo Munaro lavorerà su i cinque sensi dell’attore, di vivo interesse un laboratorio del gruppo TeatrInGestAzione con i detenuti del Carcere di Napoli Poggioreale. 

La sezione Osservatorio offre spazio alle giovani compagnie e a quelle non più giovani ma con difficoltà nell’avvio della loro produzione artistica: Mirko de Martino, Dario de Luca, Paola Tortora tra i registi più interessanti. La novità di quest’anno è la sezione Teatro Ragazzi con il progetto Puglia Showcase, il format della Vetrina di teatro e danza pugliese. Si terrà dal 2 al 5 luglio nel Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale e al Teatro Nuovo: quattro giornate, fino a dodici spettacoli di teatro e danza contemporanea per ragazzi in un focus interamente dedicato alla Puglia con uno sguardo al panorama nazionale e internazionale. 



Amazon arriva in Campania, apre un deposito ad Arzano

di Luigi Rinaldi 

Amazon il colosso mondiale dell’e-commerce investe per la prima volta al Sud, annunciando l’apertura di un nuovo deposito di smistamento in Campania, per la precisione ad Arzano

Il deposito sorgerà in un capannone da 13mila metri quadrati. Amazon ha, inoltre, annunciato che saranno previste 180 assunzioni a tempo indeterminato, così suddivise: 30 addetti saranno assunti direttamente dall’azienda di commercio elettronico statunitense di Jeff Bezos, 150 gli autisti dei corrieri espresso che saranno assunti per rafforzare la rete di consegna. 

I numeri sono rilevanti, l'obiettivo è ambizioso e ricco di ricadute importanti. I corrieri, infatti, ritireranno i pacchi dal deposito di smistamento e li consegneranno ai clienti di Amazon in Campania. La nuova struttura, sarà operativa nei prossimi mesi e lavorerà con diversi fornitori locali di servizi di consegna, continuando a investire nella sua rete di trasporti per espandere la propria capacità di consegna e velocizzare le spedizioni per i clienti. Dunque consegne più veloci attraverso l'enorme piattaforma Amazon e capacità di crescita del volume d'affari per chi si è preparato in tempo ad allargare il proprio ‘giro'. 

Amazon negli ultimi anni in Italia è finita spesso nel mirino dei sindacati che tutelano i diritti del settore logistica con l'accusa di non tutelare i diritti dei lavoratori che operano nei magazzini monstre di Amazon che risponde con i numeri degli investimenti: 1,6 miliardi di euro e 5.500 posti di lavoro in Italia dal suo arrivo nel Paese, nel 2010. 

Con quello di Arzano, sono adesso 10 i depositi Amazon in Italia: Buccinasco (Milano), Avigliana (Torino), Origgio (Varese), Rogoredo (Milano), Crespellano (Bologna), Calenzano (Firenze), Vigonza (Padova), Pomezia e Fiano Romano/Passo Corese (Roma). 

Napoli: "l'altra faccia" del turismo

di Antonio Cimminiello 

Se si vuole trovare, analizzando gli ultimi anni, un qualcosa che abbia permesso in maniera particolare di parlare di Napoli positivamente e con vanto, al di là degli stereotipi e dei purtroppo funesti fatti di cronaca nera, senza dubbio non si può non fare riferimento in primis al boom turistico. Festività, o anche solo un semplice week end soleggiato, ed ecco che il capoluogo campano diventa meta irresistibile per turisti provenienti da tutto il mondo , tra bellezze architettoniche e delizie gastronomiche, e non solo. 

Tuttavia, anche in tema di turismo e ricettività non sono mancate - e non mancano - alcune gatte da pelare, ed il Comune del Sindaco Luigi de Magistris è sceso decisamente in campo per contrastare ciò. Il riferimento è in particolare al moltiplicarsi "anomalo" di locali dedicati allo "street food" e di bed and breakfast abusivi, la cui diffusione è tale da aver ingenerato il rischio non solo di illegalità – si pensi ad esempio a tasse di soggiorno non riscosse, irregolarità negli standard ambientali e di accoglienza, e via dicendo - ma addirittura di "snaturare" luoghi simbolo di Partenope ed espressivi di un'identità storico-culturale unica, che non a caso ha permesso loro di essere considerati dall'Unesco vera e propria parte integrante del "patrimonio dell'umanità". 

Si è detto della decisa presa di posizione da parte dell'Ente di Palazzo San Giacomo. In tema di iniziative già adottate, essa si è tradotta, tra le altre cose, nell'adozione e tenuta di un "albo" dei b&b, in grado quindi di assicurare tanto un'adeguata conoscenza delle strutture ricettive preferite dal turismo "mordi e fuggi", quanto un effettivo monitoraggio sulle medesime; ma non bisogna dimenticare i costanti controlli da parte della Polizia Municipale (tra i più recenti vi è quello posto in essere durante le festività di Pasqua, con la scoperta di ben 20 strutture non a norma). 

A ciò si aggiunga il varo di una delibera consiliare ad hoc, che perseguirà lo scopo di incentivare l'apertura di nuove botteghe storiche – o meglio espressive della tradizione "made in Naples" - principalmente attraverso un significativo abbassamento degli oneri fiscali e soprattutto proprio in quei luoghi rientranti nella zona Unesco – da San Gregorio Armeno fino a San Biagio dei Librai - che più di tutti rappresentano il cuore pulsante di Napoli e la sua cartolina nel mondo, ma che sempre più sono attualmente assediati da numerosissime friggitorie e kebab. La prova del nove non potrà che essere costituita dall'arrivo della bella stagione, quando il flusso di turisti si farà ancora più significativo: evitare che la bellezza di Napoli si ritorca contro la stessa città diventa doveroso. 



La Campania in ritardo con l’adozione dei Registri per il testamento biologico

di Luigi Rinaldi 

La D.A.T. - dichiarazione anticipata di trattamento, chiamata anche testamento biologico o di vita, è un documento strettamente personale con cui una persona maggiorenne, capace di intendere e di volere, esprime la propria volontà in merito ai trattamenti sanitari nel caso in cui, in futuro, si trovasse in condizione di non poter manifestare il proprio intendimento. In sostanza il soggetto può dichiarare se accettare o rifiutare trattamenti sanitari, accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche, dopo aver acquisito informazioni mediche sulle conseguenze delle proprie scelte. 

Alla luce delle nuove normative sul testamento biologico recentemente. approvate con la Legge 219 del 22 dicembre 2017, ogni Comune è tenuto ad approntare un apposito Registro per le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT). A quanto sembra la nostra Regione sarebbe in grave ritardo rispetto alla adozione dei Registri per il testamento biologico. In molti Comuni mancano i registri, tanto che i cittadini che desiderano lasciare un «testamento biologico» sono spesso costretti a rivolgersi ad un notaio, sostenendone i relativi costi. 

E’ quanto emerso in occasione del secondo incontro promosso dal Polo di biodiritto M&C Militerni (presieduto da Manuela Militerni), appuntamento che - con il coordinamento scientifico di Aldo Cimmino - ha messo allo stesso tavolo esperti come Claudio Buccelli (ordinario di Medicina Legale e delle assicurazioni nella Federico II), Stefano Canestrari (ordinario di Diritto Penale nell'Università di Bologna), Alessandro De Santis (giudice presso la Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere e autore del libro «Riflessioni etico-giuridiche sulla medicina di fine vita, strumenti di tutela dell'autodeterminazione»), Lucilla Gatt (ordinario di Diritto civile al Suor Orsola Benincasa) e l'assessore comunale Alessandra Clemente

Dai lavori è emerso che in Campania la situazione non è molto evoluta, non solo per la mancanza dei Registri, ma anche per le difficoltà esistenti nell’ambito del rapporto medico-paziente. La gente ha fiducia nella medicina e non nei medici. In sostanza attorno al tema del testamento biologico ruota quello dell'accanimento terapeutico. In molti casi, i cittadini temono che i medici, per paura di ripercussioni medico legali, portino avanti cure inutili ed eccessive. Mentre magari servirebbero solo cure palliative per accompagnare il normale esito di una vita ormai al termine. Non sono, tuttavia, queste le basi sulle quali il legislatore ha fondato il testamento biologico. Una chiave di lettura del problema è nelle considerazioni espresse da Stefano Canestrari. «È imprescindibile - ha detto - quali che siano le scelte del legislatore, fornire ai pazienti tutte le cure palliative praticabili compresa la sedazione profonda continua in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale così da escludere che la richiesta di assistenza al suicidio sia dettata da cause evitabili come quelle dettate da una sofferenza alleviabile». 



Il Maggio dei Monumenti dedicato a Gaetano Filangieri

di Antonio Ianuale

La 25esima edizione del Maggio dei Monumenti è dedicato alla figura del giurista e del pensatore illuminista Gaetano Filangieri. Nato nel 1753, Filangieri rappresentò la voce riformatrice dell'Illuminismo napoletano, dedicandosi brillantemente al progetto di riforma della giustizia. La sua opera La Scienza della Legislazione fu apprezzata in Europa e anche dai padri costituenti americani che la utilizzarono come fonte per la Costituzione Americana. 

Infatti Filangieri intrattenne una conversazione epistolare con Benjamin Franklin da cui si evidenzia il contributo del giurista napoletano alla costruzione dell’assetto istituzionale degli Stati Uniti. Il legame con Franklin condusse Filangieri nell’orbita della Massoneria, infatti l’americano era anche il Gran Maestro della loggia delle Neuf Soeurs, un ramo potente della massoneria francese, che era composta da molti illustri personaggi di quel periodo. 

Così anche grazie alla vicinanza tra i due, Filangieri entrò a far parte della massoneria napoletana. La medesima opera, tanto apprezzata a livello internazionale, venne invece contestata dalla Chiesa Cattolica, che provvide a metterla all’indice: Filangieri non aveva solo criticato il parassitismo ed i troppi privilegi del clero, ma aveva messo in campo proposte radicali di giustizia sociale e giuridica, uguaglianza, pubblica istruzione, restituzione delle terre ecclesiastiche, miranti al progresso. 

Il potere ecclesiastico puntava invece sul mantenimento dello status quo, e poteva sperare di sopravvivere solo se permanevano le ingiustizie, miserie ed ignoranze. Le riflessioni di Filangieri coinvolgevano anche la natura politica del Regno di Napoli: il giurista pensava infatti ad un modello di monarchia illuminata in cui il re guidasse una rivoluzione pacifica con riforme essenziali: uguaglianza civile e pubblica istruzione per tutti i cittadini del Regno, libertà commerciale, riforma della giustizia ridistribuzione delle proprietà terriere, nuovo sistema di fiscalità. 

Poche delle riforme proposte dal Filangieri trovarono applicazione: con maggior successo quella per la procedura penale, quasi unicamente sulla carta per la pubblica istruzione. Filangieri auspicava un’emancipazione del Regno di Napoli attraverso una riforma legislativa fondata sulla ragione e rivolta allo sviluppo della realtà socio-economica del Regno. La tubercolosi lo portò via a soli trentasei anni, ma le sue opere, le sue riflessioni furono oggetto di analisi non solo nel secolo dei Lumi ma fino al Novecento inoltrato.


Sanità in Campania: la "querelle" continua

di Antonio Cimminiello 

Sembra essere diventata una vera e propria tenzone, quella che contrappone sull'importante tema della sanità da un lato il Governo nazionale - ed in particolare il Ministro della Salute Giulia Grillo - e dall'altro la Regione Campania. Diversi sono sostanzialmente i punti di vista che i "diretti contendenti" sembrano affermare in ordine all'attuale situazione del comparto sanitario in Campania, e, soprattutto, in ordine all'opportunità o meno di dare prosieguo ad una gestione commissariale. 

Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca ha più volte di recente posto l'accento sui risultati raggiunti negli ultimi anni: il raggiungimento dell'equilibrio finanziario, unitamente ad un significativo innalzamento dei LEA (livelli essenziali di assistenza) conduce inevitabilmente, ad avviso del vertice dell'Ente di Palazzo Santa Lucia, alla fuoriuscita definitiva dalla gestione straordinaria iniziata oramai ben 12 anni fa, e quindi alla conclusione del commissariamento. 

Non è dello stesso avviso il Dicastero della Salute: pur condividendo parzialmente la stessa lettura dei risultati ottenuti (compreso l'innalzamento, o più precisamente il superamento della soglia fissata per i LEA) e nonostante l'approvazione del Piano Ospedaliero, è stata espressamente manifestata la diversa intenzione di proseguire con la guida di un commissario. In più, sempre a livello nazionale si è evidenziata la necessità di dare applicazione alla recente legge sulle incompatibilità, che a tal proposito sancisce sostanzialmente proprio l'impossibilità di cumulare la carica di Governatore con quella di commissario, situazione quest'ultima nella quale invece è proprio De Luca a trovarsi in questo momento. 

La "battaglia" quindi si prospetta ancora lunga e non priva di futuri colpi di scena: ad esempio si è diffusa di recente, seppur ufficiosamente, la notizia secondo la quale anche la Ragioneria Generale dello Stato non sembrerebbe essere orientata per il prosieguo del commissariamento, proprio alla luce dei miglioramenti in termini di prestazioni erogate nonchè finanziari raggiunti di recente, senza dimenticare le divisioni che anche in ordine a tale questione regionale si registrano tra i due principali partiti di governo (anche la Lega di Matteo Salvini sembrerebbe orientata per il no ad un nuovo commissario). La fine di una telenovela che oscilla tra nomi di papabili e carte bollate - fino a scomodare la Corte Costituzionale - in ogni caso potrebbe aversi a luglio prossimo, quando l'apposito tavolo tecnico ministeriale si pronuncerà definitivamente sulla sorte del commissariamento della sanità campana.