di Antonio Cimminiello
Sembra essere diventata una vera e propria tenzone, quella che contrappone sull'importante tema della sanità da un lato il Governo nazionale - ed in particolare il Ministro della Salute Giulia Grillo - e dall'altro la Regione Campania. Diversi sono sostanzialmente i punti di vista che i "diretti contendenti" sembrano affermare in ordine all'attuale situazione del comparto sanitario in Campania, e, soprattutto, in ordine all'opportunità o meno di dare prosieguo ad una gestione commissariale.
Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca ha più volte di recente posto l'accento sui risultati raggiunti negli ultimi anni: il raggiungimento dell'equilibrio finanziario, unitamente ad un significativo innalzamento dei LEA (livelli essenziali di assistenza) conduce inevitabilmente, ad avviso del vertice dell'Ente di Palazzo Santa Lucia, alla fuoriuscita definitiva dalla gestione straordinaria iniziata oramai ben 12 anni fa, e quindi alla conclusione del commissariamento.
Non è dello stesso avviso il Dicastero della Salute: pur condividendo parzialmente la stessa lettura dei risultati ottenuti (compreso l'innalzamento, o più precisamente il superamento della soglia fissata per i LEA) e nonostante l'approvazione del Piano Ospedaliero, è stata espressamente manifestata la diversa intenzione di proseguire con la guida di un commissario. In più, sempre a livello nazionale si è evidenziata la necessità di dare applicazione alla recente legge sulle incompatibilità, che a tal proposito sancisce sostanzialmente proprio l'impossibilità di cumulare la carica di Governatore con quella di commissario, situazione quest'ultima nella quale invece è proprio De Luca a trovarsi in questo momento.
La "battaglia" quindi si prospetta ancora lunga e non priva di futuri colpi di scena: ad esempio si è diffusa di recente, seppur ufficiosamente, la notizia secondo la quale anche la Ragioneria Generale dello Stato non sembrerebbe essere orientata per il prosieguo del commissariamento, proprio alla luce dei miglioramenti in termini di prestazioni erogate nonchè finanziari raggiunti di recente, senza dimenticare le divisioni che anche in ordine a tale questione regionale si registrano tra i due principali partiti di governo (anche la Lega di Matteo Salvini sembrerebbe orientata per il no ad un nuovo commissario). La fine di una telenovela che oscilla tra nomi di papabili e carte bollate - fino a scomodare la Corte Costituzionale - in ogni caso potrebbe aversi a luglio prossimo, quando l'apposito tavolo tecnico ministeriale si pronuncerà definitivamente sulla sorte del commissariamento della sanità campana.
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